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Putin attacca l’Ucraina: è guerra

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Ibra11
view post Posted on 24/2/2022, 08:16 by: Ibra11
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Milanista Eterno

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Putin attacca l’Ucraina: è guerra. Esplosioni a Kiev, Odessa, Kharkiv


Il presidente russo è apparso in Tv prima dell’alba annunciando l’inizio dell’operazione militare «a protezione del Donbass. Chi interferisce subirà conseguenze mai viste»


È lo scenario più drammatico che si potesse osare immaginare: all’alba di giovedì 24 febbraio (le 4 in Italia), Vladimir Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina. Ma anche al resto del mondo, che è avvertito: chiunque tenti di interferire con l’intervento militare russo subirà «conseguenze come non ne avete mai viste». Quasi in contemporanea, il primo allarme da Kiev, dove sono state sentite cinque grosse esplosioni. E poi Odessa, Kharkiv, Mariupol a Sud del Donbass e in altre città del Paese che Putin - ora è tragicamente chiaro - non ha mai accettato di vedere libero. Da Washington, il presidente Joe Biden ha condannato questo «attacco non provocato e non giustificato», per il quale gli Stati Uniti e i loro alleati «chiederanno conto alla Russia». Questa, ha scritto su Twitter il primo ministro belga Alexander De Croo, «è l’ora più buia per l’Europa dalla Seconda guerra mondiale».

«Denazificare l’Ucraina»

L’ipocrisia del presidente russo è arrivata a negare che quanto sta accadendo sia una guerra. La Russia non intende occupare l’Ucraina, ha detto Putin, ma «solo» demilitarizzarla e - testuale - «denazificarla, portando a giudizio coloro che hanno compiuto crimini contro civili, inclusi cittadini della Federazione Russa». Ai militari ucraini si chiede di deporre le armi e «andare a casa». Un’operazione necessaria per «proteggere la popolazione civile di Donetsk e Luhansk», le due regioni separatiste dell’Ucraina orientale che si erano autoproclamate indipendenti nel 2014 e che solo otto anni dopo, il 21 febbraio scorso, Putin ha dichiarato di riconoscere. Di fatto, già una violazione della sovranità ucraina: molti avevano sperato che quella decisione, accompagnata da una presenza militare russa nella regione, sarebbe bastata. Invece, era solo il primo passo. Il pretesto per scatenare un’invasione che non si è fermata né al Donbass né al Sud dell’Ucraina. Ma che è arrivata a Kiev.

In un video rilasciato giovedì mattina dalla presidenza ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha invitato la popolazione alla calma, e proclamato la legge marziale. In un quadro ancora confuso e costellato da affermazioni non verificabili, le guardie di confine ucraine riferiscono che i russi hanno attaccato anche dalla Bielorussia, dove nelle scorse settimane Mosca aveva inviato un contingente di 50mila uomini per quelle che erano state fatte passare per esercitazioni. A Nord dell’Ucraina, il confine con la Bielorussia è lontano circa 75 km da Kiev. Un attacco di artiglieria sarebbe stato lanciato anche da Sud, dalla Crimea.



Il discorso con cui Putin ha annunciato in tv l’intervento in Ucraina è il seguito del lungo atto di accusa all’Occidente pronunciato due giorni fa, e di tutte le altre dichiarazioni premonitrici di queste settimane in cui vari leader si sono presentati al Cremlino per sentirsi dire, invariabilmente, che Europa e Stati Uniti hanno ignorato le preoccupazioni di Mosca riguardo a un possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato, e la richiesta di assumere un impegno vincolante per assicurare la sicurezza dei confini russi.

Queste le parole di Putin: «Ho qualche parola per chi fosse tentato di interferire con quanto sta succedendo: chiunque cerchi di ostacolarci, o peggio di minacciare il nostro Paese e la nostra gente, sappia che la risposta russa sarà immediata e porterà a conseguenze che non avete mai visto nella storia. Siamo pronti per ogni sviluppo, tutte le decisioni necessarie sono state prese. Spero di essere ascoltato».

L’appello in russo di Zelenskyj

Alla vigilia, la sera di mercoledì, i leader delle due regioni separatiste avevano lanciato un altro segnale, inviando al Cremlino una richiesta di aiuto militare per respingere «l’aggressione ucraina». L’invasione potrebbe avvenire entro 48 ore, aveva avvertito la Casa Bianca mentre da Kiev Zelenskyj aveva registrato e rivolto ai russi un messaggio dai toni ben diversi da quelli di Putin: «Il popolo ucraino vuole la pace - aveva detto Zelenskyj parlando in russo, peraltro la lingua a lui più familiare -. Ma se verremo attaccati, se dovremo affrontare un tentativo di portarci via il nostro Paese, la nostra libertà, le nostre vite e quelle dei nostri figli, ci difenderemo. Se ci attaccherete, vedrete i nostri volti, non la schiena».

Per giovedì sera i leader europei erano già stati invitati a Bruxelles per un Consiglio straordinario sull’emergenza ucraina: ora è assolutamente probabile che la sfida lanciata da Putin li convincerà ad andare ben oltre le prime misure sanzionatorie annunciate mercoledì, prendendo in considerazione i piani più estremi come il blocco delle operazioni in dollari per le banche russe, l’esclusione della Russia da SWIFT, il sistema di messaggistica interbancario, restrizioni all’export di tecnologie avanzate. Oltre al già annunciato accantonamento del progetto Nord Stream 2, il gasdotto del Baltico la cui sospensione era già stata annunciata da Olad Scholz, il nuovo cancelliere tedesco.

Una nuova guerra fredda

«L’attacco e le sanzioni avranno conseguenze pesanti sull’economia globale - spiega Henry Rome, responsabile Global Macro Research per Eurasiagroup -. I prezzi di petrolio e gas aumenteranno significativamente, rafforzando le pressioni inflazionistiche. Il transito di gas attraverso l’Ucraina sarà probabilmente interrotto, influenzando le forniture dirette ai Paesi dell’Europa centrale e orientale». Ma soprattutto, l’invasione russa dell’Ucraina «segna l’inizio di una nuova guerra fredda USA-Russia, creando una frattura tra Washington e Mosca che segnerà il ritorno a un confine militarizzato in Europa, alzando ulteriormente la tensione tra Russia e Nato dal Baltico al Mar Nero». Con la possibilità che il conflitto si estenda a Polonia, Ungheria o Romania, l’Alleanza atlantica rischia di essere coinvolta: «Da ultimo - conclude Rome - all’orizzonte si profila una gigantesca crisi di profughi».


Sole24Ore
 
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