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Vikash Dhorasoo

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view post Posted on 20/1/2012, 16:11

El Milan e poeu pù

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dhorasoo

Nato in Normandia da genitori provenienti dalle Isole Mauritius, Dhorasoo ha vissuto una discreta carriera fino al suo arrivo in Italia, che di fatto gli ha cambiato l’esistenza (e non in meglio). Ha esordito con il Le Havre, per poi mettersi in luce da protagonista con la maglia del Lione con cui vinse 2 titoli e due Supercoppe di Francia, tra il 2002 e il 2004. Ciò gli valse la chiamata del Milan, alla ricerca di un centrocampista di quantità, che lo prelevò a parametro zero. Nei rossoneri allenati da Carlo Ancelotti il francese trovò poco spazio e collezionò, tra l’altro, 3 sole presenze da subentrante in Champion’s League. Deciso a trovare un posto nella rosa della Nazionale francese che avrebbe disputato il Mondiale tedesco, accettò di tornare in Francia, al Paris Saint Germain, nella stagione 2005/06.

Con i parigini conquistò il posto da titolare e a fine annata l’agognata convocazione per la competizione iridata. Relegato, però, in panchina durante la rassegna, scese in campo solo per una decina di minuti, prima che scoppiasse una polemica relativa ad un film amatoriale da lui prodotto con una propria telecamera. Il documentario raccontava la vita del ritiro francese dal punto di vista di una riserva o “sostituto” (“The Substitute”, per l’appunto, fu il titolo originale del film). L’uscita di questo filmato provocò molte discussioni e la conseguente esclusione dai Bleus del centrocampista. Anche l’inizio della stagione successiva non fu migliore, dato che il 10 Ottobre 2006 fu messo fuori squadra anche dal suo club, il PSG, dopo sole 3 presenze in campionato. Anzi, fu licenziato in tronco per motivi disciplinari: in rotta con l’allenatore che lo mandava a giocare con i ragazzini delle riserve.

Dhorasoo aspirava a qualcosa in più, soprattutto dopo i Mondiali da “substitute”, e se ne lamentò direttamente sui giornali, accelerando la rottura con dirigenti e spogliatoio. Restò praticamente inattivo per tutto il resto della stagione ma non si perse d’animo: oltre al film, che aveva sollevato un polverone d’estate tra il Commissario Tecnico ed gli ex compagni della Nazionale contrari alla diffusione di immagini considerate private, si è dedicato all’altra grande passione, il Poker. Un gioco che gli ha dato modo di ironizzare sul suo status di disoccupato partecipando ad un torneo on-line intitolato: “Fate fuori Dhorasoo”. Al vincitore, 1.000 Euro di premio. Ma il richiamo del campo era troppo forte: anche se in chiaro deficit fisico, nell’estate del 2007 si è accasato al Livorno per tornare a giocare Serie A. Ma le cose non andarono affatto bene, poiché Giancarlo Camolese lo snobbò completamente. Il trainer amaranto lo fece scaldare per due volte contro la Lazio, per poi farlo riaccomodare in panchina, e lo escluse poi dall’elenco dei convocati per la gara contro il Parma. Dhorasoo non ci ha visto più quando il tecnico lo invitò a giocare con la “Primavera” anziché in prima squadra. Questo fu il preludio alla rescissione del contratto, avvenuta poco prima della sosta natalizia del campionato, senza aver totalizzato neppure una presenza. E poi, l’11 Gennaio 2008, in un’intervista ad una TV francese, arriva l’annuncio del suo ritiro dal calcio giocato, all’età di 34 anni. «Sono un po’ triste», disse. «Ma anche contento perché è la decisione giusta». Bravo Vikash, ne siamo convinti anche noi.


«Mi sento come un ragazzino che sta per realizzare un grande sogno. Un sogno che spero possa durare al di la’ dei due anni previsti dal contratto e che possa essere coronato da tante soddisfazioni e successi collettivi sia in campo nazionale che internazionale»
(Vikash Dhorasoo, centrocampista Lione, dopo la firma del contratto con il Milan)

«Sono molto emozionato e anche molto felice di essere qui. Per me e’ un sogno che si realizza»
(Vikash Dhorasoo, centrocampista Milan, durante le visite mediche)

«Preferisco giocare sulla fascia, ma nel corso della mia carriera sono stato utilizzato in molte posizioni e dare soddisfazione all’allenatore per me e’ la cosa più importante»
(Vikash Dhorasoo, centrocampista Milan)

«Sono veramente fiero e orgoglioso di essere qui e di far parte di un gruppo così’ importante. Spero di poter portare anch’io qualcosa di buono come i grandi francesi che mi hanno preceduto qui e di aiutare il Milan a vincere»
(Vikash Dhorasoo, centrocampista Milan, durante la presentazione)

«Dhorasoo e’ un giocatore essenziale e un uomo intelligente. Ha senso dell’umorismo, cultura, gli piace conoscere le cose. Una bella persona»
(Carlo Ancelotti, allenatore Milan)

Col Milan: 16 presenze, 0 gol
 
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Marsiglia54240
view post Posted on 7/2/2012, 16:45




Un bello giocatore che arriveva a un momento che era impossibile per lui di giocare con tutti le grande centrocampiste.

