| Juve, Allegri: "Momento giusto per lasciare. Grazie a tutti"
All'indomani del comunicato che ha sancito il divorzio tra Massimiliano Allegri e la Juventus è arrivato il momento delle spiegazioni. Il tecnico deve presentare anche la sfida di domani contro l'Atalanta, la sua ultima all'Allianz Stadium da allenatore bianconero. Alle 14 la conferenza stampa, segui il live testuale sulle pagine di TuttoMercatoWeb.com.
14.18 - Inizia la conferenza stampa: "Per prima cosa voglio ringraziare il presidente e i ragazzi (voce rotta dall'emozione ndr), per quello che hanno fatto e mi hanno dato. Ci siamo tolti tante soddisfazioni e lascio una squadra vincente che ha grandi possibilità per fare altre vittorie e una grandissima Champions".
Quando ha capito che era finito il ciclo? "Ci siamo parlati per il bene della Juventus e la società poi ha fatto le sue valutazione. I rapporti con Agnelli, Nedved e Paratici sono ottimi, non cambia niente. Qui ho trovato una società ben organizzata, cito anche Marotta. Questo era il momento per lasciarsi nel migliore dei modi. Lascio una società con un presidente straordinario, Fabio e Pavel stanno crescendo ancora. Voglio ringraziare anche Barzagli che lascia il calcio, un vero professore della difesa. Domani dovrà essere una vera festa".
Come vive questa situazione? "Serenamente. Nei rapporti professionali ci si può sempre dividere, è fisiologico. Ho letto tante cose, le mie richieste alla società, ma non siamo neanche arrivati a parlare di questo. Abbiamo capito prima che era arrivato il momento di lasciarci. Ci siamo incontrati due volte e poi è stata presa la decisione: tutto è stato molto più semplice di quello che sembra. Siamo orgogliosi dei 5 anni straordinari che abbiamo passato insieme. Sono contento ed emozionato di aver allenato questa squadra".
Crede di aver pagato le critiche sul gioco ricevute in queste ultime settimane? "Non credo. Ci sono stati tanti dibattiti ma alla fine di tutto la cosa che conta è centrare gli obiettivi. Abbiamo portato a casa campionato e Supercoppa, giocare bene o male non importa, l'importante è portare a casa i risultati. Un allenatore deve analizzare la prestazione più del risultato ma molto spesso è proprio il risultato a cambiare le opinioni. Uscire dal campo pensando di aver giocato bene ma non aver vinto non fa per me, a calcio bisogna vincere le partite. A Cagliari ho iniziato facendo zero punti in cinque partite, non giocavamo male ma i risultati non c'erano. Anche difendere non è vergogna, La partita che abbiamo giocato a Cardiff l'abbiamo persa perché il Real Madrid ha difeso meglio di noi. Non ho ancora capito cosa significhi giocare bene, qualcuno deve spiegarmelo. In tutti i ruoli ci sono delle categorie, c'è chi vince e chi perde. Se uno non vince mai ci sarà un motivo, no? Non si può andare avanti solo con la teoria, c'è un mestiere da fare. Guardiamo Cellino: col Cagliari non è mai retrocesso, a Brescia ha riportato la squadra in A in un solo anno. È più bravo degli altri".
Va via perché non può fare l'allenatore manager? "Assolutamente no, sono sempre stato coinvolto dalla società in tutto. Dai programmi societari al livello tecnico dei giocatori. Sono un allenatore aziendalista, ma non perché sono uno yes man, non è così. Un tecnico deve conoscere tutte le problematiche che la società ha. A me questo piace molto, magari quando smetterò avrò un ruolo dirigenziale, mi ha sempre appassionato".
Si sente juventino? "Lo ero anche quando giocava Platini, mi affascinava quando giocava. Quando ha smesso mi sono un po' distaccato. Ho fatto parte di questa famiglia, la proprietà è qui da 120 anni, il DNA è chiaro e vincente. Sono cresciuto molto qui".
Si è chiesto perché non ha conquistato tutta la tifoseria? "No, perché i tifosi sono stati sempre calorosi verso di me e mi hanno trasmesso tanta stima e tanto affetto. Vivo di emozioni, altrimenti non potrei fare questo lavoro ma è normale che non si possa mettere tutti d'accordo. La contraddizione comunque è una cosa che ti fa crescere. Sono arrivato in mezzo a una contestazione ma il giorno che ho varcato la porta del vecchio ippodromo ho sempre pensato che il mio cavallo, in quel luogo, aveva vinto per tre volte".
Questa è stata la decisione più sofferta da quando è alla Juventus? "Sì, credo di poterlo confermare".
