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Tema eutanasia

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view post Posted on 5/6/2019, 19:53
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Milanista Incallito

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CITAZIONE (commandostigre AKA il Ribelle @ 5/6/2019, 20:23) 
CITAZIONE (cobalto @ 5/6/2019, 14:22) 
Non so. Sulla storia in questione io penso che in certe situazioni bisogna sempre trovarcisi per giudicare. Ognuno reagisce a delle determinate situazioni in un modo: mi viene in mente il caso Weinstein, ci sono tante attrici che, allo stesso torto subito da questa ragazza, hanno reagito continuando a fare il loro mestiere, svelando solo tanti anni dopo i soprusi subiti, mentre lei non ha avuto la forza necessaria per proseguire. Non mi sento di giudicarla negativamente.

Sull'eutanasia in sé: in casi estremi, come quello famoso di DJ Fabo, sono favorevole, anche perché non è più vita quella né per il malato né per i familiari.

Beh il paragone non è proprio uguale le ragazze di Holliwood sapevano che per fare cinema devi fare un percorso e pur sbagliato che sia è in molti settori, sopratutto nel mondo della moda dello spettacolo e del cinema , e poi dopo che sei diventata famosa e milionaria è facile denunciare molestie sessuali, qui si parla di una ragazzina che a 14 anni è presa da due delinquenti e brutalmente violentata,è diverso dall'essere molestata sessualmente in un attico di Manhattan o in una mega villa a Miami bevendo champagne, se poi ci stai per essere protagonista in un filn un pò ti stà bene, altrimenti rifiuti e fai la commessa o l'impiegata per cui da una parte c'è la scelta, dall'altra no anzi c'è il terrore che dopo la violenza ci sia la morte

Sì, ovviamente non ho messo la storia di questa ragazza sullo stesso piano di quanto successo a quelle attrici, però parliamo in ogni caso di violenza (magari qualcuna c'avrà marciato anche sopra, non lo nego) e, per una donna, non deve essere facile ripartire a prescindere dalla situazione in cui ha subito gli abusi.
 
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commandostigre AKA il Ribelle
view post Posted on 5/6/2019, 19:56




CITAZIONE (cobalto @ 5/6/2019, 20:53) 
CITAZIONE (commandostigre AKA il Ribelle @ 5/6/2019, 20:23) 
Beh il paragone non è proprio uguale le ragazze di Holliwood sapevano che per fare cinema devi fare un percorso e pur sbagliato che sia è in molti settori, sopratutto nel mondo della moda dello spettacolo e del cinema , e poi dopo che sei diventata famosa e milionaria è facile denunciare molestie sessuali, qui si parla di una ragazzina che a 14 anni è presa da due delinquenti e brutalmente violentata,è diverso dall'essere molestata sessualmente in un attico di Manhattan o in una mega villa a Miami bevendo champagne, se poi ci stai per essere protagonista in un filn un pò ti stà bene, altrimenti rifiuti e fai la commessa o l'impiegata per cui da una parte c'è la scelta, dall'altra no anzi c'è il terrore che dopo la violenza ci sia la morte

Sì, ovviamente non ho messo la storia di questa ragazza sullo stesso piano di quanto successo a quelle attrici, però parliamo in ogni caso di violenza (magari qualcuna c'avrà marciato anche sopra, non lo nego) e, per una donna, non deve essere facile ripartire a prescindere dalla situazione in cui ha subito gli abusi.

Difatti ho specificato che per avere un qualcosa una donna o un uomo deve sottostare a un qualcosa è cmq deprecabile, e su questo concordo con te, ecco su Asia Argento che abbia subito molestie per poter recitare li non ci credo😂😂
 
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view post Posted on 8/6/2019, 15:36
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Milanista Eterno

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premesso che sono sempre temi delicati mi pare che qua non siamo nel campo dell'eutanasia ma che lei si sia lasciata morire di fame e sete, eutanasia mi pare sia quando altri ti fanno morire. lei voleva morire e se non lo facevano cosi probabilmente si sarebbe gettata da un balcone o altro (aveva già provato il suicidio)

altro discorso è l'accanimento terapeutico di voler tenere qualcuno in vita per forza e che da un punto di vista personale (ma anche dal punto di vista della bioetica-laica o cattolica che sia)è sbagliato

la ragazza non era attaccata a macchine sondini ecc ma voleva morire per un trauma subito e che manco gli psicologi e forse anche gli psichiatri a cui suoi si erano rivolti erano riusciti a farla guarire,perché purtroppo la depressione è una malattia,ed essendo della psiche è anche più subdola direi.

purtroppo qualcuno sta cavalcando la cosa per fare una crociata pro eutanasia (addirittura capato ha detto che i media italiani hanno alterato la storia quando la sua versione (quella detta da capato) l'ho letta pure su avvenire che di certo ha idee opposte a quelle di capato.

qua la cosa grave è che si crea un precedente di dire sei depresso ucciditi (semplifico)

sul tema eutanasia lasciamo perdere da una parte il mio essere credente e l'aver fatto bioetica in università Cattolica con docente un prete, ma a volte mi lascia perplesso. Sebbene in casi di coma vegetativo possa anche essere favorevole e sia contro l'accanimento terapeutico capisco anche casi come in Francia dove i genitori non siano favorevoli all'eutanasia del figlio (e mi domando quale genitore, al di la del credo o meno lo sia). Sostanzialmente direi che sono contrario e che la vita ha una sua sacralità e importanza (fino a che non si arriva a voler far vivere qualcuno per forza) ma vi sono dei casi in cui sono anche d'accordo.

