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Lazio inarrestabile un progetto lungimirante

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view post Posted on 29/10/2017, 19:12
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l'usignolo di Kiev

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CITAZIONE (fernando redondo @ 29/10/2017, 19:10) 
metti Inzaghi in questo milan o un Vieri o un icardi saremmo in difficoltà comunque

vai tranquillo che magari non saremmo primi in classifica ma qualche punto in più e qualche goal in piu lo avremmo fatto, su questo ci metterei la mano sul fuoco
 
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view post Posted on 29/10/2017, 19:12
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Milanista Incallito

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Prezio io non ho detto che è un fenomeno, ma per il campionato Italiano(nella sua mediocrità) è perfetto.
Era per sottilineare che quando trovi la quadra giusta e fai si che i calciatori rendano al massimo delle loro caratteristiche anche dei buoni calciatori diventano fenomeni.
Stesso discorso vale per il Napoli, presi singolarmente e spostati in altre realtà non farebbero quello che fanno a Napoli, perchè li ci sono automatismi che fanno rendere al massimo i calciatori.
E questi automatismi te li da l'allenatore.
Per questo alla Lazio non invidio nulla.
Per me presi singlarmente i nostri 11 Vs 11 loro stravinciamo alla grande(l'unico che prenderei da loro è Milinkovic) per superiorità dei nostri, il problema è che noi non li facciamo rendere come fa Inzaghi con quelli della Lazio.
 
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view post Posted on 22/1/2018, 12:25
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Milanista Eterno

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Lazio, è un attacco da record. Solo Manchester City, Psg e Barcellona segnano di più
I biancocelesti, con 53 reti stagionali, vantano il miglior attacco della A e in Europa staccano top club come Real, Manchester United, Bayern. Ma i primati non finiscono qui



La Lazio e il gol sono ormai un binomio inscindibile. Lo dicono i numeri. E non solo per via di Ciro Immobile che con 20 gol comanda la classifica dei cannonieri. In campo c'è molto di più. Perché l'attacco della squadra di Inzaghi è davvero stellare: il migliore della Serie A e il quarto d'Europa. Ecco allora che la "manita" con cui ha asfaltato il Chievo (la quarta in questo campionato) non stupisce più.

CHE NUMERI! — Facciamo parlare le statistiche, allora. La Lazio, ancora con una partita in meno, ha segnato 17 reti nelle ultime 5 gare (a secco solo contro l'Inter), 53 gol in totale: 4 in più della Juve, 8 del Napoli, 13 della Roma e ben 18 dell'Inter. Ma c'è di più. Perché i numeri raccontano anche che ad andare in gol non sono solo gli attaccanti Immobile e Luis Alberto (7 gol): a segnare almeno una rete in stagione sono stati infatti ben 14 giocatori biancocelesti e 10 gol del totale sono da annoverare ai difensori (record). Altri numeri raccontano che la squadra biancoceleste vanta anche un'alta percentuale di tiri in porta (5.8, terza dopo Napoli e Juve) e di dribbling realizzati: 11.9 (solo i bianconeri fanno meglio).

SOLO IL CITY E PSG FANNO MEGLIO — E se allarghiamo l'orizzonte piovono altre conferme. Perché la Lazio è la terza squadra più prolifica d'Europa (considerando i campionati maggiori), dietro al Manchester City di Pep Guardiola che, con 3 partite in più, ha rastrellato 70 gol, il Psg (67 in 21 gare) e il Barcellona (59). Ma i biancocelesti stanno facendo meglio di corazzate come Real Madrid (39), Bayern Monaco (44), Manchester United, Liverpool altri top club.

E LOTITO RIDE — Ora, a prescindere che la Lazio centri un posto in Champions, conquisti la Coppa Italia o perché no, l'Europa League, già oggi c'è un sicuro vincitore: il presidente Lotito che, grazie anche alla indubbia bravura del d.s. Tare e una gestione societaria oculata, può davvero sorridere. Basta passare in rassegna le più che probabili plusvalenze che il patron biancoceleste potrebbe mettere a bilancio qualora volesse vendere alcuni dei suoi gioielli valorizzati dal lavoro di Inzaghi. Qualche esempio? Il gigante Milinkovic-Savic, 7 gol in stagione, pagato 7 milioni di euro, ora vale dai 100 milioni in su. Luis Alberto, strappato all'Espanyol per 5 milioni, ne vale 30, Marusic costato 5 milioni è uno degli esterni più richiesti e il portiere Strakosha pescato da Tare in Albania, dalla squadra Primavera ha scalato gerarchie tanto da diventare uno dei numeri 1 più solidi della A. Insomma, segnare a raffica fa bene a tutti. Pure al bilancio.

