Carriera
Club
Gli esordi
Nato a Malmö, in Svezia, da una famiglia di emigranti provenienti da Bijeljina, in Bosnia-Erzegovina, da padre bosniaco e madre croata, a Rosengård, sobborgo di Malmö densamente popolato da immigrati.
Da giovanissimo entra a far parte della squadra del FBK Balkan, aggregato alla formazione dei ragazzi di due anni più grandi di lui. Tra le sue prestazioni da bambino spicca quella nella partita contro il Vellinge, testimoniata da un video trasmesso da Studio Sport. Entrato nella ripresa sul risultato di 4-0 per la squadra avversaria, Ibrahimović capovolge le sorti del match segnando 8 gol e fissando il risultato finale di 8-5 per la sua squadra.
Malmö e Ajax
Nel 1995, all'età di 13 anni, viene acquistato dalla squadra della sua città, il Malmö. Nel 1999 fa il suo esordio nella Allsvenskan dove, fino al 2001, colleziona complessivamente 40 partite e 16 gol e suscita l'interesse di grandi club come l'Arsenal di Arsène Wenger.
Nel 2001 viene ceduto all'Ajax di Leo Beenhakker per 19,2 milioni di fiorini (8,7 milioni di euro), che batte la concorrenza di Arsenal, Roma, Monaco, Juventus e Milan,[19] diventando l'acquisto più costoso nella storia del club di Amsterdam.[37] Tuttavia l'affermazione del calciatore avviene sotto la guida tecnica di Ronald Koeman. In totale nei Paesi Bassi gioca 106 partite segnando 46 gol. Con l'Ajax ha vinto due campionati olandesi (2001-2002 e 2003-2004), una Coppa d'Olanda (2001-2002) e una Supercoppa d'Olanda (2002).
Juventus
Nell'estate 2004 è la Juventus ad acquistare il giocatore per 19 milioni di euro.
Nel primo anno in bianconero è decisivo per la conquista del 28º scudetto (titolo poi revocato in seguito allo scandalo del calcio italiano del 2006). Diventa da subito insostituibile, segnando all'esordio in campionato in Brescia-Juventus 0-3, e ripetendosi con marcature importanti, come la doppietta alla Fiorentina o la tripletta al Lecce. L'annata è, però, segnata da alcune intemperanze, come il pestone a Córdoba e la testata a Mihajlović in Juventus-Inter 0-1 del 20 aprile 2005. In campionato colleziona 35 presenze e in totale segna 16 gol, ma non realizza nemmeno una rete in Champions League.
Il suo secondo anno alla Juventus è meno brillante. Segna 10 gol (7 in campionato e 3 in Champions League). Il primo gol in campionato arriva non prima dell'ottava giornata contro il Lecce e il secondo gol stagionale arriva dopo tre giornate contro il Livorno (batte Amelia con un grande pallonetto al volo).[40] Poi va a segno in Roma-Juventus 1-4, quando, su lancio di Emerson, raccoglie il pallone di tacco, supera il difensore avversario e manda il pallone in rete con l'esterno destro. Il quarto gol è quello segnato al Parma nell'incontro pareggiato per 1-1. Il quinto lo segna contro la sua futura squadra, l'Inter: è quello che permette alla Juventus di sconfiggere i nerazzurri a Milano per 2-1. Il suo sesto gol è quello segnato in casa del Messina. L'ultimo gol è ancora fondamentale per la conquista dello scudetto che poi verrà revocato: segna contro il Palermo alla penultima giornata (2-1 per i bianconeri). Disputa la sua ultima partita con la Juventus la settimana dopo, contro la Reggina sul neutro di Bari.
In Champions League segna 3 gol, tutti durante la prima fase a gironi: alla seconda giornata segna il gol del definitivo 3-0 sul Rapid Vienna, nella terza giornata segna il gol della bandiera nella sconfitta per 2-1 con il Bayern Monaco, e alla quinta segna il gol del momentaneo 2-0 nella gara di Vienna vinta dalla Juventus per 3-1 ancora sul Rapid. La squadra torinese, superato il Werder Brema negli ottavi di finale, verrà eliminata dall'Arsenal nei quarti di finale della manifestazione.
In totale, in due stagioni con la Juventus, colleziona 91 presenze, 26 gol e 17 assist, e vince due scudetti (successivamente revocati a causa dello scoppio di Calciopoli).