Ma penso che ha lasciato un buon ricordo in Milanello
 
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Fantantò
view post Posted on 7/2/2012, 19:15




CITAZIONE (Marsiglia54240 @ 7/2/2012, 16:45) 
Un bello giocatore che arriveva a un momento che era impossibile per lui di giocare con tutti le grande centrocampiste.

Ma penso che ha lasciato un buon ricordo in Milanello

Ai compagni di squadra credo di sì, ai tifosi... insomma.. non è mai esploso.
 
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ZiZiO_1911
view post Posted on 28/10/2015, 14:54




La parabola di Dhorasoo: calciatore, regista, attore e giocatore di poker

Il Milan dei primi anni 2000 ha uno dei centrocampi più forti al mondo: Pirlo in cabina di regia, Gattuso in mediana, Seedorf interno e Kakà trequartista. E in panchina Massimo Ambrosini e Cristian Brocchi. Intorno a loro una lunga serie di giocatori, anche con un importante curriculum alle spalle, ridotti a comprimari per non dire meteore vere e proprie: Redondo, Emerson, Vogel, Dhorasoo per fare alcuni nomi. Ci soffermiamo proprio su quest'ultimo. Nato in Alta Normandia, ma di origini indo-mauriziane, Vikash Dhorasoo cresce calcisticamente nel Le Havre, dove esordisce in Ligue 1 mettendosi in mostra come uno dei centrocampisti più interessanti del panorama transalpino, tanto da vincere a 25 anni il premio di miglior giocatore del campionato. E' il momento per fare il grande salto e infatti lo acquista il Lione e in poco tempo viene convocato in Nazionale. In Italia arriva già maturo, nell'estate del 2004. Ha passato i trent'anni, svincolato di lusso. Dovrebbe far tirare il fiato a Seedorf viste le sue qualità tecniche e il grande senso tattico. La sensazione è che il meglio l'abbia già dato, tanto da vivere la stagione da calciatore nel completo anonimato: 12 presenze, di cui solo 5 giocate per intero, in Serie A; 4 presenze in Champions League (una solo da titolare) e tre partite di Coppa Italia. Tutto quanto senza segnare alcun gol. Anzi, uno l'avrebbe anche realizzato e tra l'altro spettacolare a San Siro contro il Bologna: una girata da fuori area finita all'incrocio. Gol annullato misteriosamente dall'arbitro Massimo De Santis. Dhorasoo assiste alla cavalcata del Milan in Champions League prevalentemente dalla panchina ed è spettatore anche nella maledetta notte di Istanbul. A fine stagione decide di lasciare l'Italia per conquistarsi i Mondiali 2006. Va al Paris Saint-Germain per 3 milioni di euro, consentendo al Milan di ottenere un'insperata plusvalenza. Tutti felici, anche perché il buon Vikash conquista la chiamata di Domenech ma ancora una volta assisterà dalla panchina a una bruciante sconfitta della sua squadra in finale. Le infinite panchine gli fanno maturare un'idea: perché non filmare la vita del ritiro della Nazionale francese dal punto di vista di una riserva, nella fattispecie lui stesso? Nasce il film-documentario: "Sobstitute" che finisce addirittura al Festival del Cinema di Berlino. Peccato che ciò non venga apprezzato né dai compagni di squadra né da Domenech. Nessuno ha tollerato la violazione della privacy, il risultato è l'esclusione dalla Nazionale francese. Ritenterà la fortuna in Italia nel 2007 al Livorno. Piazza ideologicamente perfetta per un giocatore dichiaratosi apertamente di sinistra. A tal proposito racconterà a La Gazzetta dello Sport: "Dopo il corso d'italiano, Costacurta si mise a conversare in francese e mi fece notare che leggevo Libération che come Repubblica non era giornale gradito a Milanello. Era una battuta, ma il fisioterapista mi consigliò di nasconderli sotto la giacca". Tuttavia l'esperienza livornese andrà persino peggio che col Milan: zero presenze: "Non scattò mai la scintilla, né con la città né con i dirigenti che non mi pagavano. Erano organizzati male. Alla fine scappai dall'aeroporto di Firenze perché temevo di essere bloccato dagli ultrà a Pisa" dichiarerà facendo anche un mea culpa: "Era anche colpa mia, ero un giocatore a fine carriera". Il presidente dei labronici, Aldo Spinelli, commentò così il suo addio: "Era stato preso nonostante non fosse in condizioni ottimali. Il nostro allenatore non lo considerava ancora pronto per la Prima squadra e il fatto di giocare con la Primavera sarebbe stata un'ottima verifica; il giocatore però non ha accettato le decisioni della società ed a me non è rimasta possibilità di scelta". Dopo il ritiro ha iniziato la carriera da giocatore di poker che prosegue tuttora: i guadagni ammontano a quasi mezzo milione di dollari. Circa il cinema ha preso parte a due pellicole ed è molto attivo nel sociale. E il calcio? Ha provato a entrarci prima come possibile capo di una cordata pronta a rilevare il suo vecchio club, il Le Havre, fallendo il tentativo (2009); poi diventando nello stesso presidente dell'Entente, salvo poi tirarsi indietro dopo qualche mese.

TMW
 
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3 replies since 20/1/2012, 16:11   406 views
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