| Calcio: Roma nel caos, Pallotta rimanda Friedkin e boccia Petrachi
Non convince il potenziale acquirente americano del club giallorosso e il ds ex del Toro è ormai un separato in casa. Incertezza sul futuro della squadra
Non nominando mai il separato in casa - per ora non dimissionario - Gianluca Petrachi, ma spiegando perché non ha venduto la Roma a Dan Friedkin, torna a farsi sentire alla Roma la voce di James Pallotta. La voce di un padrone che apre apertamente all'ipotesi di passare la mano, vendere quote o accogliere soci e ammette il momento un po' così dal punto di vista economico (e forse non solo) della sua creatura calcistica giallorossa.
«Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi lo scorso autunno e verso la fine dell'anno stavamo trovando un accordo. Abbiamo approfondito i dettagli, ma l'ultima offerta semi-concreta non era minimamente accettabile. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse parlare ancora e avanzare un'offerta tale da essere ritenuta accettabile, lo ascolteremmo. Voglio lasciare la Roma in mani solide e che possano garantire la competitività del club. Ho investito più di quanto richiesto e fino a quando sarò il presidente farò il meglio per il bene della Roma». Parole che non devono aver fatto piacere a Dan Friedkin, per tre mesi proprietario in pectore e adesso riallontanato da Pallotta.
Sul mercato Pallotta non offre certezze. «In questo momento c'è incertezza ovunque - dice il presidente - e molte cose possono dipendere da potenziali investimenti nel club. Nessuna società al mondo sa come andrà a finire la finestra di mercato questa estate o in inverno, ma alla fine faremo il meglio per la Roma». Che, con un rosso attualmente attestato sui 126 milioni, significa anche cedere parecchi pezzi e abbassare di un bel po' il monte ingaggi.
Chissà se, dopo le frizioni dei giorni scorsi con il presidente e dei mesi passati con gran parte del management italiano, se ne occuperà ancora Petrachi: ieri colloquio a Trigoria tra il ds in bilico e il Ceo del club Giudo Fienga, nell'attesa di un cenno di pace o di separazione da parte di Pallotta. L'ex uomo mercato del Toro, legato alla Roma da un contratto fino al 2022 da 2,1 milioni lordi a stagione più premi e bonus, non intende dimettersi e rischia, in assenza di una riappacificazione, di continuare la sua esperienza in giallorosso da separato in casa: la rottura, magari con una buonuscita, resta un'ipotesi concreta. Il sostituto, nel caso di un assai probabile divorzio, la Roma ce l’avrebbe già in casa con la promozione dell'ex portiere Morgan De Sanctis, attualmente vice direttore sportivo. In ogni caso a manovrare sul mercato, cercando di far quadrare i conti, ci penseranno, come stanno già facendo da tempo, il superconsulente presidenziale Franco Baldini e il Ceo Fienga. Sempre che, nel frattempo, non si materializzino le nuove «mani solide» invocate da Pallotta.
La Stampa
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