| Razzismo: banana in campo, Dani Alves se la mangia
Un calcio al razzismo. Anzi, un morso. Splendido gesto, simpatico e acuto, da parte di Daniel Alves, terzino brasiliano del Barcellona durante il match di Liga di domenica sera sul campo del Villarreal.
Il giocatore verdeoro viene bersagliato da insulti razzisti, mentre a un certo punto in campo arriva anche una banana. Dani Alves non si scompone, si china, raccoglie il frutto e se lo mangia. Applausi.
Nessuna protesta plateale, nessuna sceneggiata, ma solo simpatia. Il modo migliore per rispondere a gesti e persone così stupide e ignoranti. Chapeau.
eurosport.com
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Liga - Dani Alves, la banana e un marketing geniale
L’episodio di Villarreal sarebbe stato sfruttato dall’agenzia che gestisce l’immagine di Neymar: un alto dirigente lo ho confessato alla stampa brasiliana, lasciando basita l'opinione pubblica internazionale
Scritto da MF | Eurosport – 38 minuti fa
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Barcelona's Dani Alves celebrates after scoring a goal against Manchester City during their Champions League last 16 second leg soccer match at Camp Nou stadium in Barcelona March 12, 2014 (Reuters)
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Mentre la moda dei selfie con la banana in bocca spopola e giunge sino all’icona del Mondiale 2010 Larissa Riquelme, passando per fior di tecnici che in Brasile si presentano in conferenza stampa e prima di rispondere alle domande si mangiano il sempre più popolare frutto, ecco giungere una notizia che potrebbe rompere il clima di idillio creatosi da domenica sera a questa parte. L’episodio di Villarreal con Dani Alves che mangia la banana lanciata dal tifoso? Soltanto una brillante trovata di marketing.
La rivelazione giunge direttamente dal Brasile. Secondo il quotidiano Lance, l’idea sarebbe nata dalla Ludocca, nota agenzia che gestisce l’immagine di Neymar. Guarda caso, l’attaccante verdeoro è stato il primo in ordine di tempo a pubblicare la foto con la banana in bocca, una foto che secondo le illazioni sarebbe già scattata un mese fa.
Il vice-presidente dell’agenzia Guga Ketzer avrebbe dichiarato che la “campagna era già pronta da un paio di settimane e si aspettava il momento giusto per lanciarla”. La Ludocca, dunque, non avrebbe organizzato il lancio del frutto a Dani Alves, ma lo avrebbe sfruttato tempestivamente per una campagna che ora mette in vendita a 25 euro una maglietta con lo slogan #SomosTodosMacacos.
“Avevamo ideato questa campagna insegne a Neymar – spiega Ketzer – per dare risalto alla lotta contro il razzismo. L’offesa a Dani Alves ci ha dato lo spunto per diffondere il messaggio”. Logico comprendere come così si sfoci immediatamente nell’etica. Il fine (la lotta al razzismo) giustifica il mezzo (marketing spinto)?
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