| Manolo Portanova: il processo per stupro di gruppo, l’infanzia a Siena, la plusvalenza per la Juventus
Il giocatore è stato condannato a sei anni nel processo che lo vedeva imputato insieme ad altre tre persone per violenza sessuale di gruppo
C’è un tratto distintivo che accomuna i Portanova, un pallone che rotola su un campo da calcio. Passione trasmessa dal padre Daniele, difensore ruvido con un centinaio di presenze in serie A. Temperamento forte e una capacità innata di fare breccia nel cuore dei tifosi, perché non si risparmia mai. Succede a Bologna come a Genova, sponda rossoblù, ma soprattutto a Siena. Città dove conosce la massima serie e, al tempo stesso, fa crescere i figli. Manolo, 22 anni compiuti a giugno, è il più grande dei quattro. All’ombra della Torre del Mangia muove i suoi primi passi su un terreno da gioco, anche se poi si forma nelle giovanili di Lazio e Juventus, prima di approdare al Genoa due anni fa. Squadra in cui milita attualmente. Se il calcio lo porta lontano, una parte delle radici famigliari, pur nelle sue origini napoletane, rimangono in Toscana. Dove resta anche la sua cerchia di amici e dove la madre, Antonia Langella, ha un negozio di abbigliamento vicino a piazza del Campo.
Casa e soprattutto lavoro, perché oltre al calcio, come emerge dai profili social, non sembra esserci spazio per molto altro. E in ogni caso cerca di tenerlo lontano dai riflettori. Sarebbe stato così anche per quella sera di maggio di un anno fa, vissuta in un appartamento del centro storico di Siena, se non fosse che poi si è trasformata in una vicenda giudiziaria. Ultima tappa di un percorso che adesso, dopo la condanna, rischia di interrompersi anzitempo. Con il Genoa ha un contratto fino al 2024, ma decisioni societarie in merito potrebbero arrivare presto. Per ironia della sorte, il suo è anche uno dei nomi relative alle plusvalenze dell’affaire Juventus. Nel passaggio in rossoblù, nel 2020, fu valutato 10 milioni. Secondo i siti specializzati ne valeva uno.
L’ultima udienza e la ricostruzione
Il caso è scaturito dalla denuncia della ragazza, dopo una notte, quella tra il 30 e il 31 maggio 2021, passata in compagnia del calciatore del Genoa e di altre tre persone, tra le quali un minorenne. Il giocatore è indagato insieme ad Alessio Langella e Alessandro Cappiello. Per i primi due, che avevano optato per il rito abbreviato, l’accusa (rappresentata dal pm Nicola Marini) aveva chiesto sei anni, mentre per il terzo il rinvio a giudizio.Nell’ultima udienza, quella che avrebbe dovuto portare al giudizio, Portanova aveva reso una dichiarazione spontanea, nella quale aveva professato un’altra volta la propria innocenza. Le difese hanno sempre sostenuto che il rapporto fosse stato consenziente. Secondo le ricostruzioni, Portanova e la giovane si erano appartati in una stanza e poco dopo erano sopraggiunte altre persone. A quel punto la vittima avrebbe opposto rifiuto, subendo però la violenza. La scena sarebbe stata anche ripresa con i telefoni. Elemento su cui è ruotata buona parte dell’inchiesta.
La sentenza
Oggi il gup del Tribunale di Siena, Ilaria Cornetti, ha riconosciuto la colpevolezza del giocatore, condannandolo a sei anni per violenza sessuale di gruppo. La stessa pena è stata inflitta allo zio, Alessio Langella, mentre un loro amico, Alessandro Cappiello, è stato rinviato a giudizio. Il ragazzo era l’unico che aveva scelto di procedere con rito ordinario. Nella vicenda è implicato anche il fratello di Portanova, William, minorenne all’epoca dei fatti e la cui situazione è al vaglio del Tribunale dei minori di Firenze. Il giudice ha ribadito quanto chiesto dall’accusa, rappresentata dal pm Nicola Marini.
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