Inter
Nell'estate 2006, in seguito alle vicende dello scandalo del calcio italiano, lascia la Juventus ed approda all'Inter, che si aggiudica l'attaccante per 24,8 milioni di euro, nonostante la concorrenza di Milan e Real Madrid. Le prime parole da nerazzurro di Ibrahimović sono:
« Da piccolo tifavo per l'Inter. [...] Sono arrivato in una squadra molto forte, il mio futuro è qua. [...] Sono stato molto professionale, ho rispettato il mio contratto ma alla fine si è presentata questa occasione e siamo rimasti tutti contenti, io, l'Inter e anche la Juve. Questo è il calcio, dovevo pensare al mio futuro e il mio futuro è qui. Mi dispiace per i tifosi juventini, ma la vita continua. »
Dopo aver vinto la Supercoppa italiana con l'Inter, è uno dei protagonisti della stagione 2006-2007, conclusasi con la vittoria dello scudetto con cinque giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato, terminato con 97 punti. Segna al debutto contro la Fiorentina allo Stadio Artemio Franchi. Titolare del reparto avanzato di Roberto Mancini, continua a segnare con una certa regolarità nell'arco dell'annata e risulta decisivo per le due vittorie stagionali dell'Inter nel Derby di Milano. In totale colleziona 27 presenze, 15 gol e 8 assist. Appena conquistato lo scudetto, nell'aprile 2007, si fa operare a Rotterdam per un'infiammazione all'adduttore destro.Viene inoltre incluso nella squadra ideale del 2007 dal UEFA, tramite un sondaggio indetto sul sito uefa.com.
Anche nella stagione successiva si conferma punto di forza dei nerazzurri. Oltre a segnare con regolarità in campionato, si sblocca e realizza il primo gol in UEFA Champions League con i colori neroazzurri nella partita col PSV Eindhoven, contro cui è autore di una doppietta. Dopo un'assenza di un mese e mezzo (dal 29 marzo), torna a giocare nel secondo tempo della gara dell'ultima giornata di campionato con il Parma, contro cui realizza i due gol decisivi per la vittoria del sedicesimo scudetto interista. La stagione 2007-2008, per lui, si conclude con 26 presenze, 17 gol (di cui 8 su rigore) e 9 assist in campionato, e 7 presenze, 5 gol (di cui 1 su rigore) e 3 assist in Champions League.
Nella stagione 2008-2009 si afferma come centravanti titolare dell'Inter di Mourinho, collezionando 34 presenze, 25 gol e 7 assist in campionato, 8 presenze, 1 gol e 2 assist in Champions League e 3 presenze e 3 gol in Coppa Italia. Il 19 gennaio 2009 riceve l'Oscar del calcio AIC come miglior giocatore e miglior straniero del campionato di Serie A 2007-2008 e anche il premio per il miglior gol dell'anno 2008. Viene inoltre inserito dai giornalisti de L'Équipe nella squadra ideale del 2008. Al termine del campionato di Serie A 2008-2009 si laurea capocannoniere del torneo grazie alle 25 reti messe a segno in 35 partite.
Barcellona
Sebbene nel 2008 avesse dichiarato di voler diventare capitano dell'Inter dopo Javier Zanetti, il 23 luglio 2009 Ibrahimović lascia il ritiro statunitense dei nerazzurri per ritornare in Europa a causa dell'imminente passaggio al Barcellona, club campione d'Europa in carica.
Il trasferimento è ufficiale il 27 luglio, quando Ibrahimović appone la propria firma su un contratto quinquennale. La società spagnola paga 50 milioni di euro all'Inter e la cessione del camerunense Samuel Eto'o, valutato 20 milioni. Inizialmente era previsto anche il prestito per un anno del bielorusso Aljaksandr Hleb, con diritto di acquisto da parte dei nerazzurri per 10 milioni, ma è saltato, e quindi il Barcellona ha versato altri 5 milioni per concludere l'affare. Sul contratto dello svedese, che va a vestire la maglia numero 9, lasciata libera proprio da Eto'o, viene fissata una clausola rescissoria di 250 milioni di euro.[51] Esordisce ufficialmente con il Barcelona il 24 agosto contro l'Athletic Bilbao in occasione della partita di ritorno di Supercoppa di Spagna, vinta dai catalani per 3-0.
