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Milan vintage: ricordi, storie e aneddoti

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NestorCombin
view post Posted on 19/3/2017, 14:30




CITAZIONE (pane_et_salame @ 19/3/2017, 12:50) 
la riconoscenza è merce rara nel mondo nel calcio ed in questo senso alcuni "tifosi" del Milan sono il miglior esempio del peggior esempio.
Per quale motivo un presidente dovrebbe investire in una squadra di calcio, dopo aver vinto 5 Coppe dei Campioni? A San Siro vanno sì e no 12.000 spettatori: i primi ad essere disinteressati sono proprio coloro che si dichiarano milanisti fino al midollo. Riempiono lo stadio solo quando si vincono le coppe.
Per non parlare di coloro che metteno anche la faccia per colpe non loro. Che fine hanno fatto i vigliacchi di "Galliani vendi tuo figlio"? Dove sono andati a squittire? Auguro al Milan 1.000 di questi closing.

Tema difficile da affrontare ma che è giusto approfondire. Partiamo da una considerazione iniziale, molti fruitori di questo forum e tifosi del Milan sono ragazzi nati tra la fine degli 80 e l'inizio-metà degli anni 90. Sono ragazzi cresciuti nel mito del Milan sempre vittorioso, e se fossero nati qualche anno dopo, probabilmente, non me ne vogliano, sarebbero stati juventini. Non c'è più il senso di appartenenza di una volta, il mondo è cambiato e noi non ci possiamo fare nulla. Sono stati abituati ad un mondo totalmente diverso da quelli precedenti.
Quando ero piccolo io, non mi sono avvicinato al Milan per le vittorie, ma perchè era la squadra della mia famiglia, della mia città, del mio quartiere e del mio ceto sociale. Milanista e Casciavit. La vittoria per me non era così importante.
Probabilmente i ragazzi più giovani non capiscono cosa voglia dire per noi aver vinto quella Coppa dei Campioni nel 89 4-0 contro la Steaua con un esodo di centomila tifosi a Barcellona. Pensano solo che è lì nel palmares e che sì abbiamo vinto una Coppa. Quella vittoria non è solo una vittoria, è stata un motivo di orgoglio per vent'anni di magra. Eravamo al centro del mondo, e questo solo grazie al Presidente Berlusconi.
Berlusconi non solo ha vinto innumerevoli trofei ma ha creato lo Stile Milan, che va ben oltre le semplici vittorie sul campo. Lo stile Milan, quello del massimo rispetto per gli avversari, e per il totale amore nei confronti dei propri eroi. Qualcosa di unico e irripetibile.
Per capire quello che sto dicendo avreste dovuto vivere quegli anni. Gli anni 70 e i primi anni 80. Anni in cui siamo andati in Serie B per due volte, e quando eravamo in serie A facevamo campionati da parte destra e la massima ambizioni era battere i ladri o i cugini nel derby, e capitava una volta ogni tre anni quando andava bene. Avevamo presidenti ricercati dalla giustizia che si nascondevano all'estero e altri che hanno tentato ripetutamente il suicidio per il fallimento delle loro aziende. In quegli anni la Juventus dettava legge, grazie alla mafia della sua proprietà, che sceglieva i migliori giocatori su piazza e se li portava a casa senza che nessuno si opponesse. Fu addirittura messo un uomo della Fiat a capo del Torino per creare una rivale amica alla proprietà, della serie "non solo vinco solo io, ma decido anche chi compete". In tutto ciò abbiamo avuto anche un pazzo spericolato come Farina che ci stava portando in tribunale. Berlusconi ci ha comprati e la prima cosa che ha fatto è stata andare nel vivaio principale della Juve, l'Atalanta, tornando a casa col loro miglior giocatore. Donadoni. Non era un acquisto come gli altri, Berlusconi aveva osato sfidare gli Agnelli apertamente. Immaginatevi la goduria per noi milanisti, abituati a 20 anni alla mensa dei poveri passare tutto a un tratto a essere la regina del mondo cenando caviale tutti i giorni. La riconoscenza non verrà mai meno verso Berlusconi. Dispiace per chi non si sia goduto le vittorie, ma ci sono state e pure tante. Potete denigrarlo quanto volete ma lui ha scritto le pagine più importanti della nostra storia, e il merito non glielo potrà mai togliere nessuno.
Poi, come è successo per tutti (da Rocco e Rivera fino a Maldini), è arrivato il momento di uscire di scena e far calare il sipario. Il tempo è scaduto da un po' ma questo mai leverà a Berlusconi i grandi meriti che ha avuto. Se uno è veramente tifoso, tifa sempre e comunque, perchè quello che si tifa sono i colori, e non la proprietà. Detto da chi, quando era piccolo, la tuta del Milan la metteva il lunedì SOLO quando si pareggiava o si perdeva, e ahimè capitava spesso. Facile essere tifosi quando si vince sempre.
 
