| Arrestati il barone, sandokan e altri 5 fasci mafiosi della Sud «Vogliono farci le scarpe, tanto poi a chi gliene frega di dare i biglietti a loro o di darli a noi». Così, al telefono, discutono due ultrà milanisti del gruppo «Commandos tigre». In curva sud, al Meazza, è tempo di faide. Una nuova formazione è nata, sulle ceneri della disciolta «Fossa dei leoni». «Guerrieri ultras». Cercano spazio tra le frange del tifo. E, soprattutto, mirano a un riconoscimento da parte del Milan. Perché dietro la fede calcistica, esistono interessi economici: il mercato del bagarinaggio e il merchandising della curva.
Ogni mezzo è lecito.
Dalle aggressioni ai gruppi rivali alle intimidazioni nei confronti della società di via Turati. E sette «Guerrieri» sono stati arrestati, con l’accusa di associazione per delinquere, tentata estorsione, resistenza a pubblico ufficiale e lancio di oggetti durante una manifestazione sportiva. Nelle scorse settimane, l’ultima minaccia al club. Tagliandi per la finale di Champion’s League di questa sera, «o non saremo più in grado di tenere buoni i ragazzi della curva».
Una «cupola» agli ordini di Giancarlo «Sandokan» Lombardi e Giancarlo Capelli (il «Barone», capo storico della curva rossonera), seguiti da Mario Diana, Claudio Tieri, Alessandro Pozzoli, Marco Genellina, e Federico «Pablo» Zinguerenke. Gli agitatori della «sud», costati al Milan multe e il rischio di vedersi squalificare il campo. Per questo, la società avrebbe dovuto cedere ai ricatti dei «Guerrieri».
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