| BERETTA: "RIVEDERE L'APPARATO SANZIONATORIO"
E' un appello alla Federcalcio quello che arriva a conclusione dell'assemblea della Lega di serie A da parte di tutte le società che chiederanno alla Federcalcio una "profonda revisione dell'apparato sanzionatorio", dopo la decisione del giudice sportivo di far disputare Milan-Udinese a porte chiuse. Lo ha annunciato il presidente della Lega, Maurizio Beretta, dicendo che le società di serie A hanno convenuto di stilare una richiesta in questo senso alla federazione. "Noi siamo sempre stati in prima fila sul tema della discriminazione razziale - ha spiegato Beretta - ma il meccanismo per la definizione degli illeciti e l'apparto sanzionatorio cosi' come viene usato rischia di consegnare il destino delle squadre e del campionato nelle mani di pochi irresponsabili e facinorosi. In Italia, poi, non c'e' solo l'aspetto razziale ma anche il tema della discriminazione territoriale". Le società chiederanno quindi di riflettere su quanto è avvenuto in queste prime settimane di campionato per cercare di capire quale possa essere "il migliore apparto sanzionatorio da adottare correggendo l'attuale che non tiene conto tra piccole insignificanti minoranze e i danni che può produrre. Si deve insomma aprire una riflessione - ha concluso Beretta - su come evitare che siano penalizzate, il movimento calcio, tutte le società e tanti tifosi perbene ed evitare il potere di ricatto e di condizionamento da parte di piccole frange".
GALLIANI:
Sarebbero stati sentiti da alcuni funzionari della Procura federale. Forse li hanno sentiti in bagno, al bar o non so dove... Ora mi prenderò una squalifica ma non per discriminazione territoriale... Ero allo Juventus Stadium e sentivo tanti cori contro Balotelli, altri no"
Razzismo e sanzioni, cerchiamo altre strade Le società sono al contempo vittime e colpevoli. E il prezzo da pagare insopportabile
Invia ad un amico OkNotizie Stampa AAA 7 Ottobre 2013 Juve-Milan, Lapresse (r.o) - Non è facile sopportare una squalifica che -lo dice il Milan annunciando il ricorso- non ha giustificazioni. Non è facile nemmeno adeguarsi a questa deriva che è il razzismo negli stadi: nei minuti di silenzio, prima e durante le partite, una volta contro un giocatore, un'altra contro una squadra, un'altra ancora contro gli abitanti di una città, di un Paese o di un continente. Attorno al calcio degenera una deprimente maleducazione di alcune frange di tifosi; dentro il calcio si vive col cappio al collo di essere, sempre e comunque, vittime e colpevoli. Pagando un prezzo salatissimo.
Il conto al Milan, stavolta, lo presenta il Giudice sportivo attaverso gli uomini della Procura federale, inviati sulle tribune per capire cosa non va e cosa funziona, e che cosa segnalare. Chi era allo Juventus Stadium, domenica sera, ha udito qualche coro: ma indistinto; ha udito due volte lo speaker invocare il silenzio, e di smetterla; ha forse sorvolato su questi cori che sono talmente norma, da apparire a volte folklore: inammissibile comunque; un coro contro i napoletani è accertato, ma a Napoli -domenica- i tifosi ultras se la sono presa con Tosel, con uno striscione di auto-razzismo e in solidarietà con gli ultras di altre squadre. Insomma: una china pericolosa oltre la quale il conto alle società viene presentato. Con ammende, curve chiuse e ora porte chiuse. Poi ci saranno il campo neutro, le penalizzazioni, partite sospese, 0-3 a tavolino e via salendo. Fino al patibolo. Come finirà? Lottare perché gli stadi non immiseriscano è sacrosanto; tentare strade alternative (sanzioni diverse) per evitare che le società di calcio siano vittime e colpevoli allo stesso tempo è una strada da percorrere. Il Milan che si chiede perché, che non vede giustificazioni in questa sanzione, è un po' lo specchio di questi tempi. Pessimi.
Sportmediaset
Essere succubi di 50 idioti non è corretto... di questo passo nessuno rifarà il prossimo anno l'abbonamento
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