| Brescia stende Cremona, Daye trascina Venezia a una rimonta show
Dopo il trionfo della Virtus sulla Fortitudo nel derby di Natale, si completa a Santo Stefano il programma della 15ª di A. Venerdì il posticipo Treviso-Sassari. Riposa Milano, impegnata in Eurolega in casa del Cska Mosca.
15ª giornata: la Germani piega la Vanoli e sale al 4° posto. L’ex Spur firma la vittoria della Reyer su Roma a 4/10 dalla fine 26 dicembre - 19:43 - MILANO Dopo il trionfo della Virtus sulla Fortitudo nel derby di Natale, si completa a Santo Stefano il programma della 15ª di A. Venerdì il posticipo Treviso-Sassari. Riposa Milano, impegnata in Eurolega in casa del Cska Mosca.
Pesaro-Cantù 72-87 Quarta vittoria di fila per la S.Bernando-Cinelandia, che passa alla Vitrifrigo Arena costringendo Pesaro al quattordicesimo stop consecutivo. La caduta non si arresta, la situazione è disperata mentre il marchigiano Pancotto porta a casa un altro risultato importante. La Vuelle schiera Thomas per Drell, ma Sacco non gli concede nemmeno un minuto. Al 6’è 4-15 con i primi fischi del pubblico all’indirizzo dei padroni di casa, troppo molli e arrendevoli. Al 9’ è 13-15 con un 9-0 interno. Al 12’ Clark ha già tre falli, Pesaro avanza col doppio play (23-23). Young è preciso, gli ospiti si affidano alle conclusioni dalla distanza, la Vuelle ha un buonissimo Totè. L’equilibrio si rompe di nuovo e al 18’ è 33-41 con i brianzoli più reattivi. Al 19’ Cantù scappa ancora: 35-48 con un signor Ragland e una difesa locale che riprende a traballare. Al 22’ è 35-52, i valori in campo sono distanti. Le palle perse di Pesaro sono pesanti, è una lunga agonia. Al 28’ è 40-63, c’è una sola squadra in campo. Williams trova il primo canestro dopo 28’, il trend non cambia: è 48-65 al 30’. Totè è l’ultimo ad arrendersi (56-67 al 32’), ma sono solo fiammate e il 61-80 di Hayes fa sfollare il Palas. Al 38’ è 68-80, approfittando di un calo di Cantù, sono sussulti che non portano da nessuna parte. Pesaro esce tra le contestazioni, Cantù, trascinata da Burnell, porta meritatamente a casa un altro successo di squadra. In sala stampa per Pesaro si presentano Amadori (il presidente del Consorzio) e Costa: hanno detto che prenderanno provvedimenti nei confronti della squadra per ”questa cosa vergognosa e irrispettosa verso i tifosi. Non diamo le dimissioni perché abbiamo preso un impegno, ma a fine anno qualcosa succederà”. (Camilla Cataldo) Pesaro: Torè 17, Pusica 14, Barford 13. Cantù: Burnell 21, Young 17, Ragland 13
LEGGI ANCHE la giornata La classifica Varese-Pistoia 91-60 All’Openjobmetis basta un parziale di 16-2 alla fine del primo quarto per mettere la testa avanti e non farsi più raggiungere dall’OriOra (91-60 al 40’). Se Pistoia in avvio s’appoggia su Petteway, Caja trova 8 punti di fila da Vene (8-7 al 2’30”). Carrea prova la zona, ma Simmons è reattivo dentro l’area colorata e Jakovics colpisce dalla distanza (10 punti al 10’ per il lettone). Quando anche l’ex Peak entra in partita con una bella giocata difensiva e successiva percussione, il margine utile Openjobmetis va per la prima volta in doppia cifra (+11 23-12 al 9’), per poi toccare il +17 (39-22 al 16’30”) con due triple di Mayo (sullo scout finale del play Usa, “doppia doppia” da 19 punti e 10 rimbalzi). Grazie all’altro ex dell’incontro, il belga Salumu (14 di valutazione nel primo tempo), l’OriOra però cerca il recupero prima dell’intervallo lungo (44-33 al 20’). Al rientro sul parquet, dopo un tecnico a Petteway, il quintetto di casa allunga di nuovo (+16 54-38 al 24’48”) con Simmons boa offensiva di pregio. Il gioco dei biancorossi di Caja diventa fluido e il tabellone dice +20 per Varese (66-46) già al 29’. Con Jakovics dilagante, c’è spazio anche per i primi punti prealpini di un Cervi in crescita di condizione. (Antonio Franzi) Varese: Jakovics 24, Mayo 19, Vene 13 Pistoia: Salumu 21, Petteway 10, Johnson 8, Brandt 8