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view post Posted on 19/3/2017, 14:58

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CITAZIONE (Tiz891 @ 17/3/2017, 16:53) 
Ma guarda quanti vecchi ci stanno a scambiarsi i ricordi di gioventù. Non so, volete fare anche un topic sulla naja?

Che tristezza.




I








XD

Chi non conosce la storia, è destinato a ripercorrerla...questa è la vera tristezza.
 
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commandostigre
view post Posted on 20/3/2017, 08:19




CITAZIONE (Tiz891 @ 17/3/2017, 16:53) 
Ma guarda quanti vecchi ci stanno a scambiarsi i ricordi di gioventù. Non so, volete fare anche un topic sulla naja?

Che tristezza.
vecchio a chi??' sbarbatello se scopassi quanto me forse potresti ritenerti fortunato e occho a come usi la ligua non hai a che fare con 80enni sarei ancora capace di parcheggiarti le mani in faccia

:asd: :asd: :asd: :hump: :hump:









XD
 
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view post Posted on 20/3/2017, 08:44

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Che poi io non capisco anche a roma, per dire..tengon li quel rudere che avrà 3000 anni, scoperto.. senza una finestra..ma tira giù tutto e facci un bel luna park, no? :lol1: e rottamiamo sto vecchiume..
 
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commandostigre
view post Posted on 20/3/2017, 08:45




un parcheggio è più utile :lol1: :lol1:
 
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commandostigre
view post Posted on 20/3/2017, 11:40




sono daccordo non nestor
 
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view post Posted on 28/3/2017, 14:03
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CITAZIONE (biggeorge @ 17/3/2017, 13:46) 
CITAZIONE (NestorCombin @ 17/3/2017, 11:01) 
lo bello non ci ha mai avuto in simpatia,

Talis pater ..l'anno scorso invitarono il figlio (Rosario, quello della fatal Ladrona, atto II) a Quelli che il Calcio..all'inizio credevo fosse un imitatore, vi assicuro! Non ci volevo credere, si era portato dei fogli in cui era scritto delle volte che aveva fischiato qualcosa a favore del Milan..

Diego nostro lo scherzò ma a un certo punto, di fronte all'impassibilità di Lo Bello, vidi nettamente anche Abatantuono forse per la prima volta veramente "alterato" ..quando si dice il troppo che stroppia!

mi ricordo la puntata

altezzozo arrogante odioso e falso

li avrei sputato in faccia
 
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view post Posted on 6/4/2017, 14:24
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Baresi: "Al Bernabeu nell'89 capimmo che eravamo sul punto di cambiare la storia"

Franco Baresi, intervistato da acmilan.com, ha parlato della semifinale d'andata dell'89 disputata contro il Real Madrid: "Soffrimmo, non fu una partita facile. Sembrava che gli episodi si divertissero a non premiare il nostro gioco. Era la prima volta che una squadra italiana, già nel primo tempo, controllava il gioco sul campo del Real Madrid come se stesse giocando in casa propria, eppure venimmo puniti due volte. Prima il loro gol con Hugo Sanchez sullo sviluppo di un calcio d'angolo, poi la rete regolare annullata a Gullit. Avremmo potuto smarrirci, perdere il filo, eppure riuscimmo sempre a pensare di continuare a fare la nostra partita come sapevamo. Dopo il gol di Van Basten, finì come tutti sappiamo 1-1 ma eravamo molto soddisfatti del nostro gioco, della nostra prestazione. Negli spogliatoi eravamo contenti non tanto per il risultato che non ci premiava del tutto, ma per come ci eravamo espressi. Avevamo capito a Madrid che a San Siro avremmo potuto giocarcela alla pari. Naturalmente Sacchi negli spogliatoi ci disse che non avevamo ancora fatto nulla, che ci aspettava una durissima gara di ritorno, nel post-partita era già sul pezzo come se nulla fosse accaduto. Ma dentro di noi stava succedendo qualcosa. Dopo le due partite con la Stella Rossa e le due con il Werder Brema, ci sembrava di aver perso brillantezza in Europa. Invece al Bernabeu avevamo capito che eravamo davvero sul punto di cambiare la Storia. E tutti i tifosi erano con noi".

