| "Sì, è vero, a fine primo tempo festeggiammo, e non poco. Avevamo segnato 3 grandi gol in pochi minuti contro il Liverpool, che era uno degli avversari più tattici che abbia mai affrontato. Pensavamo fosse il nostro giorno e ci siamo rilassati, avrebbero mai potuto segnarci 3 reti e sfilarci quella Coppa, quando sarebbe bastato passeggiare in campo nei restanti 45' per portarla a casa? Quando i Reds segnarono i primi due, accusammo il colpo. Quando realizzarono il terzo, non potevamo crederci, non fu colpa del Milan, il Liverpool meritò la rimonta, noi in effetti passeggiavamo, eravamo spettatori della nostra partita. Loro andavano forte, più forte di noi, una, due, tre volte, e poi ai rigori...beh, se si dice che la fortuna aiuta gli audaci ci sarà un motivo. Lo ammetto, da allora ho una grande ammirazione per il Liverpool: forse un altro team non avrebbe mostrato così tanto carattere per rialzarsi dopo un parziale di 3-0 alla fine del primo tempo. Ho capito che era tutto perduto prima dei rigori, quando durante i supplementari Shevchenko sbagliò una chiara opportunità proprio di fronte a Dudek. Per fortuna, due anni dopo, la vita ci ha regalato una grande opportunità, rimettere le cose a posto, di nuovo di fronte gli uni agli altri. Non abbiamo giocato pensando alla vendetta, per niente, il Milan era un team con molta esperienza. Io avevo 36 anni, Maldini 38, Costacurta 41 e Serginho 35, sapevamo che era la nostra ultima chance per vincere quel trofeo, ma eravamo molto calmi. Non molte squadre riescono a giocare con quella tranquillità. Dopo che Inzaghi segnò grazie all'assist, involontario, di Pirlo, sapevo che quella volta avremmo vinto: nel 2005 quel tipo di gol non sarebbe entrato”.
CAFU in un'intervista al portale Four Four Two rilasciata nel 2017 ricorda così la notte di Istanbul
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Praticamente smonta tutte le varie negazioni...
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