Austin Daye, protagonista con 28 punti della vittoria di Venezia. Ciam/Cast Austin Daye, protagonista con 28 punti della vittoria di Venezia. Ciam/Cast Venezia-Roma 79-77 L’Umana resta in corsa per la Final Eight, onore a Roma, trafitta in tap-it da Daye a 3 decimi dalla fine. Venezia senza Cerella (leggera distorsione al ginocchio), che cerca soprattutto Watt in avvio, ma le percentuali restano basse e Roma rimane agganciata (6-6). Bucchi deve togliere Alibegovic (2 falli), entra Pini, è una Virtus diversa da quella “molle” vista contro Brescia. L’Umana fatica in attacco, i giallorossi sorpassano (10-15) con la schiacciata dell’ex Kyzlink, troppi errori da parte dei campioni d’Italia (4/18 al tiro al 10’), né Stone né De Nicolao riescono a fa ingranare gli orogranata. Primo quarto, Reyer brutta copia di quella vista a Reggio Emilia, rimane a secco per 4’44” (10-17) . L’Umana riparte con un’altra intensità in difesa e risale (15-17) con Bucchi costretto al time-out. La Virtus va a sbattere contro le difese della Reyer, incassa un break di 10-0 (21-17), spezzato solo da un libero di Dyson. Venezia prova a scappare (24-18), ripresa dalle triple di Baldasso e Buford (24-24). De Raffaele alza il quintetto con Vidmar e Watt insieme sul parquet, Buford replica a Bramos dall’arco (27-27). Il numero 44 di Bucchi piazza 3 tripla di fila e confeziona con Jefferson il controsorpasso (29-36). Ottima Virtus, anche se nei secondi finali l’Umana dimezza lo svantaggio (40-43). La difesa dell’Umana presenta brecce inusuali e Roma ne approfitta (50-57), Dyson sale di tono, non l’attacco tricolore. Kyzlink è presente (52-60), come Buford e Rom “sogna”. De Raffaele cerca il quintetto della svolta, torna De Nicolao in regia, ma è talento di Daye a tenere a galla Venezia (56-60), che vede sempre la schiena degli avversari (58-64). Stone suona la carica all’inizio dell’ultimo quarto, Daye pilota l’Umana al sorpasso (65-64), si accende anche il Taliercio, la difesa tricolore si fa sentire (70-64, Daye già a quota 21), break di 12-0, interrotto da Buford. Bucchi deve rischiare Jefferson con 4 falli, doppia tripla Alibegovic-Dyson, è parità (72-72), Jefferson allunga il break (72-74). Kyzlink spedisce l’Umana in “buca” (72-77), Daye e Watt firmano il pareggio (77-77) a 37” dalla fine. Ancora Daye a 3 decimi regala la vittoria a Venezia. (Michele Contessa) Venezia: Daye 28, Watt 16, Bramos 10, Tonut 10 Roma: Buford 16, Jefferson 15, Alborgovic 14
Brescia-Cremona 91-76 Il derby dell’Oglio in versione postnatalizia con in palio un biglietto per la Final Eight di Coppa Italia premia una Leonessa irriconoscibile nei primi 20’ e totalmente in balia di una Vanoli dai ritmi altissimi (51 punti segnati nei primi due quarti), salvo essere capace di trasformarsi completamente nel secondo tempo, mandando in visibilio i 5200 del palaLeonessa: partita eccellente di una camaleontica Brescia, che subisce solo 25 punti negli ultimi 20’, ma soprattutto è capace di improntare la partita sui propri ritmi. Dopo il Teddy bear Toss successivo al primo canestro di Lansdowne (2-0) comincia una partita vivissima soprattutto grazie a Cremona, ancora in versione incerottata viste le assenze di Diener, Matthews