| Carisma, leader dentro e fuori dal campo e un segnale di rottura: ecco perché è giusto dare la fascia a Bonucci
A livello numerico e formale, Leonardo Bonucci è l’acquisto numero 9 del Milan in questa faraonica, è il caso di dirlo, campagna di rafforzamento che la nuova proprietà ha avallato in piena simbiosi con il progetto tecnico di Vincenzo Montella, unitamente alla strategia pianificata da Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli. L’arrivo dell’ex Juve è uno schiaffo poderoso al sistema calcistico italiano, che da anni si era fossilizzato su una sola grande squadra – la Juve per l’appunto – e due antagoniste non attrezzate tecnicamente e a livello ambientale per tenerle testa. I rossoneri si candidano seriamente al ruolo di protagonista della prossima Serie A e ora suonano dolcissime le parole di Vincenzo Montella il giorno del raduno, quando sornione, dichiarò: “Chissà che non tocchi a noi indebolire una delle squadre che ci sta davanti come ha fatto l’anno scorso la Juventus, togliendo Higuain e Pjanic a Napoli e Roma”. Detto e, in nove giorni, tutto si è concretizzato.
SCELTA FORTE - La scelta fatta dalla società è stata chiara: c’era bisogno di uno che potesse portare la cultura della vittoria dentro lo spogliatoio del Milan, che negli ultimi anni è stato letteralmente depauperato di questo concetto fondamentale per un club come i rossoneri. Bonucci sa come si vince, soprattutto in Italia, e dentro lo spogliatoio avrà un peso specifico immenso visto che la società ha deciso di affidargli la fascia da capitano. Una scelta forte, che probabilmente non piacerà ai vari Montolivo e Abate, ma che determina un segnale di rottura con il passato e la genesi di un nuovo percorso, che in quel di Casa Milan si auspicano vincente.
LEADER - La leadership di Bonucci, sia alla Juve sia in nazionale, non è un qualcosa che si può mettere in discussione. In campo, poi, ha spesso dimostrato di sapersi far valere anche senza la fascia al braccio, figuriamoci ora che sarà lui ad uscire per primo, davanti a tutti. Fassone e Mirabelli non hanno avuto dubbi e, come nella grande tradizione del Milan, hanno voluto affidare ad un difensore centrale di comprovato carisma il ruolo di capitano. Bonucci, nel giro del museo, è rimasto per qualche istante immobile davanti alla maglia di Baresi, del quale sarà uno dei successori. Con buona pace di tutti.
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