Nel girone di andata della stagione 2009-2010 realizza 11 goal e fornisce 5 assist; nella fase iniziale di Uefa Champions League realizza un goal in quattro partite, fornendo anche in questa competizione un assist. Il 29 novembre risulta decisivo nell'atteso Clásico contro il Real Madrid, segnando la rete che fissa il risultato sull'1-0 con un tiro al volo. Il 12 dicembre regala al Barcellona la vittoria nel Derbi barcelonés contro l'Espanyol, che mancava da tre anni. Risulta decisivo anche nella semifinale del Mondiale per club fornendo, dopo aver evitato due avversari, un assist filtrante per il goal del vantaggio di Lionel Messi.Al termine del anno solare 2009 si aggiudica già ben 3 trofei (Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Mondiale per club), termina il girone d'andata di campionato in testa alla classifica e si qualifica agli ottavi di finale di Champions League. Il 18 gennaio 2010 viene premiato dall'AIC come miglior calciatore straniero e assoluto del campionato 2008-2009[53] e il 20 gennaio seguente viene inserito per la seconda volta nell'UEFA Team of the Year. Il 2010 non inizia nel migliore dei modi: nei primi tre mesi realizza infatti cinque goal. Il 31 marzo 2010, nell'andata dei quarti di finale di UEFA Champions League, realizza una doppietta a Londra contro l'Arsenal (partita terminata 2-2) riprendendosi dal leggero calo di rendimento di inizio anno e risultando per la prima volta decisivo anche in campo internazionale. Nella doppia sfida in semifinale contro l'Inter non risulta però decisivo ed il Barcellona viene eliminato dal torneo. Nonostante l'annata non del tutto positiva termina comunque la stagione vincendo la Liga (trofeo che si aggiunge alla precedente Supercoppa di Spagna, alla Supercoppa UEFA ed al Mondiale per Club) e con l'ottimo score di 21 goals (16 in campionato, 4 in UEFA Champions League ed 1 negli ottavi di Coppa del Re) e 10 assists (7 in campionato, 2 in UEFA Champions League ed 1 nella semifinale del Coppa del Mondo per club) all'attivo.
Nazionale
Esordisce con la Nazionale svedese nel gennaio 2001 contro le Isole Fær Øer e a 20 anni viene convocato per la fase finale della Coppa del Mondo 2002.
Si guadagna un posto da titolare accanto a Henrik Larsson in vista del Campionato europeo 2004, dando un fondamentale apporto alla qualificazione della Svezia ai quarti di finale con un gol alla Bulgaria e uno (di tacco) all'Italia. Nei quarti di finale sbaglia uno dei calci di rigore che condannano la Svezia all'eliminazione in favore dell'Olanda.
Più negativo per lui risulta il Mondiale di Germania 2006, dove è stato appannato e inconcludente. La Svezia verrà eliminata dalla Germania agli ottavi, dove Zlatan esce acciaccato prima del termine. Il Mondiale si chiuderà per lui senza gol.
Il suo rapporto con la Nazionale si incrina negli ultimi mesi del 2006. In ottobre, dopo essere stato allontanato dal ritiro dal commissario tecnico Lars Lagerbäck a causa di una "evasione" notturna assieme ad altri due giocatori per festeggiare il compleanno del compagno Mellberg, decide di rinunciare temporaneamente alle convocazioni. Fa ritorno in rosa solo a fine marzo 2007, per la partita contro l'Irlanda del Nord a Belfast valida per le qualificazioni al Campionato europeo 2008. Nelle successive dodici partite di qualificazione agli Europei non riesce a segnare. Tornerà al gol con la maglia della Nazionale soltanto il 10 giugno 2008 in Svezia-Grecia 2-0, primo turno del gruppo D. Il suo ultimo gol con la Svezia risaliva all'ottobre 2005. Nella successiva partita contro la Spagna, persa per 2-1, segna il gol del momentaneo pareggio. Torna al gol in nazionale, durante le qualificazioni dei mondiali 2010, contro Malta, nel match finito 4-0 per la Svezia e anche nella partita successiva contro l'Ungheria regalando alla sua nazionale la vittoria al 94º, vittoria che però non porterà la qualificazione ai mondiali agli scandinavi, che si classificano terzi nel loro girone.