e Stojanovic, è sempre avanti nei primi 10’ (10-17) e gioca un basket pratico, con Happ a trascinarla in attacco (10 punti nei primi 7’). Cambiano i protagonisti in campo, non il canovaccio: i ragazzi di coach Sacchetti mettono la museruola a quelli di Esposito che perdono palloni in maniera seriale chiudendo il primo quarto con 9 punti da recuperare (20-29). E che a inizio secondo quarto diventano 14 (23-37): Cremona dall’arco va a nozze con la difesa a zona di Brescia che pasticcia in continuazione. Tra un pallone perso ed un forzato, Brescia all’intervallo si ritrova a rincorrere (39-51) una Vanoli che ha in Sanguinetti un killer spietato (2/3 da 3). Intensità, forza e volontà: dalla pausa lunga emerge una Leonessa totalmente diversa (51-55) trascinata da Moss; l’asse Vitali-Cain torna ad essere quello vincente e dopo un lungo inseguimento arriva il sorpasso di Lansdowne dalla lunetta (67-66) che chiude il terzo quarto di gioco. Con l’inerzia dalla sua, Brescia cerca l’allungo (71-66) mentre Cremona tenta di non andare fuori dalla partita appendendosi ad Happ (22) che con un antisportivo permette a Brescia di arrivare a +8 (79-71). Con in mano la partita, la ciliegina sulla torta è la tripla di Brian Sacchetti (84-74) che regala di fatto alla Leonessa una vittoria importantissima che la proietta a Pesaro alle F8: il peggior regalo di Natale che potesse fare a papà Meo. (Alberto Banzola) Brescia: Lansdowne 21, Abass 18, Cain 13. Cremona: Happ 22, Akele 16, Richardson 13.
Brindisi-Reggio Emilia 87-72 Brindisi torna alla vittoria dopo 4 sconfitte consecutive aggiudicandosi il primo scontro diretto in chiave Final Eight, battendo Reggio Emilia dopo una gara non brillantissima dal punto di vista tecnico anche se condotta in vantaggio dal primo minuto. I padroni di casa partono fortissimo: Stone realizza il +8 dopo 3’ (10-2), accelerazione che costringe Buscaglia a fermare l’inerzia dei brindisini con un time out. La Grissin Bon esce però dal minuto di sospensione con le idee ancora più confuse. La difesa a zona di Reggio riesce ad inceppare per un attimo l’attacco di Brindisi che resta comunque in controllo ma con i meccanismi difensivi ancora da registrare (10’, 24-13). Dopo il +14 firmato da Stone (11’, 29-15) sono gli 8 punti consecutivi di Johson-Odom a riportare in quota la formazione reggiana (31-23). Campogrande con 14 in 7’ (4/5 da 3) e con il contributo di Gaspardo permette a Brindisi di aggiornare il nuovo massimo vantaggio (16’, 43-28), dimezzato per un paio di passaggi a vuoto prima dell’intervallo lungo (46-38). Nel secondo tempo il film della partita non cambia. Brindisi molle in difesa riesce a mantenere un cospicuo vantaggio prima di sbattere nuovamente il muso contro la difesa a zona della Grissin Bon (28’, 59-52). Gli ospiti, seppur con grande generosità, non riescono a dare continuità ai vari tentativi di rimonta. Thompson con due liberi riporta i suoi al massimo vantaggio (34’, 76-61). Nel finale alla Happy Casa non resta che gestire il gap anche se con qualche affanno e sofferenza di troppo. (Giuseppe Mazzone) Brindisi: Campogrande 17, Banks 16, Brown 14. Reggio Emilia: Johnson-Odom 15, Pardon, Mekel 13, Owens 12
