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Clamoroso a Parma, Taci ha già rivenduto la società!

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ZiZiO_1911
view post Posted on 9/3/2015, 17:27 by: ZiZiO_1911




NON SALVATE IL SOLDATO PARMA
PUBBLICATO LUNEDÌ 9 MARZO 2015
Fonte:
Asinu Press
Un contributo esterno, agli antipodi rispetto alla buonista e acritica richiesta di salvataggio, che accogliamo volentieri nell’ottica della pluralità. Al netto del dispiacere per i tifosi, gli unici a rimetterci sempre ed in ogni caso, ma al contempo gli unici che ci saranno comunque, in barba ad ogni fallimento e ad ogni avido avventuriero, salvare il Parma (che poi invero non salveranno, è piuttosto un accanimento terapeutico per tenerlo in vita fino a fine campionato, come Padron Sky chiede) non significa altro che salvare il calcio moderno, non è altro che un tentativo di auto-assoluzione degli stessi che sono i mandanti di questa morte. A questo punto ci sarebbe da augurarsi che muoia Sansone e tutti i filistei.
***
Che il campionato italiano sia l’ombra di se stesso, o di ciò che fu, è ormai realtà acclarata. Cause e colpevoli sono stati ampiamente analizzati a partire dalla crisi economica, l’involuzione dei settori giovanili, i troppi stranieri, l’immobilismo. Proprio quest’ultima voce è forse quella in grado di raccogliere tutte le altre problematicità; è giusto dire che il nostro sport più seguito abbia inserito una retromarcia che non può disinserire nell’immediato, ma è pur vero che tutti gli organi coinvolti e con un minimo di autorevolezza e possibilità di azione, ergo cambiamento, sono rimasti totalmente immobili.
Proprio in nome di questo immobilismo italiota, che tanto democraticamente ha sfasciato ogni speranza di ribalta, di ogni singola squadra, ognuna a suo tempo, proprio in nome di questo immobilismo ritengo che l’aver concesso 5 milioni di euro alla società Parma F.C. sia stata una grave scorrettezza, oltre che l’ennesimo segnale negativo per il nostro calcio.
Detto questo, cominciare con una sintetica ricostruzione dell’accaduto sia doveroso. Il 18 maggio 2014 cominciano i guai del calcio Parma, subito dopo il triplice fischio che sancisce la vittoria contro il Livorno per due a zero e la insperata qualificazione al turno preliminare dell’Europa League 2014/2015 in virtù del sesto posto in campionato. Fin qui la gioia, il risultato assolutamente impronosticabile raggiunto da una squadra costruita per raggiungere la salvezza, che riesce invece a guadagnarsi un posto al sole lì dove, ad esempio, fallisce il più blasonato Milan.
Poi la caduta; l’Europa sfuma per un motivo impensabile, tutti gli sforzi profusi sul rettangolo verde vengono vanificati da un mancato pagamento Irpef di 300mila euro che al 31 marzo non era ancora stato corrisposto, pagamento che secondo la UEFA costa la partecipazione al Parma. 300mila euro, una quota decisamente irrisoria considerando il volume d’affari di una squadra di media classifica militante nella massima serie. Ovviamente anche l’Alta Corte del Coni si pronuncia sulla questione, sfavorendo la società emiliana in favore del Torino, settima classificata, di fatti ancora oggi in corsa nella competizione europea giunta alla fase degli ottavi. Tommaso Ghirardi, all’epoca presidente del Parma F.C., convocò una conferenza stampa venerdì 30 maggio 2014, in cui annunciò le proprie dimissioni, sull’onda emotiva di una frustrazione dilagante, e mise in vendita la società. Dopo la caduta, l’impatto.
Da questo punto esatto comincia una spirale che porta dritta agli abissi di una retrocessione ormai certa. Tutto comincia alla prima di campionato, quando il Parma, ancora in grado di vantare una rosa dignitosa, comincia la competizione che sarebbe comunque stata difficile e tribolata, ma in cui avrebbe puntato alla salvezza. Purtroppo i giocatori, l’allenatore, e gli appartenenti alla società tutta non vengono pagati da diversi mesi, ma con il sacrificio di tutti si cerca di salvare il salvabile in attesa di un acquirente e di nuova liquidità che non faccia affondare la barca, una barca già in tempesta prima che arrivino i risultati dal campo, il tutto mentre la FIGC sta a guardare.