Gazzetta
 
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view post Posted on 22/1/2018, 12:41
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Milanista Eterno

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Che dire, sono la squadra più forte del mondo, vinceranno la serie a e la champions.
 
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view post Posted on 22/1/2018, 12:44
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Milanista Eterno

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complimenti al lavoro di Simone Inzaghi


giocano bene .. vincere a Torino non è da tutti...media punti alta

nulla è casuale
 
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view post Posted on 22/1/2018, 12:55
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Milanista Eterno

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Infatti. Roma e Inter erano casualmente lì davanti. La Lazio no. Ora il terzo posto ha il giusto padrone.
Meritato ma qui di programmatico c'è poco o nulla. Sarebbe bello vedere come sarebbe presa la Lazio con Bielsa.
Con le dovute proporzioni, ma Simone Inzaghi sta facendo quello in cui era riuscito Conte alla Juventus. Entrambe squadre che stanno andando ben oltre i rispettivi limiti.
 
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view post Posted on 22/1/2018, 13:03
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Milanista Eterno

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che non sia una rosa da terzo posto è evidente. ..ma che tare non sappia programmare non credo sia giusto...la Lazio ha diversi giovani come Savic Luis Alberto

lo scouting funziona e programmano bene
 
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view post Posted on 22/1/2018, 14:39
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il piccolo Buddha

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CITAZIONE (fernando redondo @ 22/1/2018, 12:44) 
complimenti al lavoro di Simone Inzaghi


giocano bene .. vincere a Torino non è da tutti...media punti alta

nulla è casuale

è un peccato siano tagliati fuori dalla corsa scudetto.
Se devo perderlo meglio veder vincere la Lazio che il Napoli.
Come squadra mi piace molto di più del Napoli di Sarri e non per antipatie particolari!
Questa Lazio vale il Napoli! come elementi!
Fate un confronto 11vs11 per me vincerebbe la Lazio
 
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view post Posted on 22/1/2018, 14:45
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Milanista Eterno

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Comunque analizzando la rosa secondo me non è nemmeno così "povera" la Lazio..voglio dire quanti club in Italia possono far entrare dalla panchina Felipe Anderson e Nani?io li ritengo cambi superiori ad Eder Borini Under ed Ounas per dire. Complimenti a Simone Inzaghi che sta valorizzando al meglio la rosa che ha a disposizione (fossi in Paletta mi mangerei le mani per aver perso questo treno)
 
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view post Posted on 22/1/2018, 14:54
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il piccolo Buddha

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Facciamo un 11vs 11 più panchina di Lazio e Napoli e vediamo chi vince??

Lazio_vs_Napoli
 
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view post Posted on 22/1/2018, 15:00
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Secondo me vince il Napoli, della Lazio dei primi 11 io prenderei solo il portiere De Vrij e Milinkovic..in panca sono un po' in difficoltà per la difesa...insomma se ne devo scegliere 22 faccio:

Strakosha
Hysay De Vrij Koulibaly Ghoulam
Milinkovic Jorginho Hamsik
Callejon Mertens Insigne

Fra le riserve
Marchetti
Basta chiriches Maksimovic Mario Rui
Zielinski Diawara Rog
f.anderson Milik Nani
 
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view post Posted on 10/11/2018, 08:47
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Milanista Eterno

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Tutte le Lazio di Tare: 10 anni al comando e un futuro da scrivere

Un foglio di carta con la formazione della Lazio 2008/09, un appuntamento con Lotito e un’insolita domanda: “Cosa ne pensi di questa squadra?”. L’avventura da d.s. di Igli Tare è iniziata così. E’ entrato nell’ufficio del presidente biancoceleste per firmare un rinnovo da calciatore e ne è uscito direttore sportivo. L’investitura di Lotito è stata ponderata: “E’ da tempo che penso a questo ruolo per te, hai due giorni per decidere”. Tare ci ha messo molto meno per dire sì, e da allora non ha mai cambiato idea.

Era il 2008: sono passati dieci anni e ne passeranno almeno altri due. La conferma è arrivata giovedì sera: “Per il rinnovo è fatta, mancano solo alcuni dettagli”. Formalità per una storia così lunga. Un legame nato nelle difficoltà e cementato nel tempo. In pochi all’inizio credevano in lui, Lotito lo ha fatto ed ha avuto ragione. Igli ha imparato tutto da solo, pochi consigli e tanto lavoro. Così è arrivato in cima. Ora è diventato uno dei migliori in Italia, per lui c’è la fila. Ma la risposta è stata sempre la stessa ‘no grazie’. Tare a Roma si sente a casa, lo ha ripetuto più volte.