Trento-Trieste 80-53 Dopo tre sconfitte consecutive Trento si riscatta battendo Trieste in piena crisi. Alla Blm Group Arena è stata una partita senza storia, condotta dall’inizio alla fine dalla squadra in maglia bianconera grazie ad una bella prova collettiva. L’inizio di match non è proprio un bello spot per il campionato. Sarà per l’importanza della partita, ma nei primi minuti non si segna quasi mai. Quando Trento comincia a ingranare, però, per Trieste sono dolori. L’Aquila parte avanti 12-0, sfruttando l’avvio da incubo della squadra di coach Dalmasson: i primi punti messi a segno solo dopo quasi otto (!) minuti sono per distacco il record negativo stagionale. Il problema è che poi, fino alla fine del primo quarto, gli ospiti non ne metteranno altri, così Trento dopo 10’ comanda agevolmente 19-3. L’orgoglio triestino esce timidamente nel secondo quarto, quando con un parziale di 12-2 i biancorossi rientrano in partita (25-16). Il buon vento finisce di spirare troppo presto, perché Trento trova con Knox e soprattutto con Pascolo la forza per respingere i tentativi di rimonta di Trieste, conducendo 40-25 a metà partita. Al rientro dagli spogliatoi l’Aquila continua a spingere sull’acceleratore allungando ulteriormente il divario. Trieste non riesce proprio ad accendersi, sprofondando fino al -26 (58-32). La partita scivola via leggera per la squadra di Brienza. Il largo vantaggio porta Trento a commettere qualche errore superficiale all’inizio dell’ultimo quarto, ma la partita ha ormai ben poco da dire. Ci pensa Forray a ristabilire le distanze, mentre il finale è la passerella che porta Trento a tirare il fiato per il ritorno alla vittoria. Per Trieste, invece, è ancora buio pesto. (Andrea Orsolin) Trento: Forray e Gentile 11; Craft, Kelly e Knox 10 Trieste: Jones 11, Da Ros 8, Fernandez 7
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Bologna è della Virtus: Fortitudo dominata nel derby di BasketCity
Non c’è storia. Bologna è della Virtus, che travolge la Fortitudo 94-62 nel derby di Basket City numero 104 ma primo in Serie A dal 29 marzo 2009. Come allora vincono le V Nere, che dimostrano fin dalla palla a due perché sono primi in classifica (da stasera con 12 vittorie in 14 partite): difesa di ferro, attacco fluido con Kyle Weems scatenato (32 punti con 13/16 al tiro), gestito da Milos Teodosic, che per l’occasione Djordjevic lancia in quintetto (prima volta in stagione per il serbo), e Stevan Markovic, che chiudono entrambi con 10 assist. La Fortitudo va sotto subito e non si rialza più, incapace di superare il muro difensivo avversario: per gli uomini di Martino è la seconda sconfitta nelle ultime tre partite, col 41% da due e il 5/21 da tre che suonano come sentenze.
Monologo Virtus, con Teodosic e Markovic che dispensano regali di Natale sotto forma di assist con palloni che chiedono spesso solo di essere spinti nel canestro. Il 22-11 della prima sirena si dilata fino al 45-25 dell’intervallo, con la Fortitudo che non riesce a tirare da tre e fa fatica a fare canestro anche da due. Nella ripresa la squadra di Djordjevic controlla e riprende a vincere dopo il passo falso di domenica a Sassari, preparandosi al meglio per la super sfida di domenica (ore 15.30, diretta Rai2) contro Milano. Virtus: Weems 32, Hunter 15, Gamble 10 Fortitudo: Seems 16, Robertson 12, Cinciarini 12
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Basket, Eurolega: Milano cade 78-75 in casa del Cska
Santo Stefano amaro per l’Armani allenata dal grande ex del Cska Ettore Messina, che si arrende ai campioni in carica di Eurolega trascinati da Hackett. Nel primo quarto l’Olimpia rimane a secco da tre e va sotto 19-13. La difesa porta avanti Milano che all’intervallo lungo si ritrova a +7. Nella terza frazione James riporta a galla il Cska ma l’Armani resta avanti 59-61. Nell'ultimo quarto Hackett si esalta dall'arco e non lascia scampo a Milano, che perde 78-75.
