Nuovo topic stavolta dedicato al cinema. Che siate cinefili accaniti o meno scrivete qui tutti i film visti in sala,home video. Oltre al nome del film (e se possibile regista,attori principali) sarebbe utile scrivere il voto (da 1 a 5 stelle) più qualche riga per consigliarlo o meno agli altri utenti.
Intanto,con enorme piacere,presento "Il mio amico Eric" di Ken Loach. Il film del regista inglese (su un postino inglese che ha come idolo Eric Cantona) che esce in Italia il 4 Dicembre. Inutile dire che è da vedere al 100% perchè di Loach e perchè le possibili storie raccontate sull'ex Red Devils sono da conoscere. I film sul calcio degni di questo nome sono pochissimi,questo,che imho non sarà solo "sul calcio" merita quindi ancor maggiore anttenzione.
Ecco il trailer:
http://www.mymovies.it/film/2009/ilmioamicoeric/trailer/#A questo proposito copio/incollo un interessante articolo da Repubblica:
ROMA - Tra gli eroi del calcio moderno, solo il "genio imperfetto" - così viene definito sullo schermo - di Eric Cantona poteva attrarre un regista anticonformista come Ken Loach. Ed è proprio dall'incontro tra l'autore di cinema militante e l'attaccante tutto talento e sregolatezza che nasce Il mio amico Eric: storia di un classico perdente, tifoso del Manchester United e della sua ex stella francese, che attraverso i "consigli" immaginari del campione riesce ad affrontare una crisi in apparenza irreversibile.
La pellicola, presentata in concorso all'ultimo Festival di Cannes, arriva venerdì 4 nelle sale italiane, distribuita dalla Bim. Un'uscita davvero da non perdere, per diverse tipologie di pubblico. Per lo zoccolo duro di fan del regista che stavolta, pur partendo da ambienti e situazioni realistiche, si concede un guizzo leggero, fiabesco, quasi alla Frank Capra. Per gli amanti del calcio inglese, specie quello non convertito allo star system (vedi Beckham). E per chi il football non lo segue ma che qui potrebbe scoprire - come in altri film made in England, da Febbre a 90 in poi - il perché si può adorare così tanto il rito del pallone.
Protagonista della vicenda è un uomo di mezza età che ha lo stesso nome di battesimo di Cantona: Eric (Steve Evets), postino di Manchester depresso, reduce da un incidente stradale provocato da una crisi di panico. Incapace di affrontare i fantasmi del passato - in particolare il riapparire della sua prima moglie, Lily (Stephanie Bishop) - l'uomo deve anche fronteggiare i problemi dei suoi figliastri adolescenti: uno dei due è in un brutto guaio, si è fatto coinvolgere da un piccolo boss del quartiere e non sa come uscirne fuori.
Ma Eric, malgrado la situazione ingarbugliata in cui si trova, non è solo. A sostenerlo, infatti, ci sono sia i colleghi postini, che con lui condividono la passione per il calcio (anche se alcuni non seguono più il Manchester United delle multinazionali ma i "ribelli" dell'FC United), sia il "fantasma" del vero Eric Cantona (che interpreta, appunto, se stesso), di cui è stato un ammiratore sfegatato, che gli appare nei momenti più bui per dargli i consigli giusti. Ispirando a lui, e a chi gli sta vicino, un piano per risolvere il guaio che lo assilla: nome in codice, "operazione Cantona"...
Non solo: nei colloqui tra Eric il portalettere ed Eric la stella controversa del football scopriamo anche tante cose sul modo in cui quest'ultimo intendeva, e intende ancora, il mestiere che lo ha reso celebre. L'urlo di 60 mila persone tutto per te: "Quando lo senti hai paura. Paura che finisca". Il momento più bello della sua carriera: "Non un gol, ma un passaggio a un compagno che poi segnò". "E se invece non segnava?", gli chiede l'altro Eric. E Cantona: "Bisogna sempre aver fiducia nei compagni...".
A corredo di queste affermazioni, le immagini di repertorio con molte delle prodezze dell'attaccante. Mentre la sua scorrettezza più clamorosa - quel calcio a un tifoso che l'aveva preso di mira, allo stadio, e per cui fu squalificato per nove mesi - viene solo raccontata, non mostrata. Un'omissione dovuta probabilmente all'amore di Loach per il campione. Amore che ritroviamo, in forme più enfatiche, nelle parole del protagonista: "Dopo aver visto una delle tue giocate tiravo avanti bene per un anno. In quel momento dimenticavo la mia vita di m...".
Il tutto in una pellicola nata grazie non a Loach, ma a Cantona, che un po' di tempo fa manifestò la volontà di incontrare il regista. Inizialmente, il progetto presentato da Eric riguardava la storia vera di un suo tifoso che l'aveva seguito dappertutto perdendo, per questo, amici, lavoro e famiglia. "Senza di lui - racconta oggi Loach - non ci sarebbe stato nessun film. Anche se la trama scrivendo la sceneggiatura è cambiata, ci sembrava un tema interessante da esplorare".
Quanto al co-protagonista nonché deus ex machina della storia, il regista lo definisce "originale, brillante, acuto, unico. Le sue schermaglie con i giornalisti sono state sempre intelligenti e spiritose. Per questo le sue riflessioni sul calcio e sulla sua carriera sono diventate parte integrante del film". Insieme al suo gesto non sportivo più celebre: l'alzare il colletto della polo, per apparire tosto, duro, un po' spaccone. Cantona, insomma.
Edited by Eddie Felson - 3/12/2009, 21:04