Gruppi di investitori, azionariato popolare, le opzioni al vaglio sono multiple, ma tutte non percorribili visto la mole del monte stipendi parmense, che si scopre avere a libro paga più di 200 giocatori militanti in tutte le leghe, la maggior parte assolutamente inutili ai fini di un miglioramento effettivo della rosa emiliana. Poi spunta il nome di Rezart Taci, petroliere albanese che prima farà infiammare i tifosi di gioia, poi di rabbia quando non solo si scoprirà che il personaggio non possiede alcun capitale tale da saldare i debiti della società, ma che ha già venduto la stessa ad un nuovo acquirente. L’uomo del mistero è il manager bergamasco Fiorenzo Alborghetti, che a sua volta mollerà l’affare di lì a poco. Quattro presidenti in un mese e mezzo, il Parma perde le speranze ed anche i giocatori migliori, su tutti Antonio Cassano che rescinde il proprio contratto. Insomma, anche il capitano abbandona la nave.
Oggi la situazione del Parma è questa: la FIGC del neo-presidente Tavecchio ha finalmente capito che la situazione della squadra emiliana ha falsato questo campionato. La società è in mano a Giampietro Manenti, mentre sul registro degli indagati delle Fiamme Gialle è già stato inserito il nome dell’ex-presidente Ghirardi e del DS Pietro Leonardi. Il Parma al 90% dichiarerà fallimento in estate, ma con 5 milioni di euro presi dai fondi multe della FIGC si procederà al pagamento degli stipendi e del sostentamento della società almeno fino a fine campionato, di modo che questo possa essere concluso senza che il Parma salti altri match, e al momento sono già due i non disputati da recuperare.
Perché è sbagliato prestare 5 milioni di euro alla società? Perché è sbagliato insistere al fine che il Parma disputi i restanti match? Perché il Parma dovrebbe dichiarare fallimento ora e perdere tutte le restanti partite del suo campionato 3-0 a tavolino?
Ebbene: innanzitutto, a rischio di sembrare anacronistico, il Parma F.C. nasce dalle ceneri del Parma A.C. di Calisto Tanzi, che fallì insieme alla società Parmalat e a cui fu risparmiato il calcio dilettantistico solo grazie a una manovra tipica durante il fallimento delle società calcistiche, e che portò alla mai più restituzione dei debiti contratti con gli svariati creditori dell’epoca (compresi tutti i piccoli azionisti della Parmalat). Ripeto, niente anacronismi, ma la storia si sta ripetendo uguale.
Peggio ancora però, l’ex-Presidente Ghirardi lasciò già intendere quali fossero le sue intenzioni, quindi l’intervento della FIGC arriva con assoluto ritardo, ora che è possibile solo la caccia al colpevole e non alla soluzione. Inoltre è ben chiaro che, come prima di essa fecero Lanciano, Pescara, Ascoli e Bari, il Parma dichiarerà fallimento in estate, il che non solo non permetterà ai creditori (come gli stessi calciatori) di ricevere le somme dovute, ma vanificherà l’investimento di 5 milioni che la Lega ha già versato nelle casse emiliane.
Possibile che la Lega non sappia già tutto ciò? Ovviamente Tavecchio e co. conoscono perfettamente questa storia e saprebbero raccontarla anche meglio, ma è pur vero che il Parma ha già ricevuto i soldi per i diritti televisivi, ed è pur vero che il Parma scende in campo con 11 giocatori che potrebbero pur sempre dare filo da torcere a chiunque, fosse anche solo per una questione di sorte. Voglio dire, giudicate voi il grado di malizia, che il Parma ha già fermato la Roma (seconda in classifica) con un pareggio quando la squadra era già rimaneggiata, perché non potrebbe riaccadere con qualsiasi altro avversario? Insomma, i motivi per salvare la stagione del Parma ci sono, ma nessuno ha a che fare col salvare la faccia del calcio italiano, né quella del Parma stesso.
Un ultimo inciso: anche Napoli e Fiorentina (per citare due società oggi in piena salute) fallirono a loro tempo, ripartendo dagli abissi della Lega Pro, all’epoca Serie C, perdendo anche il titolo sportivo (cioè la denominazione originaria) poiché non ebbero il favore di poter procedere ad un fallimento pilotato, punto fin dove la Lega sta cercando di traghettare il Parma F.C. Quindi migliori auguri al Parma, che possa vivere giorni futuri migliori dell’immediato presente, ma nessuno stupore quando emergerà il malcontento dei tifosi di mezza Italia per l’esito di questa operazione grottesca.

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