BASKET EUROLEGA Basket, Eurolega: Milano cade 78-75 in casa del Cska Olimpia sconfitta a Kaliningrad, protagonista Daniel Hackett con 28 punti e sei triple 26 dicembre 2019A A A Santo Stefano amaro per l’Armani allenata dal grande ex del Cska Ettore Messina, che si arrende ai campioni in carica di Eurolega trascinati da Hackett. Nel primo quarto l’Olimpia rimane a secco da tre e va sotto 19-13. La difesa porta avanti Milano che all’intervallo lungo si ritrova a +7. Nella terza frazione James riporta a galla il Cska ma l’Armani resta avanti 59-61. Nell'ultimo quarto Hackett si esalta dall'arco e non lascia scampo a Milano, che perde 78-75.
A Kaliningrad l’AX Armani Exchange Milano non riesce a vincere dopo la vittoria al Forum contro Valencia che era stata preceduta da cinque sconfitte consecutive. Nella sfida che apre il turno numero 16 gli uomini di Ettore Messina, due volte trionfatore in Eurolega con il Cska, non riescono a guadagnare dei punti preziosi per rimanere senza ansie in zona playoff. Il match si apre con un botta e risposta in penetrazione tra i rispettivi ex Daniel Hackett e Sergio Rodriguez, la schiacciata di Kaleb Tarczewski fa ben sperare l’Olimpia nella battaglia sotto canestro. Il Cska fa prevalere la maggiore organizzazione, Milano resiste ma dopo la tripla di Hackett si ritrova a meno sei. Il primo quarto si chiude sul 19-13 per i padroni di casa grazie alla schiacciata in contropiede di Joel Bolomboy, spicca lo 0/7 da tre punti dei ragazzi di Messina. Nel secondo quarto iniziano bene gli ospiti ma Mike James, miglior marcatore della scorsa Eurolega proprio con l’Olimpia, fa sentire la sua leadership prima di sedersi in panchina per rifiatare. Cinque punti di Tarczewski portano in parità il match a quota 26 e costringono Dimitris Itoudis a chiamare il time out per motivare i russi. Rubata di Hackett ai danni di Luis Scola e secondo fallo per il veterano argentino, replica subito la squadra di Messina con il sontuoso sottomano di Nemanja Nedović seguito dalla tripla di Amedeo Della Valle che chiude un parziale di 12-0 per l’Armani. Il Cska tira male e le urla di Itoudis non bastano, all’intervallo russi sotto 39-32 con un James in sofferenza contro i raddoppi predisposti da Messina.
Nel terzo quarto il Cska stringe le maglie in difesa e fa circolare il pallone nell’altra metà campo, diventano quattro le triple di Hackett, letale dall’angolo. Splendido no-look in transizione di James che serve Johannes Voigtmann per la schiacciata, il Cska gioca con un’altra intensità e James riesce a mettere a segno la sua prima tripla. Il ragazzo di Portland va in lunetta con continuità e arriva anche la seconda tripla. Nel finale di quarto i cinque punti di Rodriguez regala ossigeno all’Armani avanti 59-61. Grande intensità per entrambe le squadre a inizio quarto quarto, 6/9 complessivo dalla lunga distanza per Hackett che punisce la sua ex squadra con due triple fondamentali e firma un parziale di 12-0. Rodriguez si inventa un canestro importante dall’arco per il -4. Arturas Gudaitis segna e poi stoppa Hackett per dare speranza all’Olimpia, ma arriva un’altra rubata dell’azzurro che è l’anima del Cska e si prende la soddisfazione di chiudere la pratica in penetrazione.
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