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Gabriele Sandri, il ricordo non muore mai

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ZiZiO_1911
view post Posted on 11/11/2015, 14:59




Sono passati otto anni da quel tragico delitto, ma il ricordo di Gabriele Sandri resta vivo, nel cuore e nella mente di tante persone. Appassionati di calcio e non solo. Esseri umani che non possono dimenticare l’uccisione di un ragazzo che come altri (Cucchi, Aldrovandi, Uva) è stato ammazzato da chi rappresenta lo Stato.

Questa è la storia di un giovane dal cuore nobile, una persona per bene che amava la musica e la Lazio più di ogni altra cosa. E che non aveva una fedina penale macchiata da reati. "Gabbo” non era certo un delinquente, tutt’altro. Poteva contare sul sostegno e l’amore di una famiglia sempre presente, affettuosa e benestante. E su una cerchia di amici affidabili che si divertiva senza sballarsi. Che amava andare allo stadio senza indossare il passamontagna e senza portare con sé delle armi. Solo per seguire quello che rappresentava un grande amore. Ed è grazie a quel sentimento così forte che Sandri, disk jockey, l’11 novembre del 2007, dopo aver lavorato al “Piper”, rinomata discoteca romana, decide di mettersi in macchina, con quattro supporter biancocelesti, per dirigersi verso lo stadio Meazza di Milano e seguire la Lazio nella sfida contro i nerazzurri.

Un viaggio con gli amici per sostenere i propri beniamini trasformatosi in tragedia nell’area di servizio di Badia al Pino, nei pressi di Arezzo. Una leggera discussione tra tifosi durante la pausa caffè e la follia di un’agente della polizia stradale, Luigi Spaccarotella (poi condannato in via definitiva per omicidio volontario a 9 anni e 4 messi di reclusione) il quale, sentite le grida e pensando a una rapina, decide di esplodere il colpo mortale uccidendo Gabbo, che stava riposando sul sedile posteriore di una Renault Megane. Sparato da una parte all’altra dell’autostrada. Un gesto assurdo, inspiegabile. Imperdonabile. Non giustificabile nemmeno se Sandri fosse stato il peggior criminale ricercato sulla faccia della terra, per come sono andati fatti, riferiti da cinque testimoni super partes. A maggior ragione visto che “Gabbo”, fino a quel momento, non era neppure stato riconosciuto come sostenitore biancoceleste (non aveva né bandiere né sciarpe). Sarebbe bastato semplicemente prendere il numero di targa della macchina, avvertire e chiudere i caselli dell’A1, predisporre posti di blocco e procedere all’identificazione degli occupanti del veicolo. Nel rispetto della legge e del diritto. E basta. Facendo dunque la cosa più giusta e normale del mondo che un pubblico ufficiale poteva e doveva fare. Senza sacrificare la vita di un giovanotto di appena 28 anni stimato e apprezzato da tutti. E senza rovinare il resto dei giorni a una famiglia straordinaria che in tutto questo tempo, invece di gridare vendetta è riuscita, nonostante il dolore travolgente, a trarre iniziative positive da un fatto che di positivo non aveva proprio nulla.

Giorgio Sandri, papà di Gabriele, meriterebbe una medaglia al valore. Perché nel corso di questi otto anni ha organizzato campagne di grande significato, come dimostra la fondazione da lui creata, per la promozione di progetti per lo studio e il contrasto di ogni forma di violenza attraverso la diffusione, soprattutto fra bambini e giovani, di una cultura della civile convivenza e della legalità. Riuscendo a trovare la forza di reagire in maniera positiva per evitare che questi fatti orribili accadano ancora una volta.

Gli anni passano ma i pensieri rivolti a “Gabbo”, no. Il suo ricordo resta indelebile, per niente scalfito dal tempo. A testimonianza del fatto, pure le dichiarazioni di Antonio Buccioni, presidente della Polisportiva Lazio, grande famiglia che di dimenticare uno dei suoi tanti angeli, proprio non ci pensa nemmeno. E che al Giornale d’Italia ricorda con amore l’indimenticabile aquilotto: “Porgo innanzitutto solidarietà e affetto ai familiari di Gabriele. Perché ci sono dei dolori che ti accompagnano per il resto della vita e che il tempo non può affievolire. Un rinnovato senso di pietas di una vita che si spegne a 28 anni e un’ideale testimonianza di gratitudine a Gabriele perché attraverso il suo sacrificio – e tutto quello che ha comportato di conseguenza – si sono comprese le problematiche, sia pure parzialmente, di tutti quei ragazzi che non solo nel calcio sposano da appassionati sostenitori le sorti di una squadra. Un processo lungo, difficile, che certo non è arrivato a completa maturazione visto che vive di continue battute di arresto. Ma che, spero, possa trovare prima o poi una soluzione”.

Sopra di noi le stelle. Ciao “Gabbo”, you’ll never walk alone.

Source: ilgiornaleditalia.org
 
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view post Posted on 11/11/2015, 16:32
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Milanista Eterno

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Ma dai per favore.... andavano in giro con armi, coltelli e tante altre cose... questa storia mi fa ridere.

Non ricordavo male:

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/c...e-viminale.html

E andava in giro con un individuo che di norma:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/11/...andri-24559598/


A livello umano spiace, ovvio ma lo si santifica quando in realtà non era un santarellino, anzi.
Poi che il poliziotti sia impazzito è un altro discorso.
 
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ZiZiO_1911
view post Posted on 13/11/2015, 02:14




CITAZIONE (Maldini3 @ 11/11/2015, 16:32) 
Ma dai per favore.... andavano in giro con armi, coltelli e tante altre cose... questa storia mi fa ridere.

Non ricordavo male:

www.repubblica.it/2007/11/sezioni/c...e-viminale.html

E andava in giro con un individuo che di norma:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/11/...andri-24559598/


A livello umano spiace, ovvio ma lo si santifica quando in realtà non era un santarellino, anzi.
Poi che il poliziotti sia impazzito è un altro discorso.

ancora credi a quello che scrive la Repubblica? andiamo bene
 
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view post Posted on 13/11/2015, 11:12
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Milanista Eterno

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Repubblica come tutti gli altri... Non mi interessa la politica se vuoi saperlo.

Per te gli ultras sono tutti dei grandi ma non é cosi....
 
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view post Posted on 13/11/2015, 11:29

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Ciao Gabriele!
Che la terra ti sia lieve
 
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