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Attentato a San Pietroburgo. Media russi: diversi morti

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view post Posted on 3/4/2017, 14:46
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Milanista Eterno

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Esplosione nella metropolitana di San Pietroburgo, almeno 10 morti

Confermato il primo bilancio sulle vittime. In rete le immagini di un vagone sventrato e di persone che abbandonano le pensiline invase dal fumo

Torna la paura a San Pietroburgo, in Russia. Nel primo pomeriggio si è verificata. un’esplosione sulla linea blu della metropolitana all’interno di un vagone tra la stazione di Sennaya Ploshchad e quella di Teknologicheskiy Insitut che è la fermata della metro successiva. Secondo fonti ufficiali ci sono 10 vittime, tra cui bambini e 50 feriti.
Tutte le stazioni della metropolitana sono state chiuse e un ordigno inesploso sarebbe stato rinvenuto nella stazione di Ploshchad Vosstaniya.

Le cause dell'esplosione
Non è chiaro al momento quali possano essere state le cause dell’esplosione che secondo l’antiterrorismo russo sarebbe avvenuta mentre il vagone si trovava tra le due stazioni.
Sui social network circolano alcune immagini che mostrano il deflusso dei passeggeri dalle pensiline invase dal fumo. Almeno sette fermate della metropolitana sono state chiuse e sono in corso le operazioni di evacuazioni dei passeggeri. In una foto si vede un vagone della metropolitana parzialmente sventrato e non si notano segni di bruciature sulle porte. In un filmato diffuso in rete si notano bulloni vicino ad un vagone della metro. Secondo la stampa russa si tratta di più ordigni da circa 200-300 grammi di tritolo.

Putin in città
Il presidente Vladimir Putin è stato informato ed è in costante contatto con le autorità. «I motivi al momento non sono chiari, non escludiamo nessuna pista: né quella criminale, né quella terroristica» ha dichiarato Putin, sottolineando che le indagini «sono in corso». Il presidente russo si trova a San Pietroburgo per incontrare il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko.

I precedenti
La Russia è da tempo nel mirino dei ribelli ceceni che in passato hanno minacciato attacchi. Nel 2010 almeno 38 persone vennero uccise da un duplice attentato kamikaze nella metropolitana di Mosca. Nel 2009 su un treno ad altra velocità vennero uccise da una bomba 27 persone e ne furono ferite 130. Nel 2004 almeno 330 persone di cui la metà bambini vennero uccisi nell’assalto ad una scuola di Beslan nell’Ossezia del Nord. Nel 2002 120 vennero uccisi nel teatro Dubrovka di Mosca. Come da copione, su Telegram e sui canali non ufficiali di Isis i supporter del gruppo terroristico hanno postato parole di giubilo per l’esplosione nella metropolitana di San Pietroburgo. Molti miliziani di Isis sono di origine cecena.

corriere.it
 
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view post Posted on 4/4/2017, 09:24
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Milanista Eterno

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Criscito: "Ero in un ristorante vicino alla stazione colpita"
La testimonianza del difensore dello Zenit San Pietroburgo, Domenico Criscito: "Sono corso a casa ad abbracciare i miei figli"


C'è anche Domenico Criscito tra gli italiani che vivono nella San Pietroburgo sconvolta dall'attentato.


Il difensore dello Zenit, secondo posto in classifica a tre punti dallo Spartak Mosca di Massimo Carrera, vive dal 2011 nella città che si affaccia sul Mar Baltico. Racconta: «Ero a pranzo in un ristorante vicino alla stazione della metropolitana dove c'è stato l'attentato». Ma non ha percepito nessun pericolo: «Sono tornato a casa e ho saputo dalla televisione cosa era successo». Criscito ci tiene a sottolineare che «nei giorni precedenti, nel fine settimana non c'era stato nessun tipo di segnale che facesse pensare a una situazione di allarme» com racconta dopo le telefonate in Italia per tranquillizzare i famigliari e il procuratore Andrea D'Amico che proprio domani dovrebbe tornare a San Pietroburgo.

