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Patrick Kluivert

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view post Posted on 6/9/2012, 20:26

El Milan e poeu pù

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kluivertt

Erede di Van Basten, gioiello del vivaio dell'Ajax, carnefice del Milan nella finale di Champions del '94-'95. Patrick Kluivert arrivò a Milan con un librone di credenziali, che presto finirono nel fuoco, cancellate da prestazioni insufficienti e clamorosi goal sbagliati.

Ho già detto, stradetto e ripetuto che la differenza fra meteore e bidoni a volte è davvero sottile. Non si capisce quale ingranaggio salti via nella mente di un giocatore talentuoso, ad un certo punto della sua carriera, tanto da trasformarlo in una pippa come poche: si parla di incapacità nel reggere la tensione ad alti livelli, di rapporto burrascoso coi compagni e con l’ambiente, con l’allenatore, di stili di vita non certo consoni ad un atleta, di aspetti caratteriali che fanno a cazzotti con un gioco che teoricamente dovrebbe essere di squadra, per continuare all’infinito. Ebbene, c’è un giocatore che incarna pienamente quanto detto finora: Patrick Kluivert.

Questo olandese di origini surinamensi, con il viso da eterno ragazzino, ad un certo punto della sua giovane carriera sembrava davvero essere il nuovo crack del calcio mondiale, paragonato addirittura a mostri sacri come Marco Van Basten e Johan Cruyff. Nato nelle giovanili dell’Ajax, un po’ trequartista ed un po’ attaccante, dopo essersi fatto tutta la trafila arrivò ad esordire in prima squadra alla tenera età di 18 anni, facendosi notare per l’incredibile media realizzativa: un bel malloppo di 18 gol, tutti segnati nella stagione dell’esordio (il 1993/94), che però non bastarono per la conquista del titolo nazionale. Ma fu la stagione successiva a regalare a Kluivert un posto in prima fila nel palcoscenico del calcio mondiale: quell’anno vide l’Ajax stravincere il campionato, la supercoppa d’Olanda e soprattutto la prima Champions League della sua storia. Quella finale, manco a dirsi, l’Ajax la giocò a Vienna contro il Milan di Fabio Capello, il 18 maggio 1995 e, manco a dirsi, vide i lancieri prevalere sui rossoneri grazie ad un gol di Kluivert nei minuti finali, che per la cronaca diventerà il marcatore più giovane in una finale di Champions (record che detiene ancora).

A dire il vero quell’anno Kluivert, ebbro come un cammello, ebbe anche la geniale idea di mettersi alla guida della sua bella auto sportiva, provocando un incidente in cui perse la vita un padre di famiglia. La pena fu severissima: 240 ore di lavori socialmente utili da scontare presso un ospizio. E dire che, per lo stesso crimine, c’erano fortunelli che finivano in carcere per omicidio colposo. Tornando al calcio, ebbe poi modo di confermare il suo talento restando in Olanda per altri due anni, aggiungendo al proprio palmares una Coppa Intercontinentale, un altro scudetto, un’altra Supercoppa olandese ed infine una Supercoppa UEFA, il tutto condito da svariate nominations per il titolo di “calciatore olandese dell’anno”. L’unico rammarico fu la finale di Champions del ’96, stavolta persa contro la Juve: lì Kluivert giocò in modo pietoso, ma era reduce da un’operazione al menisco. Tutto comunque faceva pensare che il giovine Patrizio fosse pronto per il salto nel grande calcio, ed inoltre la fiera sentenza Bosman lo rendeva un affare a costo zero: fu il Milan, ahinoi, la squadra più lesta di tutte.

Kluivert arriva quindi al Milan nella stagione 1997/98, a parametro zero, al termine di una trattativa non esattamente condotta alla luce del sole. Berlusconi e Galliani annunciano l’acquisto del giocatore olandese, che però nicchia: il contratto, a dispetto delle dichiarazioni della dirigenza rossonera, non viene depositato in lega. C’è qualcosa che puzza. I due procuratori dell’olandese, i monsignori Lens e Gerards, stanno infatti approfittando schifosamente della situazione, offrendo il proprio assistito in giro per il mondo, al miglior offerente: Real Madrid, Barcellona, Manchester United, Arsenal, Newcastle, Liverpool, Bayern, Juventus, Inter e Roma, oltre ovviamente al Milan, che in teoria dovrebbe avere dalla sua un precontratto fatto firmare a Patrick (il quale però nega tutto). Alla fine Kluivert si decide e firma per il Milan, dichiarandosi innamorato da sempre dei colori rossoneri: “Due anni fa, a Vienna, dopo la finale di Champions League vinta, ho capito che il Milan sarebbe stata la mia squadra. L’ho sempre amata, ho deciso che un giorno avrei giocato lì”. Una dichiarazione che fa un po’ a pugni con questo sospetto ritardo nel prendere questa decisione. Più avanti, i monsignori Lens e Gerards verranno radiati dall’albo “per avere intascato denaro da un club italiano nella trattativa per il trasferimento di un importante giocatore”: se non è amore questo.

