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| Certo che noi la facciamo facile, ma quante cose nella testa di Daniel e del padre, è tutto un galleggiare continuo tra sospetti di favoritismi, di pressioni di attese, di sentirsi un predestinato come nonno e papà, di sentirsi dire "non saresti mai nel Milan se non ci fosse tuo padre a fare il dirigente".
Quando entri in campo non è facile lasciar perdere tutte queste pressioni, secondo me il fatto che il ragazzo comunque abbia voluto questo denota tanti fattori di personalità, di convinzione di potercela fare, il tutto condito dalla sana incoscenza giovanile, non puoi permetterti di stare in questa squadra se non hai qualità, lo stesso Paolo rischierebbe clamorosamente la faccia e avrebbe potuto risolvere il tutto dicendo al figlio "è meglio che tu vada a farti le ossa in giro".
Nelle amichevoli dell'anno scorso ci ha lasciato un sapore dolce in bocca, scatto conduzione e quel bellissimo gol contro chi non ricordo a SanSiro, fisico alla Maldini e skills atletiche alla Maldini (non mi pare forte di testa però, un po' fighetta al momento) e quella speranza che possa essere il terzo campione che esce da quella famiglia, per quanto se giochi in attacco o sei un totale fuoriclasse leggendario oppure sei destinato a veleggiare tra alti e bassi e difficilmente entrerai nell'Olimpo.
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