In città la situazione era tranquilla tanto che il suo giorno di riposo il difensore dello Zenit non ha esitato a trascorrerlo in città come sempre. Svago e appunto il ristorante, poi - spiega - una volta successo il caos «mi sono chiuso in casa e ho trascorso il pomeriggio con i miei bambini». A prescindere dall'appello dell'autorità, che avrebbero in un primo momento consigliato di non uscire dalle proprie abitazioni se non in caso di necessità. E soprattutto ha tirato un sospiro di sollievo quando è riuscito a mettersi in contatto con il suo preparatore Carlo Nicolini: «Lui prende quella linea blu, sempre affollata, della metropolitana di San Pietroburgo per andare al centro d'allenamento della squadra. L'ho sentito, sta bene. Per fortuna non è rimasto coinvolto nell'attentato». Certo che rimane l'impressione è che non ci sia più un posto sicuro dove stare, perché era «impensabile che un città tranquilla come San Pietroburgo potesse essere colpita» conclude Criscito. Per oggi è prevista la ripresa degli allenamenti, un modo per tornare alla normalità dopo un lunedì di paura e morte.

ilgiornale.it

Attentato a San Pietroburgo, in azione un 22enne kirghiso

Forse attacco kamikaze: un solo sospetto in azione. Si segue la pista islamista. Occhi puntati su Akbarjon Djalilov


Si tratterebbe del 22enne Akbarjon Djalilov. La pista è quella della jihad, la guerra santa dettata dal Corano. I servizi segreti di Mosca sapevano della preparazione di attentati terroristici: erano stati avvertiti da un russo che collaborava con l'Isis ed era detenuto dopo il suo ritorno dalla Siria. Secondo il servizio di sicurezza russo Fsb sono almeno settemila i cittadini provenienti dalle diverse Repubbliche dell'ex-Urss, dei quali 2.900 russi, ad aver raggiunto come foreign fighters le fila dello Stato islamico.

Parlare ieri sera del coinvolgimento di un cittadino del Kazakistan, il 22enne Maksim Arishev, nell'attacco terroristico alla metropolitana di San Pietroburgo era prematuro. Dopo che ieri notte i media russi hanno riferito che si traterebbe di un attacco suicida sferrato da un giovane proveniente dall'Asia centrale Anuar Zhainakov, il capo del servizio stampa del ministero degli Esteri kazako, aveva infatti invitato alla calma. Le foto diffuse, che indicano il ragazzo come originario dell'Asia Centrale, lo mostrano con gli occhiali, una giacca marrone con il cappuccio e un cappello blu. In spalla, lo zainetto che avrebbe contenuto l'ordigno rudimentale, poi esploso nel terzo vagone tra la metro "Tekhnologhichesky Institut" e "Sennaya Ploshchady". Il giovane, prima di infilarsi nel vagone e compiere l'attentato, avrebbe lasciato l'ordigno poi trovato inesploso alla stazione di "Ploshchad Vosstaniya".

L'antiterrorismo russa starebbe seguendo la pista di un kamikaze membro di un'organizzazione terroristica islamista messa al bando nel Paese. "Il kamikaze - sostiene una fonte dei servizi di sicurezza - avrebbe celato l'ordigno in uno zaino". Il tutto "sulla base dei resti ritrovati che fanno propendere per un'esplosione causata da un attentatore suicida - ha aggiunto la fonte dietro condizione di anonimato - ma la certezza potrà solo venire dopo l'esame del dna". Ieri alle 21.06 (ora locale) al Consolato generale kazako di San Pietroburgo è arrivata la chiamata di Irina Arishev da Almaty che ha riferito che, dopo l'attentato in metropolitana (guarda il video), non è riuscita più a mettersi in contatto con il figlio Maksim Arishev, studente del terzo anno di studi di economia nell'università della città sul Baltico. Oggi, poi, la smentita e la nuova pista. Adesso gli occhi sono puntati su Akbarjon Djalilov (o Akbarzhon Jalilov), nato nella città di Osh nel 1995. Il Kirghizistan, Paese dell'Asia centrale a maggioranza musulmana, è uno stretto alleato politico della Russia e ospita una base militare aerea russa.

ilgiornale.it
 
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