I litigi con Lotito sono un lontano ricordo, la diffidenza della piazza è stata superata per fare spazio ad una sana ammirazione. Ormai tutti riconoscono il talento di Igli. Dategli più di 8 milioni di euro e vi porterà un giocatore dal futuro assicurato. E’ successo quasi sempre: quello che tocca diventa plusvalenza. Bilancio in attivo ma anche trofei: Tare non si fa mancare nulla. In biancoceleste ha già collezionato due Coppe Italia e altrettante Supercoppe Italiane, entro il 2020 spera di vincere ancora.

UN UOMO SOLO AL COMANDO

Nessuna rete di osservatori, giusto un analista video e soprattutto una serie di conoscenze che ha coltivato nel tempo per scovare talenti. Igli Tare lavora praticamente da solo, senza l’aiuto di nessuno. Si appoggia ad una piattaforma di scouting russa e passa intere nottate a visionare filmati. Una volta individuato l’obiettivo lo segue per mesi, prima in video poi dal vivo. Fondamentale però anche l’aspetto umano del giocatore, per questo prima della firma si informa sul carattere e vuole parlare con i familiari. Non lascia nulla al caso.

Parla sei lingue (albanese, italiano, inglese, tedesco, spagnolo e greco), non vuole che i giocatori gli diano del lei e sogna un giorno di allenare l’Albania. Fanatico del lavoro, tanto che qualche anno fa è finito per nove giorni in terapia intensiva a causa del troppo stress. La prima domanda prima di entrare in sala operatoria? “Posso portare con me il cellulare?’”. Dopo quell’esperienza ha iniziato a vivere il calcio con più leggerezza, tanto che qualche mese fa dopo dieci anni è riuscito finalmente a concedersi una vacanza con la famiglia. Otto giorni a Dubai e telefono quasi staccato, un evento raro.

I COLPI MIGLIORI

Tanti acquisti, qualcuno inevitabilmente sbagliato e altri che hanno portato nelle casse della Lazio trofei e plusvalenze clamorose. La lista è lunga. Keita se lo è andato a prendere direttamente a Barcellona, Strakosha è stato consigliato dall’amico Fotaq, padre di Thomas e leggenda del calcio albanese. Klose è stato convinto a sposare il biancoceleste grazie soprattutto al rapporto con Tare, coltivato fin dai tempi del Kaiserslautern.

Igli ha creduto in Immobile dopo il fallimento in Germania e ha scoperto Milinkovic-Savic, preso per poco più di 10 milioni e ora valutato almeno 100. Dal Brasile ha pescato Hernanes e Felipe Anderson e in Olanda ha battuto la concorrenza per de Vrij. In Spagna ha preso Luis Alberto, un ‘principe pigro’ diventato mago e dallo Young Boys ha portato Lulic, un terzino semisconosciuto diventato eroe biancoceleste. Un’infinità di talenti, tante Lazio. Tutte nel nome di Tare, l’attaccante diventato direttore sportivo quasi per caso.

Gianlucadimarzio
 
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view post Posted on 10/11/2018, 08:50
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Rossonero a vita...

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Io aspetto con pazienza che questa fogna di squadra torni dove deve stare
Tra l’8 e il 10 posto.
 
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view post Posted on 10/11/2018, 13:47
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l'usignolo di Kiev

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CITAZIONE (# laarenzy # @ 29/10/2017, 16:43) 
difficile da spiegare,
-rosa modesta (da 6-7-8*posto)
-11 titolare discreto (da 5-6-7-8*posto)
-allenatore alla prima esperienza
-dirigente sportivo alla prima esperienza

eppure rendimento al di sopra di ogni più rosea aspettativa
 
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view post Posted on 31/12/2018, 17:29
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Milanista Eterno

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Lazio, Tare: “Potevo lasciare Roma. Ho ricevuto minacce di morte”
Il dirigente ripercorre i momenti chiave della sua carriera. La cessione di Hernanes ha rischiato di porre fine al legame coi biancocelesti: “Toccata la parte brutta del calcio”



Nell’intervista a Sky Sport 24, il direttore sportivo della Lazio Igli Tare ha raccontato aneddoti legati al suo passato da calciatore e al suo presente da dirigente. Dagli esordi in Germania, fino all’idea di lasciare Roma. Con la squadra capitolina, infatti, ha rinnovato fino al 2020, ma la cessione di Hernanes ha rischiato di mettere fine alla storia d’amore con i biancocelesti.

