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Abbonamenti: Milan e Inter abbandonate dai tifosi

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gival92
view post Posted on 9/10/2014, 10:30 by: gival92

El Milan e poeu pù

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Inter e Milan abbandonate dai tifosi, il calcio si sposta


Messi assieme, i dati sono negativi, pesanti, per non dire disastrosi. Inter e Milan hanno perso 12.500 tifosi, lasciando per strada il 23% degli abbonamenti nell’ultimo anno. I nerazzurri, squadra con il maggior numero di affezionati nella passata stagione (30.729), si sono visti abbandonare da più di 8.000 persone, e si vedono ora scavalcati da Juventus, Roma e Fiorentina; per il Milan, invece, si registra il peggior dato dell’era Berlusconi con poco più di 19.000 tessere staccate, un calo superiore alle 4.000 unità dello scorso anno e una picchiata terrificante rispetto al 2011-12, quando gli abbonati avevano superato la soglia dei 31.000 e rivaleggiavano con l’Inter, a quota 35.000. Ma i bei vecchi tempi in cui le milanesi sfondavano la barriera dei 40.000 ormai sono passati e, probabilmente, non torneranno mai più.

La geografia del nostro calcio sta cambiando, è chiaro, e non parliamo soltanto di stadi più vuoti rispetto al passato, con San Siro in testa – e per distacco – in questa speciale classifica. Milano ha perso tanto, tantissimo, e non bastano le tessere gratuite eliminate sotto la gestione Thohir per spiegare il dato, così come il Milan, che con il cambio al vertice e l’arrivo di Barbara Berlusconi come figura specifica per la promozione e il marketing aveva come obiettivo quello di non bissare il dato super-scadente della passata stagione (23.500). Di contro, è arrivato un nuovo record negativo.

L’Inter in Europa League, con i fasti del triplete già finiti del dimenticatoio, un passaggio di consegne al vertice che ancora deve darsi un senso, un progetto di ricostruzione che stenta a partire e un allenatore forte ancora da trovare; il Milan fuori dalle Coppe, reduce da una stagione terrificante, da un’estate segnata da altri avvicendamenti in panchina e priva di grandi nomi sul mercato e da un nuovo piano di rilancio che convince, finora, il giusto: alla luce di queste considerazioni, è plausibile che il grande calcio si stia spostando da Milano e dal suo stadio, alla ricerca di realtà migliori in cui poter provare a rifiorire.


Non sarà Napoli, che ha perso un terzo dei suoi abbonati scendendo da 12.500 a quota 8.200, e nemmeno Roma sponda Lazio, altra società che ha fatto registrare un calo vertiginoso delle tessere staccate perdendone quasi 6.000, dato segnato dai contrasti tra la tifoseria e la dirigenza Lotito, ma l’entusiasmo spunta da altre parti: se la Juventus non ha perso aficionados nonostante l’addio di Antonio Conte (i numeri sono identici a quella della scorsa stagione e non dovrebbero aumentare anche per via della politica societaria che punta a tenere una buona percentuale di posti liberi per la vendita diretta dei biglietti), è la Roma giallorossa a segnare il secondo miglior dato stagionale piazzandosi alle spalle della Vecchia Signora (26.100), con i tifosi sempre più convinti del progetto di Sabatini e Rudi Garcia all’interno di un braccio di ferro con la Juventus anche sugli spalti.

Ma chi sorride maggiormente, forse, sono le piccole e le neopromosse, che registrano dati mai visti nella storia. L’Empoli, che ha superato quota 6.000, ha incrementato le tessere di 4.089 rispetto alla scorsa stagione (certo, era in Serie B…) e ha sfondato il record ogni epoca, estremamente significativo per una città che conta solamente 48.000 abitanti, così come il Cesena, che ha passato la soglia delle 12.000 unità (+4.167) toccando un altro primato mai visto fino ad ora, per non parlare del Sassuolo, che si mantiene a quota 8.000 su una popolazione totale di 40.000, facendo segnare la percentuale più alta tra abitanti e tessere vendute. Il calcio piccolo che rinasce e che funge da grande bacino collettore non soltanto per la città di appartenenza della squadra ma anche per i dintorni, creando una sorta di campanilismo attorno al centro principale obiettivamente strana per un Paese come il nostro, con i tifosi entusiasti di vedere la propria formazione nella massima Serie ma, soprattutto, di poter osservare da vicino le squadre più blasonate del nostro campionato. Se Milano ha perso la passione, in provincia sale invece la voglia di vedere Inter e Milan da vicino. Forse anche perché di questi tempi fanno un po’ meno paura…



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