Alle 20:30 si accomoderà in Tribuna Adriano Galliani. Qualche minuto dopo, sarà Alta Tensione, al secolo Filippo Inzaghi, a prendere posto nella Panchina di San Siro. La sua Panchina da soli cinque mesi: Il tempo di una boccata di fumo che a molti è sembrata un'eternità.
In contemporanea, probabilmente, anche il Presidente Onorario Silvio Berlusconi sarà sintonizzato sulla Rai in attesa che Gianluca Rocchi da Firenze decida di aprire le danze al Meazza.
Nel Tunnel, alle 22:40, il Milan e la Lazio si appresteranno a marciare verso il manto erboso per un apparente Quarto di Finale di Coppa Italia che non dovrebbe avere nulla di speciale oltre che la presenza di due Club di una certa importanza. Apparentemente, appunto.
Per altri 90' ancora, non ci sarà Destro nella mente del Dottore.
Per altri 90' ancora, non ci sarà Spalletti o Tassotti o Conte o Prandelli o Montella a volteggiare attorno alle larghe spalle del Mister.
Per altri 90' ancora, non ci sarà ansia di un futuro che non c'è ad occupare i pensieri del Padre Padrone.
Per altri 90' ancora, non ci sarà un Thiago Silva o un Pirlo o un Shevchenko al posto di Alex o di De Jong o di Pazzini.
Per altri 90' ancora, ci sarà il Milan abbandonato nel mezzo dell'oceano durante una burrasca da brividi che pare possa avere una sola possibile conclusione: La morte. O l'ennesima disfatta, per chi preferisce non scomodare una così temibile Signora.
Ecco, non abbiamo più nemmeno speranze di miracoli a farci sognare in un finale diverso. Perchè i miracoli avvengono se li si vuole andare a prendere. E per andarseli a prendere serve poterlo fare. Questi uomini vestiti di Rosso e Nero non ne sono di certo in grado. Controfigure macabre. Spiritelli mascherati da Diavoli.
Se ancora si poteva credere fino a poco tempo fà nell'incubo, nel pizzico salvifico che ci avrebbe riportato di colpo a sfidare Bayern Monaco e Manchester UTD, adesso abbiamo smesso anche questa ingenuità.
La realtà effettiva di macchiavelliana memoria ci dice che dobbiamo fare i conti con ciò che realmente è. Ciò che realmente è, sarà un Quarto di Finale di Coppa Italia che non vale nulla e che allo stesso tempo vale tutto.
Molti non saranno daccordo.. Molti fantasticheranno ancora di rivoluzioni e possibili tentativi di rivolta.
La buona coscienza mi impone di placare l'animo e tirare avanti a testa alta: La dignità di chi ha vinto ogni cosa e poi perso più di quello non può venir meno nemmeno dopo esser stati presi a pallonate dal Torino. Nemmeno dopo aver inanellato una serie imbarazzante di sconfitte e prestazioni indecorose.
Contro chi sceglie e poi attacca.
Contro chi paventa difese estreme e fedeltà incondizionata e poi tradisce e abbandona come il peggiore degli infimi.
Non esiste più nessun futuro a vista, ma certe luci non possiamo spegnerle se a questo Diavolo ferito a morte resta almeno la consolazione di un Purgatorio.
Con sconforto ci toccherà vivere questo Milan-Lazio come fosse una Finale di Champions League.
Con orgoglio spero di vedere un'ultima fiamma di rabbia nell'occhio di quel "Pippo Mio" che fù: Se deve essere l'ultimo atto di una così breve avventura, che sia una disfatta onorevole. Lo preferiremmo tutti.
E, se volete sapere la mia, non è poi detto faccia così tanto buio da impedire a Giampaolo Pazzini di salire in cielo per dare ancora un motivo a tutti noi.
Forza Milan: Oggi. Domani. Sempre. In Italia. In Europa. Nel Mondo.