| Hamsik, l'ultima recita: Napoli saluta una bandieraMarek ne ha fatta di strada dal suo arrivo in azzurro nell'estate 2007. E ora resterà immortale
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03/02/2019di ENZO PALLADINI
Ogni scelta implica, di per sé, l'abbandono di tutte le alternative. Se non fossimo costretti a scegliere, saremmo immortali. Ma si può anche fare diversamente, fare come Marek Hamsik. Si può scegliere di abbandonare un posto dove si è stati bene, benissimo, dove si è vinto, rimanendo comunque in un certo senso immortale. Non avevano capito tutti, al 74’ di Napoli-Samp, che quello era un addio. Sembrava un’uscita dal campo quasi normale, anche se qualcosa bisognava intuire dall'intensità degli sguardi e dei gesti. Ma nessuno voleva crederci, nemmeno quando Carlo Ancelotti l'ha detto esplicitamente. Invece è proprio così, la maglia numero 17 dalla prossima partita non verrà più stampata, almeno per un po', la fascia da capitano passerà sul braccio dell'enfant du pays Lorenzo Insigne, la cresta di Marekiaro dovrà essere curata da un parrucchiere con gli occhi a mandorla. La Cina l'ha prima tentato e poi sedotto, la squadra in cui andrà a giocare conta poco, quello che conta è che Napoli non sarà più casa sua.
Chi l’avrebbe mai detto. Chi avrebbe potuto immaginare il 28 giugno 2007 che quel ragazzino dall’aria timida sarebbe diventato una leggenda, una bandiera. Marek Hamsik ne ha fatta di strada da quel giorno di inizio estate. Al suo fianco il Pocho Lavezzi, look rivedibile per entrambi, soprattutto per Marek che si presenta addirittura in ciabatte, come a dire “mi sento già a casa mia”. La cresta è solo un’idea che poi con gli anni si è evoluta, sempre più appuntita anno dopo anno, da decine di esultanze. Stavolta però serve un gel particolare, perché quella cresta a punta è arrivata a toccare vertici che nessuno nella storia del Napoli è mai riuscito a raggiungere.
Subito 9 gol al primo anno di Serie A, niente male per un ragazzo poco più che ventenne. Il decimo arriva subito, alla prima giornata della stagione successiva. E alla fine saranno 9 gol in Serie A anche nel 2008-09. Hamsik è già un idolo dei tifosi napoletani che lo chiamano quasi subito Marekiaro, come il mare che illumina la loro splendida città. Un legame quasi scontato e naturale, che non si spezzerà per i successivi 12 anni. Nel campionato successivo Hamsik stupisce ancora e tocca per la prima volta la doppia cifra, 12 gol, con la panchina del Napoli che passa da Donadoni a Mazzarri. Il 13 marzo 2010 nella partita contro la Fiorentina indossa per la prima volta la fascia di capitano, diventando il più giovane nella storia del club. Ma la serata da incorniciare in questa stagione è senza dubbio quella del 31 ottobre 2009, una doppietta che trascina gli azzurri a battere la Juventus a Torino. Un successo che mancava da 21 anni.
Il Napoli cresce e nel 2011 si qualifica per la Champions League. Hamsik non perde il vizio del gol e ne mette dentro 11. L’anno successivo i gol sono 9, ma Hamsik mette in bacheca il suo primo trofeo con la maglia del Napoli, la Coppa Italia. Hamsik è ormai uno dei migliori centrocampisti d’Europa e diventa per forza di cose un uomo mercato. In tanti lo vogliono, ma lui si tappa le orecchie, si liscia la cresta e continua a segnare per il Napoli. Al termine della stagione 2012-13 saranno addirittura 11 gol e 17 assist per Marekiaro. Impressionante. Nel campionato successivo segnerà meno, 7 gol, anche a causa di un infortunio al piede nella fase centrale della stagione. Alla fine però arriverà un’altra Coppa Italia, bissata poi dalla Supercoppa Italiana.
Hamsik non tocca la doppia cifra nei due campionati successivi. Forse ha perso lo smalto oppure ha voglia di cambiare aria. Nonostante le offerte ci siano lui rifiuta e smentisce tutti, e nel 2016-17 i gol saranno 12. Marekiaro è ormai una cosa sola con Napoli e la maglia azzurra. Per diventare una leggenda gli manca solo una cosa, superare una divinità che da queste parti ha le sembianze e il nome di Diego Armando Maradona. Il 23 dicembre del 2017 ecco quindi il gol numero 116, in una partita contro la Sampdoria, alla quale è legato il primo gol in serie A oltre che l’ultima partita in maglia azzurra. Peccato solo che questa lunga storia d’amore non sia sfociata in uno scudetto. Un record tira l’altro, si sa, batterli è solo questione di tempo, quello che per Marek Hamsik sembra non passare mai, gol dopo gol, sempre a cresta alta, sempre per il Napoli. Fino a questa recita finale, fino a quei gesti tutti da interpretare uscendo dal campo ancora una volta contro la Sampdoria, fino a quel saluto commovente
sportmediaset
giustamente la bandiera e ok ma 30 anni va in Cina? Lasciando stare Oscar, Witsel ecc ma non ne capisco l'esigenza visto chi è Hamsik a Napoli, ha superato pure i gol di Maradona e non ne ha 35 di anni... soldi, soldi, soldi. Ancelotti lo ha arretrato e questo non gli è piaciuto e già in estate fu vicino alla Cina ma trovare una squadra forte in Italia o in Europa no? si va a finire sempre sui 9 mln all'anno...
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