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Enzo Jannacci
view post Posted on 29/3/2024, 00:33 by: Enzo Jannacci
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Milanista in fasce

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CITAZIONE (Duke @ 28/3/2024, 19:24) 
Lettera aperta ai più giovani rossoneri.

Io sono milanista dalla tenera età, perché lo era mio nonno materno, che mi teneva in braccio a seguire Rivera e il Paròn Rocco, perché lo era mio padre, con il quale avevamo poche cose in comune e questa ci accomunava, per far dispetto a mio cugino interista sfegatato, che da piccolo mi bullizzava.

Il Milan è sempre stata una squadra "proletaria", fatta di grandi talenti e di grandi passioni, sempre in trincea. Chi ha vissuto solo il Milan di Berlusconi spesso fa l'errore di considerare quel Milan legato ad un approccio che finanziariamente sbancava tutti, forse per lo stigma del presidente Berlusconi, ma non c'è cosa più sbagliata. Quel Milan era vincente non per i soldi ma per le intuizioni. Sacchi, Capello, Ancelotti non erano dei Guardiola, erano scommesse. E il Milan non ha mai speso cifre folli per i giocatori: Rui Costa fu il più costoso sui 40milioni, poi Inzaghi e Nesta, sui 25-30 mln. Il Milan non ha mai speso quanto la Juve, e forse nemmeno l'Inter che acquistò Vieri per cifre record. I nostri campioni, da Van Basten a Gullit, a Cafu, Kakà, Schevchenko sono diventati chi sono da noi, prima erano giovani promesse.

Faccio questa premessa per spiegare il perché mi trovo sempre in difficoltà nei confronti di chi continua ad invocare arabi e spese milionarie. Non è mai stato il nostro approccio, nemmeno quando eravamo sul tetto del mondo. Significa travisare i principi di Berlusconi. Che di soldi ne aveva, sia chiaro, e che giocava sul personaggio, con arrivi in elicottero e dichiarazioni spocchiose. Ma i soldi non li ha mai buttati, non in stile PSG o City, che comunque hanno vinto molto poco in confronto alle spese sostenute.
Per tornare a vincere come allora a me piacerebbe che si apprezzassero i valori e il lavoro che sono sempre stati nella nostra storia, invece che sperare nello sceicco che si accende i sigari con le banconote, anche se in quel modo vinceremmo il doppio. Preferisco vincere uno scudetto e una coppa in meno, conquistate col sudore, piuttosto che andarmene a comprare 10 al supermercato.

Scusate il papiro da libro Cuore, ma con la sosta per le nazionali c'è troppo tempo a disposizione, emi son stufato di parlare di quel mona col pizzetto che insulta i neri.

Non è proprio così, Duke. C’è del vero in quello che dici, ma non è esattamente così.

Ad esempio Rui Costa e Inzaghi all’epoca erano colpi grandissimi, 40 milioni all’epoca, come potere d’acquisto, erano tantissimi, era come un colpo da minimo (ma veramente minimo) 120/130 milioni oggi.

Ti basti pensare che Sheva da pallone d’oro in carica venne pagato 45 milioni dal Chelsea (oggi uno come lo Sheva del 2006 con meno di 130/140/150 milioni non lo compreresti mai, e forse sono fin troppo conservativo nelle cifre). Pochi anni fa con quella cifra (poco meno) venne preso Locatelli. Certo se ragioniamo sulle cifre di oggi 40 milioni non dico che siano poca roba, ma ci compri massimo una ottima scommessa con quei soldi. All’epoca ci compravi super Campioni super affermati nel pieno della carriera.

Oggi quando prendi giocatori da 20 milioni come fatto da noi la scorsa estate, prendi giocatori che negli anni 2000 sarebbero costati 6/7/8 milioni. Poi certo a volte anche all’epoca un giocatore da 8 milioni diventava un pallone d’oro (Kakà), ma sono eccezioni.

Il Milan di Berlusconi è stato un mix di grandi intuizioni + giovani del vivaio + grandi spese. E le grandi spese c’erano eccome (Gullit all’epoca fu il colpo più costoso della storia; insieme a Maradona).