In ogni caso, Patrick giunge in Italia circondato dall’aureola del giocatore che sa di essere un fenomeno, ma che non si rende conto di doverlo dimostrare in un certo stadiuccio chiamato San Siro. La sua prima dichiarazione da milanista è da brividi e fa già presagire il peggio: “La squadra ha quasi toccato il fondo, lo so, sta vivendo un anno nero. Con il mio arrivo, la situazione potrà solo migliorare. Divento rossonero nel momento giusto”. La stampa, i compagni di squadra, i dirigenti milanisti sono tutti d’accordo: Patrizio è il nuovo Van Basten, la risposta a Ronaldo dell’Inter, il partner perfetto di Weah, il futuro pallone d’oro! Patrizio in realtà è solo un giocatore con una spocchia a dir poco disumana. La sua conferenza stampa è un fiume in piena, dove si alternano buoni propositi a sparate di caratura biblica, come quella in cui afferma: “Voglio giocare, si tratta solo di decidere chi farà coppia con me. Sono disposto ad andare in panchina solo quando mi sento stanco”. Purtroppo per lui, in panchina ci finirà spesso.

Intanto Galliani, festoso come non mai, si sbilancia: “Kluivert è la nostra risposta a Ronaldo e alla Juve. Meglio ancora: Kluivert più Weah. Una coppia cosi, non la cambio neppure sotto tortura”. Peccato che sarà proprio Kluivert uno degli strumenti di tortura più insopportabili per il tifoso milanista, costretto ad assistere allo show di un fantasma assolutamente inefficace sottoporta, incapace di farsi notare se non per il mostruoso coro di fischi che lo accompagnava ogni volta che cercava di toccare palla. Ed intanto il buon Galliani, purtroppo non in grado di prevedere il futuro, continuava ridacchiando: “Ricordo ancora oggi il gol subito a Vienna da Kluivert. L’abbiamo preso perché non possa più farci del male”. Le ultime parole famose.

Ma Galliani non era il solo a tessere le lodi di Patrizio. Anche Weah rimase stregato dal talento dell’olandese, fino a dichiarare: “In passato ho avuto a fianco diversi bomber come Klinsmann e Simone, ma Patrick ha un talento speciale”. Persino Bogarde e Davids, già compagni di Kluivert ai tempi dell’Ajax, dichiaravano: “Con Patrick saremo i pilastri del nuovo Milan”. Mannaggia. E tutto questo non faceva che aumentare la spocchia di questo giovane olandese, convinto di essere in assoluto uno dei calciatori più forti della storia: “Riflettori puntati sul brasiliano? Meglio cosi. Ronaldo è fantastico, ma sono pronto a mostrargli il mio valore: voglio essere il Ronaldo del Milan. Al momento opportuno farò vedere al brasiliano chi è più bravo. Lascio comunque ai critici e agli esperti l’ultima e decisiva sentenza”. Ah beh.

Il mondo rossonero, e non solo, ci impiegò poco per capire che Patrick Kluivert era un bluff come pochi: la sua media gol tanto decantata in Olanda era misteriosamente sparita, lasciando il posto ad una insensata capacità di sbagliare gol stratosferici e di cogliere incredibili traverse a porta vuota, cosa che lo rese uno dei bersagli preferiti della perfida Gialappa’s Band, che grazie all’olandese riempì ore ed ore di palinsesto televisivo. Il rapporto con l’ambiente milanista era talmente guasto che la gente andava allo stadio esclusivamente per fischiare il povero Kluivert, che giustamente ebbe a lamentarsi: “Non posso giocare con 40.000 persone che mi fischiano. Se continua così, bisognerà decidere cosa fare. Il pubblico non fa che fischiarmi ogni volta che tocco il pallone”. In realtà il pubblico lo fischiava a prescindere dal fatto che toccasse o meno il pallone, anche perché Kluivert non lo toccava quasi mai. Ma il tifo milanista aveva ben più di un motivo valido per fischiare quello che Pellegatti, in modo piuttosto azzardato, aveva soprannominato “il Cormorano dalle ali di cashmere”, ma che piuttosto sembrava un elefante sovrastato da una nuvola di fantozziana memoria: non solo Kluivert non segnava un gol manco se sveniva il portiere, ma aveva anche il coraggio di lamentarsi coi compagni e con Fabio Capello, rei di non metterlo a proprio agio e di non proteggerlo: “Vorrei che mi parlassero di più in campo: se non parlano, non mi aiutano. E non mi piace stare seduto in panchina, soprattutto accanto a Fabio Capello”. Piccata ma signorile la replica di Don Fabio: “Aiutati da solo”.

