Luther Blissett, di origini giamaicane, esordisce all’età di 17 anni nel Watford, club inglese di proprietà della popstar Elton John. Nella Premier League dimostra di essere un discreto attaccante e arriva a vincere il titolo di capocannoniere del torneo nella stagione 1982/83. In tutto colleziona 245 presenze e 95 realizzazioni e diventa uno dei primi calciatori di colore a giocare con la Nazionale inglese; il 15 Dicembre 1982 arriva a segnare una tripletta in Inghilterra-Lussemburgo. In seguito non riuscirà mai più a segnare con la Nazionale inglese – con la cui maglia disputa 14 incontri – tanto da guadagnarsi in Patria il soprannome di “Luther Missitt” (“Sbaglialo”). Appellativo scoraggiante, eppure Giuseppe Farina, allora Presidente del Milan, si innamora del “Bombardiere Nero” e lo acquista, nell’estate 1983, grazie soprattutto all’ottima annata trascorsa, quando si mette in mostra a livello internazionale, realizzando 27 reti in 41 incontri. Si mormora che gli osservatori rossoneri lo abbiano confuso con l’altro attaccante di colore del Watford, un certo John Barnes, che poi avrebbe fatto un’ottima carriera nel Liverpool. In Italia non riesce a esprimersi ai livelli mostrati in Premier League. Con i rossoneri colleziona solo 5 misere reti in 30 presenze “mangiandosene” almeno il quadruplo (compreso un memorabile calcio di rigore tirato in tribuna, durante una partita di Coppa Italia e un tiro da 2 metri a porta sguarnita fallito clamorosamente in un derby). Oltre a ciò, numerose prestazioni deludenti, che non gli permettono di ottenere le simpatie dei tifosi milanisti. Il grande Gianni Brera arriva ad appioppargli l’inquietante etichetta di “Callonissett”, in onore di Egidio Calloni detto “Sciagurato”, altro epocale centravanti milanista noto per sprecare buone occasioni da gol. A fine stagione il Milan centrò un insoddisfacente sesto posto in classifica dietro all’Inter e al Torino, e Blissett fu rispedito a casa, dove giocò ancora per dieci anni, con Watford, Bournemouth, West Bromwich Albion e, per pochissimi mesi al Brentford, al Bury e infine al Fakenham Town (dilettanti inglesi). Di quell’annata funesta Luther conserva un ricordo tormentato: furono il pessimo ambiente e la fredda accoglienza di Milanello, secondo lui, a determinare tali inquietanti prestazioni. Nella stagione successiva tornò alle origini, al Watford. Appese le scarpette al chiodo, ha fatto parte dello staff tecnico dello stesso club dal 1996 al 2001, poi è passato ad allenare diversi club inglesi di secondo piano. Nell’Aprile del 2007 sorprende tutti: lascia la panchina del Chesham United e decide di fondare una Scuderia automobilistica, la “Team48 Motosport”. L’obiettivo che si è prefissato è quello di qualificare il suo team e concludere la 24 Ore di Le Mans del 2010. Perché questa decisione? Primo, perché l’automobilismo è un’altra delle passioni di Luther. Secondo, perché non ha mai avuto «l’occasione di crescere a livello professionale». Disse: «Ho sempre cercato di svolgere la mia attività di calciatore e allenatore a standard elevati ma ultimamente questo non è stato possibile. Così mi sono convinto a lanciarmi nell’avventura di uno sport che seguo fin da bambino e che mi diverte molto ancora oggi». In pratica: non mi danno la panchina del Chelsea, del Liverpool o del Manchester (United), e allora chissenefrega del calcio minore! Alla domanda se in un prossimo futuro tornerà al pallone, in un’intervista di Gennaio del 2008, confidò che «Se ci fosse un’opportunità di tornare in un club ad un livello simile a quelli in cui giocavo da giovane, prima di diventare allenatore, credo che potrei considerare la cosa». Le ultime parole famose. Auguri per la tua nuova vita Luther, con la speranza e l’augurio di non sbagliare più.
Stagione - Squadra - Presenze (Reti)
1975-78 Watford (D) 39 (7)
1978-79 Watford (C) 41 (21)
1979-82 Watford (B) 124 (40)
1982-83 Watford 41 (27)
1983-84 Milan 30 (5)
1984-88 Watford 127 (44)
1988-91 Bournemouth FC (B) 121 (56)
1991-92 Watford (B) 42 (10)
1992-93 West Bromwich (B) 10 (1)