Per me questo mondo dovrebbe chiedere scusa per aver costretto una diciassettenne a volersi suicidare e non voler vedere altra via è veramente triste e mi sento di condividere il pensiero di questo articolo:

In morte di Noa. Farla finita a 17 anni, per depressione, col dottore accanto


Non è la prima persona minorenne a morire perché lo ha chiesto, Noa, la ragazzina olandese che ha deciso di farla finita con un medico accanto, ma è la prima pubblica, plastica rappresentazione della 'morte medicalmente assistita'. Le categorie legali e bioetiche a cui gli esperti di settore si sono riferiti finora - eutanasia volontaria, suicidio assistito, rinuncia ai sostegni vitali - sono state spazzate via dalla straziante morte di Noa, non a caso annunciata da lei stessa con un post su un social, e non poteva essere altrimenti: quella di morire è ormai una scelta privata, che riguarda solo chi la fa, condivisa con altri chiamati solo a essere spettatori, al massimo esprimendo la propria personalissima opinione.

Concretamente, Noa voleva farla finita e l’ha fatto smettendo di nutrirsi, sapendo che un medico sarebbe stato insieme a lei per giorni, non per impedire quel passo ma per assecondarlo, e che l’avrebbe guardata mentre moriva, sedandola perché non soffrisse. Forse nel suo fascicolo sanitario resterà traccia del colloquio che pure ci deve essere stato, quello surreale in cui Noa e il dottore hanno discusso su come farlo. Lei aveva deciso di lasciarsi morire di inedia, e probabilmente ha spiegato perché, e chissà se ha cercato il modo meno invasivo e doloroso sulla sua persona, lei che purtroppo non si era più ripresa dalla depressione in cui era caduta dopo essere stata violata da piccola.

Non si può ridurre la storia di Noa a questione procedurale, cioè se la sua sia stata o meno una 'classica' eutanasia, secondo le norme e le prassi olandesi, ma va guardata la sostanza: una giovane di 17 anni spezzata da prove e sofferenze fisiche ed esistenziali voleva morire e l’ha fatto, non era in fin di vita ma gravemente depressa, cioè con una malattia psichica, un medico l’ha aiutata e i genitori, che pure avevano fatto di tutto per dissuaderla, alla fine hanno assistito. E se il dottore non sarà perseguito penalmente, come è probabile (in Olanda a 17 anni non si deve più chiedere il consenso dei genitori in casi come questo, e sedare ovviamente non è reato), avremo la conferma che questo è consentito dalle istituzioni di quel Paese.

Né tranquillizza sapere che qualche mese fa altri medici hanno rifiutato la sua richiesta di eutanasia, visto che la giovane comunque è riuscita nell’intento con un’altra strada, anch’essa legale. Noa ha squarciato il velo ipocrita dei 'paletti' delle leggi che regolano la morte su richiesta: non servono le condizioni di sofferenza estreme, la consultazioni di esperti, e distinguere caso per caso, anche se il tutto è nobilitato dalla liturgia del consenso informato, troppo spesso ridotto a una vuota forma rituale.

Cosa hanno detto a Noa, per informarla sul significato della morte? E cosa significa, a 17 anni, acconsentire consapevolmente alla propria morte? Lo sgomento dell’opinione pubblica è stato per la giovane età della ragazza, e per il fatto che la sua era una malattia che non devasta il corpo, ma la mente; una malattia che non a caso molti definiscono 'del secolo', a significare che segna di disperazione il nostro tempo; una malattia che le immagini non riescono a far percepire, come invece accade con malati terminali o comunque visibilmente gravi disabili.

Ma cosa sarebbe stato diverso, se la persona depressa, morta nello stesso modo, di anni ne avesse avuti 20? Con onestà intellettuale va riconosciuta l’origine di tutto questo: nel momento in cui alla scelta di morire si riconosce lo stesso valore di quella di vivere, quando la morte è vista come possibile rimedio a un’esistenza tormentata, allora tutto si trasforma nei criteri di giudizio e nei riferimenti del nostro vivere. Se la morte può alleviare la sofferenza della vita, se è la palliazione finale, l’ultimo degli analgesici, allora diventa un atto medico, e perché porre limiti? Va dato a tutti coloro che ne hanno bisogno: perché negare il sollievo estremo a chi soffre estremamente, anche se è un bambino, un depresso? Non si tratta di scivolare lungo un pendìo, quando si apre alla morte richiesta e assecondata, ma si entra in un altro mondo, un Mondo Nuovo senza umana solidarietà e senza speranza, dove è meglio morire che vivere. Povera piccola Noa, e poveri noi se sarà così.

avvenire




CITAZIONE (Marowak-7CL @ 5/6/2019, 13:26) 
Viene da pensare, sembra banale, che tipo di supporto psicologico/medico c'è stato per arrivare ad una cosa cosi tragica.

E non credo dipenda dal paese in cui vivi e le leggi che tale paese permette.

lo psicologo tenta tutte le varie tecniche che conosce ma se lei voleva morire non vi era verso di fermarla

o cosi o si buttava dal quarto piano o altro ma voleva morire

non darei la colpa agli psicologi qua
 
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Il.Drago.Elliott
view post Posted on 8/6/2019, 19:34




comunque,al di là del fatto in oggetto, L eutanasia dovrebbe essere là dove giustificata un diritto incontestabile.

In uno stato democratico,così dovrebbe essere.
 
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33 replies since 5/6/2019, 06:25   425 views
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