In fondo Patrick non poteva certo pretendere di essere adorato dai propri tifosi e compagni, vista la scarsissima propensione a buttare la palla in fondo al sacco. Furono 9 le reti segnate con la maglia rossonera: 6 in campionato e 3 in Coppa Italia, ben poco per erigersi a idolo della tifoseria. Il primo gol in rossonero lo segnò il 21 settembre contro l’Udinese (vinta per 2-1 dai friulani), dopodiché un digiuno che durò per ben 8 giornate, terminato solo col gol (orrendo) segnato col Bari il 9 dicembre, grazie alla complicità del palo. In seguito a quel gol, Patrick dichiarò di sentirsi rinato e di aver finalmente capito lo spirito Milan. Persino Capello, probabilmente arrivato al limite della sopportazione già a dicembre, cercò di incoraggiare l’inutile attaccante olandese: “Kluivert ha finalmente capito lo spirito Milan. La gente di San Siro apprezza i colpi di fioretto, ma soprattutto i colpi di sciabola”. Soprattutto se indirizzati sulla nuca di Patrick. Ma l’olandese in questo periodo è a dir poco scatenato: la settimana successiva mette a segno addirittura una doppietta contro l’Atalanta, ben figurando in un attacco stellare composto da Andersson e, appunto, dal redivivo Kluivert. È il momento giusto per provare a raddrizzare un’avventura nata storta, così durante il viaggio in Israele per una amichevole natalizia contro il Maccabi Haifa, Patrick ne approfitta per chiedere grazia al Santo Sepolcro: insieme ai compagni si reca al Muro del Pianto ed accende una candela. Sarà l’unica cosa sensata che il buon Patrick farà in maglia rossonera.

Gli ultimi mesi da milanista saranno drammatici, sia a causa delle consuete prestazioni da brivido, sia a causa dell’accusa di stupro recapitatagli con un po’ di ritardo da una giovane ragazza olandese: l’inchiesta ed il rischio di passare 12 anni in carcere lo affosseranno del tutto. Alla fine Patrick la passerà liscia ancora una volta: l’estate del ’98 verrà ceduto al Barcellona per la modica somma di 30 miliardi, e l’inchiesta verrà archiviata con grande sospetto della stampa olandese, che accusò la polizia orange di aver insabbiato prove evidenti del crimine commesso da Kluivert, il quale (pur professando la sua innocenza) sollevò qualche lecito dubbio offrendo alla ragazza in questione, per zittirla, un danaroso risarcimento. Che la stampa olandese non amasse Kluivert, non era certo un mistero: sin ai tempi dell’incidente automobilistico, Kluivert veniva additato come un criminale amante della vita notturna, che misteriosamente riusciva sempre a farla franca. Ma la stampa non era l’unica ad odiarlo in Olanda: persino molti personaggi del mondo del calcio olandese non lo potevano sopportare, e sollevavano questioni tutte le volte che Kluivert giocava con la nazionale orange. Curiosa fu la reazione di un piccolo club dilettantistico olandese, l’impronunciabile Oegstgeest, alla convocazione in nazionale di Kluivert nel ’97: “Kluivert in nazionale? Ci ritiriamo dal campionato”. L’ultimo sussulto in maglia rossonera fu la doppietta messa a segno contro il fortissimo Vicenza. Nell’occasione Kluivert ebbe il coraggio di dichiarare: “E posso fare ancora di più”. Ma la pazienza di Capello e compagni era oramai esaurita: non a caso Ibrahim Ba, subito dopo la partita, aveva candidamente dichiarato “Ci manca un attaccante vero”. Gli unici a credere ancora insensatamente all’esplosione di Patrick erano Berlusconi e Galliani, decisi a trattenere l’olandese. Ma fortunatamente fu lo stesso Kluivert a spingere per la sua cessione.

da dnamilan.com
 
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view post Posted on 24/3/2016, 14:15
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Milanista Eterno

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talento l'aveva sicuramente, ma arrivò in un annata sbagliata e dopo un annata d gravi problemi suoi personali.

ci mise del suo ma non gli do tutte le colpe, tutto sommato a Barcellona fece abbastanza bene.
 