Altrimenti con solo le intuizioni e il vivaio non avremmo certo vinto ciò che abbiamo vinto. Lo stesso Sheva, pagato l’equivalente di 20 milioni di euro, equivaleva come potere d’acquisto ad un colpo da 70 milioni di oggi.

Gli stessi 31 milioni spesi per Nesta nel 2002 equivalevano tranquillamente ai 90 milioni per Van Djik spesi dal Liverpool o ai 90 spesi dal City per Gvardiol, come potere d’acquisto per l’epoca. Oggi con 30 milioni più o meno ci compri un Tomori (con tutto il rispetto per Fikayo), che pagammo più o meno quella cifra e non vale neanche un’unghia incarnita di Nesta.

Poi certo, all’epoca c’era comunque chi spendeva di più di noi, come il Real Madrid dei Galacticos e l’Inter di Moratti. Ma noi eravamo subito sotto, come spese.

E la Juve di certo non spendeva più di noi, tra il 1986 e il 2007. Anzi, tralasciando il periodo 1986-1994, in cui la Juve era una macchietta, nel periodo 1994-2006 ricordo che Moggi, quel delinquente, spesso si lamentava perché lui doveva autofinanziarsi (e in effetti in quegli anni gli Agnelli non mettevano un euro nel club) mentre le milanesi avevano Pantalone (Berlusconi e Moratti) che staccava assegni.

Quindi diciamo che hai delle ragioni nel tuo post, ma il tuo post dice una parte della verità, non tutta.

La verità è che tutti i grandi Milan della storia (anche quelli pre-Berlusconiani) sono stati un mix di grandi colpi e intuizioni/giocatori cresciuti in casa.

Come del resto è normale che sia, con solo le intuizioni e i giocatori fatti in casa non avremmo certo vinto 6 scudetti e 2 CL tra il 1950 e il 1970 e 7 scudetti e 5 CL tra il 1986 e il 2007.

Detto questo, non sono così giovane (ho 56 anni, 57 a Luglio) ma negli arabi ci spero eccome.

Ricordo che l’Inter quando arrivò Suning, da un anno all’altro aumentò il fatturato del 33%. * Pensate cosa potrebbe fare un colosso da 700 miliardi di fatturato come PIF (che sta a Suning come gli USA stanno al Guatemala) e quante sponsorizzazioni e modi vari ed eventuali troverebbe per aumentarci il fatturato.

* da un articolo che non riesco a postare perché mi dà URL non valido, ma potete trovarlo facilmente

CITAZIONE
La creatura di Suning prende una forma sempre più delineata. L'Inter è una macchina in costruzione, concreta e piena di ambizione. E se i numeri del campo sono certificati dall'inizio positivo di stagione, adesso arrivano anche quelli della parte commerciale. Il tutto al netto dei ricavi che, rispetto al 2016, sono aumentati del 33% e dovrebbero raggiungere i 320 milioni.

E quell’Inter non s giocava la Champions League (l’ultima qualificazione risaliva al 2011 e si qualificherà nuovamente nel 2018, a Maggio, con la disgustosa combine di De Vrij) da sette anni, eh, quindi non è che avesse chissà quali fonti di ricavo, è ben chiaro da dove venissero quei soldi in più.

P.s

CITAZIONE
Sacchi, Capello, Ancelotti non erano dei Guardiola, erano scommesse.

Anche Guardiola quando iniziò la sua avventura al Barca era una scommessa. Tanto quanto Sacchi e Capello e molto più di Ancelotti (che veniva da percorsi comunque importanti, anche se non vincenti, con la Juve, sia in Italia che in Europa).

Sacchi e Capello avevano una cosa in comune con Guardiola, oltre ad essere delle scommesse: che avevano squadre che scommesse non erano, anzi avevano squadre , sia Sacchi/Capello che Ancelotti (che pure scommessa non era), in cui il più scarso era un top 5/6 mondiale del ruolo.
 
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