Come dovrà essere la Juve del futuro? "Questa domanda dovete farla a Paratici. Sarà lui a fare la squadra. I ruoli devono essere rispettati e la direzione sportiva è in capo a lui. Ha questa responsabilità e ha anche i suoi obiettivi da raggiungere".
14.48 - Termina qui la conferenza stampa di Allegri.
Tmw
Juve, Agnelli: "Allegri ha fatto la storia. Vogliamo celebrarlo"
La notizia del divorzio tra la Juventus e Massimiliano Allegri è arrivata nella giornata di ieri. Tante le domande alle quali il popolo bianconero deve ancora avere una risposta. Parola ad Andrea Agnelli, presidente della Vecchia Signora, alle 14 in conferenza stampa. Segui il live testuale di TuttoMercatoWeb.com.
14.07 - Inizia la conferenza stampa: "Non risponderò a nessuna domanda sul nome del prossimo allenatore. Ci sarà un nuovo tecnico, questo è chiaro, ma ancora è presto. Siamo qui per omaggiare Massimiliano Allegri, un allenatore che ha fatto la storia di questo club. Tutto è iniziato a maggio 2013 quando ero sicuro che sarebbe stato il nostro prossimo allenatore. Abbiamo poi aspettato 14 mesi ma io ne ero certo. È arrivato qui nello scetticismo generale, tra la contestazione dei tifosi. Fin dal primo anno ha avuto tantissimo coraggio, è il tecnico più longevo dopo Trapattoni, è primo nella percentuale di vittorie: ha numeri incredibili e questi sono stati 5 anni bellissimi. Abbiamo fatto tante cavalcate, sia in Champions League che campionato, quest'anno abbiamo vinto lo Scudetto con largo anticipo. In tutto questo la cosa che mi rende più orgoglioso è quello di aver trovato un amico sincero in questo percorso. Abbiamo fatto una valutazione anche sulla progettualità della società, vogliamo vincere e rinforzare questo gruppo. Abbiamo progetti importanti, per la prima squadra, per le donne e per l'Under 23. Valutiamo investimenti a 360°. La Juventus deve essere sempre all'avanguargia e ho fiducia in Nedved e Paratici. Per concludere voglio dire che quando ho detto dopo l'Ajax di pensare di andare avanti con Max ero sicuro, poi ci siamo confrontati e c'è anche un po' di tristezza e commozione per il suo addio ma probabilmente era il momento giusto per chiudere uno dei più straordinari cicli della storia della Juventus. Voglio consegnare una maglia al mister per regalo (numero 5 con la scritta History Alone ndr)".
Continua a leggere dopo la pubblicità
Cos'è cambiato dal post Ajax? "L'ho detto prima. Al di là delle dietrologie nell'ultimo mese abbiamo analizzato e riflettuto. Senza pensare alle dichiarazioni fatte siamo arrivati alla conclusione che questo era il momento giusto per chiudere il ciclo, con un acuto e un successo come lo scudetto. Persone intelligenti hanno capito che non era il caso di andare avanti ancora".
Cosa ha contribuito a questa decisione? "In un'azienda bisogna prendere le decisioni al momento giusto. Poi vedremo se sarà stata la scelta corretta. Noi viviamo come sempre detto una realtà all'interno: se non si è dentro le dinamiche non si potrà mai sapere perché vengono prese determinate scelte. Non mi piacciono gli yes men, voglio persone che dicono quello che pensano".
Continua a leggere dopo la pubblicità
La decisione era stata presa anche prima delle riunioni fatte? "È stato un percorso. Quando si affrontano determinati temi si capisce che l'interesse è quello di prendere la decisione migliore per tutti. Alla fine è la società che decide. Questo club ha la sua storia e nessuno è indispensabile, siamo tutti utili, a partire da me fino ai magazzinieri. Ci sono stati tanti presidenti, tanti allenatori, tanti calciatori e tanti magazzinieri. Questa è la storia della Juventus che sarà sempre più grande di tutti. Le scelte devono essere prese solo per il bene del club".
Dove si immagina l'anno prossimo? "Ora non so niente. Domani dobbiamo andare in campo e festeggiare. Magari una pausa mi farebbe anche bene ma staremo a vedere. Magari a luglio mi prenderà voglia ma non dipende solo da me, devo guardare cosa c'è in giro e fare le mie valutazioni. Se dovrò stare fermo un anno mi dedicherò a me stesso e alla mia famiglia. Ora penso solo alla festa di domani".
14.48 - Termina qui la conferenza stampa di Andrea Agnelli.
Tmw
|