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view post Posted on 24/3/2016, 17:29
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Milanista Eterno

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Hai risposto dopo 4 anni xD
 
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Rivera10
view post Posted on 24/3/2016, 17:33




vorrei conoscere quello che ha scritto EREDE DI VAN BASTEN :bravo:
 
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view post Posted on 14/7/2016, 21:06
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Milanista Eterno

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Intervistato per il sito ufficiale del PSG, il nuovo ds parigino Patrick Kluivert, ex attaccante rossonero, ha espresso così tutta la propria soddisfazione per il nuovo incarico: "Sono estremamente onorato di far parte di un grande club europeo come il Paris Saint-Germain ad assumere importanti responsabilità lì come direttore sportivo - ha dichiarato - Ho voglia di vivere la mia missione con molta ambizione e rigore. Siamo tutti a Parigi per raggiungere gli obiettivi alti fissati dal club, che corrispondono alle aspettative dei giocatori e tifosi. Arrivando a Parigi, volevo anche ringraziare l'Ajax, il club che mi ha fatto conoscere il calcio alto e che ha sempre dimostrato la sua fiducia


Mn
 
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view post Posted on 26/10/2017, 10:05
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Milanista Eterno

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nel 93-94 vinse lo scudetto l'ajax cmq o come fece a giocare la champions con noi l'anno dopo?
 
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Rivera10
view post Posted on 26/10/2017, 10:15




CITAZIONE (tamba-rossonero @ 26/10/2017, 11:05) 
nel 93-94 vinse lo scudetto l'ajax cmq o come fece a giocare la champions con noi l'anno dopo?

si in quegli anni vincevano solo loro in olanda praticamente
 
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view post Posted on 2/7/2023, 08:24
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Ieri ha compiuto 47 anni. Sono rimasto sconvolto pensando a Ibra che si è ritirato ieri a quasi 42 XD

Pensavo ne avesse una decina in più e non ricordavo fosse arrivato al Milan così giovane. La particolarità è che è nato nello stesso giorno e nello stesso anno del connazionale Van Nistelrooj ma alla fine appartengono a due epoche calcistiche diverse.
 
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view post Posted on 2/7/2023, 08:48
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CITAZIONE (Ibra11 @ 2/7/2023, 09:24) 
Ieri ha compiuto 47 anni. Sono rimasto sconvolto pensando a Ibra che si è ritirato ieri a quasi 42 XD

Pensavo ne avesse una decina in più e non ricordavo fosse arrivato al Milan così giovane. La particolarità è che è nato nello stesso giorno e nello stesso anno del connazionale Van Nistelrooj ma alla fine appartengono a due epoche calcistiche diverse.

Ti giuro anche io, ora che ho letto il tuo commento, ero straconvinto avesse almeno 5 anni in più...del 76 ricordo i vari ronaldo, sheva, totti, van nistelroy, henry del 77. Coetaneo anche di seedorf eh...
Hai proprio ragione sembra di un epoca precedente, mi ricordo del suo arrivo, e purtroppo del suo flop in rossonero...se vogliamo ci sono molti parallelismi su situazioni moderne e attuali, quando ad esempio non si sa o non si vuole aspettare un giovane.

Al barcellona ha avuto una bella carriera, ok non ha vinto moltissimo, è andato via proprio quando è iniziato il ciclo vincente aperto da rijkaard. Anche in nazionale gran carriera anche se avara di soddisfazioni.

E' esploso giovanissimo, ecco perchè già a metà anni 90 era un volto noto, protagonista all'ajax campione d'europa stracolmo di baby talenti, quindi si è presentato al calcio internazionale prima degli altri sopracitati, e parliamo di fenomeni assurdi che di li a pochissimo avrebbero dominato in lungo in largo (il fenomeno col passaggio dal psv al barca nel 95-96 e sheva con le imprese alla dinamo prima dell'approdo in rossonero, dove fu il primo capocannoniere straniero al primo anno in A della storia).

Stravedevo per kluivert, lo metto nella top3 dei miei rimpianti milanisti insieme forse a vieira e aubameyang.
 
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view post Posted on 2/7/2023, 09:16

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Il mio unico rimpianto milanista è Pato.
Potevamo avere uno dei giocatori migliori della storia del calcio se non fosse stato per gli infortuni.
Era quello che si avvicinava di più a Ronaldo, nell'abbinamento di velocità e tecnica.
 
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view post Posted on 2/7/2023, 09:54
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CITAZIONE (Ambrole @ 2/7/2023, 10:16) 
Il mio unico rimpianto milanista è Pato.
Potevamo avere uno dei giocatori migliori della storia del calcio se non fosse stato per gli infortuni.
Era quello che si avvicinava di più a Ronaldo, nell'abbinamento di velocità e tecnica.

Beh ma assaggi di pato ne abbiamo avuti...io mi riferivo a gente che abbiamo perso e che è esplosa altrove.
Pato è un what if legato a un fisico precario, probabilmente rovinato in parte dal nostro stesso staff che in 2 anni l'ha caricato di muscoli.
Un po' come redondo, non averlo visto al milan al top dopo il calvario succeduto al suo arrivo ci ha privati di un giocatore tra i più forti al mondo al ruolo...ma magari con lui non sarebbe esploso pirlo chi lo sa.
 
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