Sei un direttore sportivo “invisibile”, ti si vede poco e si vedono poco in giro i tuoi scout per gli stadi. Ma fai davvero tutto da solo o siete bravi a nascondervi?
“Io mando in giro qualche ex calciatore che ha giocato con me, mi fido di loro perché loro sanno cosa è importante per me in un giocatore. Ovvero la fisicità, la tecnica e il linguaggio del corpo che è fondamentale in campo, ti fa capire il carattere di un giocatore”.

È vero che quando lasciasti l’Albania per coronare il tuo sogno di diventare giocatore andasti a piedi, senza documenti, oltrepassando il confine per andare in Germania?
“Sì, è vero ma non mi vergogno per questo. Dietro tutta questa avventura c’era un sogno da coronare e sono molto fiero della strada che ho fatto”.

Arrivi in Germania, giochi di pomeriggio e al mattino lavori come giardiniere. Un giorno ti sei fatto male con una lama
“Arrivo in Germania, proponendo alle squadre di farmi un provino. Il Ludwigshafen mi diede la possibilità di allenarmi con loro. Non essendo una squadra a livello finanziario molto buono mi proposero questo lavoro. Un giorno un mio collega non è stato attento con una motosega e mi colpì alla gamba. Sono stato fortunato perché mi aveva tolto quasi 3 millimetri di osso”.

In che modo hai reagito quando Lotito ti ha chiesto di diventare direttore sportivo? Volevi continuare a giocare?
“Sì, avevo un accordo con lui di prolungare il contratto per altri due anni. Quando il presidente Lotito mi chiese di accettare questa avventura tra me e me dissi: ‘Questo è un pazzo’”.

Hai mai pensato di andare via?
“Onestamente sì, soprattutto pensando alla famiglia. Abbiamo ricevuto anche minacce di morte, cose che non si possono raccontare. Quelli sono stati dei momenti in cui ho pensato se davvero valeva la pena andare avanti, o di mollare. Però ho sempre detto che non l’avrei data vinta a nessuno, perché ho sempre pensato di avere lavorato con il cuore per la società ed ero convinto che alla lunga, sarebbe venuto fuori il vero valore di questo lavoro. Grazie a Dio, così è stato”.

Quindi, hai avuto paura a Roma per la tua famiglia?
“Sì, in alcuni momenti ho avuto paura per i miei figli. In particolar modo, nel periodo della cessione di Hernanes. È stato un momento brutto, che mi porto come un’esperienza molto negativa. Una parte di me, dopo quella esperienza, è morta, per quel che riguarda il modo di vivere il calcio. Lì tocchi veramente la parte brutta del calcio”.

L’affare Milinkovic-Savic, uno dei tuoi grandi affari; mentre lui effettuava le visite mediche per la Fiorentina, cosa facevi nei minuti che hanno preceduto il colpo?
“In quei minuti ero la persona più sicura del mondo che Milinkovic, nonostante fosse andato lì, avrebbe deciso di venire alla Lazio. La sera prima lui mi ha chiamato, dicendomi che doveva andarci per rispetto di suo padre, ma che sarebbe venuto alla Lazio. Mi ha detto di stare tranquillo e per questo gli sarò grato, perché ci sono pochi giocatori che fanno una cosa del genere”.

Che mercato sarà quello della Lazio a gennaio?
“Forse sarà più in uscita per qualche giocatore che non trova spazio. Solo nel caso di qualche cessione potremmo anche comprare qualche giocatore”.

Cosa non hanno ancora capito i tifosi della Lazio di Tare?
“Non lo so. Negli ultimi anni, ovunque vada per la città, mi riconoscono ma il calcio è un lavoro nel quale conta molto il presente. Io cerco di viverlo in questo modo, essere tutto me stesso con questa società. Anche la scelta di prolungare il mio contratto per quattro anni ancora, nonostante tante richieste avute da squadre importanti, mi ha fatto capire che questa società per me significa qualcosa d’importante”.

Quindi, hai avuto delle richieste grosse? Una scelta di fede, quella di essere rimasto
“Sì, ho ricevuto qualcosa. Quando arrivano questi momenti capisci veramente cosa significa il presente, dove tu stai. Quando valuti anche con il cuore, il mio cuore mi ha detto di rimanere qui. La scelta l’ho fatta con il cuore. Ogni scelta che ho fatto nella mia vita, l’ho fatta ascoltando più il cuore, che non l’interesse, anche economico, e sono fiero di aver fatto questa scelta”.

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