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| Gli autovelox non hanno cuore. Purtoppo a volte neanche chi li aziona. Ad esempio per una mamma che corre dalla figlia morente in ospedale. La signora Graziella, di Codigoro, nel Ferrarese, avvisata dai carabinieri che la figlia di 33 anni era in fin di vita dopo un incidente, si è precipitata in ospedale. Su un rettilineo con limite 90 km/h viaggiava a 2 km/h in più oltre il limite. Inflessibile l'occhio elettronico: 38 euro di multa.
(La Presse)
Ma la cosa più spiacevole è un'altra. La freddezza dei vigili urbani di Corbola, nel Rodigino, a cui la donna si è rivolta per contestare la contravvenzione. "Vada dal magistrato" le è stato risposto dopo che la donna aveva fornito il certificato di morte della figlia per giustificare il suo ricorso.
La signora Graziella ha raccontato la sua storia al Resto del Carlino. "Alle prime ore di un mattino di giugno dell’estate scorsa - scrive la donna - tramite il Nucleo Radiomobile dei Carabinieri, sono stata telefonicamente informata che mia figlia aveva subito un gravissimo incidente stradale e che era stata trasportata in ospedale, in fin di vita. In preda alla peggiore preoccupazione mi sono messa alla guida della mia auto per correre da mia figlia. Arrivata all’ospedale, venivo purtroppo dirottata all’obitorio, dove era stata trasportata la salma della mia giovane figlia".
"Mi è stata - prosegue - recapitata una contravvenzione al Codice della strada per aver superato, quella notte, di 2 km/h alle 2.15 di notte, in un rettilineo, il limite indicato dei 90 km/h". "Non volevo contestare - spiega - il pagamento della sanzione, ma solo informare che la mia condotta era stata determinata da una esigenza insopprimibile e dalla volontà di recare conforto morale ed affetto alla figlia in fin di vita; per questo ritenevo che si potesse annullare la violazione che mi era stata contestata, un atto possibile nel rispetto della legge. A quel punto mi hanno chiesto di inviare una adeguata documentazione a riprova delle mie affermazioni: ho fatto pervenire il rapporto dei carabinieri intervenuti a seguito dell’incidente stradale ove era indicata la data, l’ora, il luogo del sinistro ed il certificato di morte".
Purtroppo la burocrazia non ha un cuore. "Mi è arrivata - conclude - una risposta burocratica che giudico gretto formalismo, privo di ogni comprensione per un grave lutto: ‘Pur riscontrate veritiere le affermazioni, alla polizia municipale non è consentito valutarle. Faccia ricorso in sede giudiziaria’".
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