MN
 
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view post Posted on 2/5/2017, 14:22
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Gattuso a MTV: "Il ritiro a Malta fu un dispetto della società, ma lì nacque la squadra che trionfò ad Atene"

Gennaro Gattuso, ex centrocampista del Milan presente in Milan-Manchester United 3-0, ha parlato ai microfoni di Milan TV ripensando a quella partita:

Su cosa prova a sentir parlare ancora di quella gara a distanza di 10 anni: "E' un orgoglio, qualcosa di straordinario. A Manchester avevamo preso il gol del 3-2 negli ultimi minuti. Loro sono abituati a giocare sulla pioggia, invece l'avevamo preparata in un modo eccezionale, abbiamo fatto una partita incredibile e l'atmosfera ci ha aiutato molto. C'era il cosiddetto 12° uomo in campo, un'ora prima San Siro era già pieno. L'abbiamo giocata con un'intensità incredibile, ognuno di noi ha avuto un'intensità assurda, sembravamo noi gli inglesi, è stata una serata indimenticabile. Duello con Ronaldo? E' stata una vittoria di squadra, poi io ho fatto il mio con le mie caratteristiche. Dovevo sempre raddoppiare su di lui. Ronaldo pensava più a fare numeri, ora è diventato una macchina da gol".

Sulle dichiarazioni di Ancelotti che prima della partita con l'Aek Atene disse che il Milan era venuto per prendere le misure del campo in vista della finale: "Io non c'ero quella partita. La società quando ci mandò a Malta a fare il ritiro invernale ci fece un dispetto, perchè non c'era una gran temperatura neanche lì. Eravamo abituati a Dubai ed altre tipologie di alberghi. Eravamo una squadra che non riusciva ad esprimersi al meglio, però siamo diventati squadra lì. Ancelotti quando dice che facevamo le 4 o le 5 di mattina stando insieme a cazzeggiare non dice bugie".

Sul rapporto con Ancelotti: "Con tanti di noi era nato un rapporto incredibile, quando vincevi ti sentivi appagato perchè con lui potevi parlare di tutto, anche dei problemi a casa oltre che del tuo lavoro. Più dell'80% dei giocatori provavano ammirazione e amore nei confronti di Carlo".

MN
 
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view post Posted on 2/5/2017, 15:30
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Quando spalletti incontra Pioli, spalletti è un uomo morto.

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me la ricordo bene, ero in gita a praga e la guardammo in un pub, i cechi facevano il tifo per noi...alla fine festeggiamenti con fiumi di birra nera

però la partita più bella di quell'anno per me fu la vittoria di monaco, perchè era quella più inespettata dopo i due gol presi in casa all'andata di cui il secondo a tempo quasi scaduto...invece andammo lì e facemmo un primo tempo stellare chiudendo la pratica già dopo mezz'ora
 
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view post Posted on 11/5/2017, 08:02
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11 MAGGIO 2001, INTER-MILAN 0-6

Ci hanno pensato Cesarone, Serginho e Gianni Comandini, che ricorda: "Ancora oggi mi fermano per strada per quella partita..."



Buttava male per il Milan. La settimana prima i rossoneri avevano perso a Perugia, mentre i nerazzurri avevano battuto l'Atalanta. Però per la corsa al quarto posto utile per la Champions League, era più avanti in graduatoria il Milan rispetto all'Inter. Prestigio della stracittadina, desiderio di far bene da parte di Cesarone Maldini, classifica nella zona europea: tutto questo era la posta in palio dell'11 maggio 2001.

PER LA STORIA MILANISTA È IL VERO DERBY DEL CUORE
Nel derby non c'è cuore, c'è solo il desiderio contorto, subdolo e disperato di far male sportivamente all'avversario. Vale per tutti, per i milanisti e per gli interisti e per i tifosi di tutte le altre città che si segnano le due date sul calendario e sull'agenda ogni anno, a fine luglio, quando vengono resi pubblici i calendari della stagione calcistica. Di derby ce ne sono stati tanti, belli e bellissimi per il Milan, altrettanto per l'Inter, altri lottati ed equilibrati come l'ultimo finito in parità. Ma per un tifoso rossonero, che ha eliminato 2 volte l'Inter dalla Champions League, che ha battuto l'Inter sia in Finale di Coppa Italia che in Finale di Supercoppa di Lega, i veri derby della vita, quelli che fanno davvero battere il cuore sono due: quello del gol di Hateley e quello dello 0-6. Ma se proprio bisogna scegliere, ebbene sì, vince lui, di stretta incollatura, l'11 maggio 2001. I veri motivi per cui una serata di ordinaria amministrazione di fine stagione sia diventata una serata storica, non li scopriremo mai. "Una partita strana, sembrava che a noi avessero tagliato le gambe e che loro avessero un polmone in più", avrebbe detto anni dopo il portiere interista Sebastien Frey.



CESARE MALDINI: GLI SPIACEVA SOLO PER TARDELLI
Cesare il patriarca e Marco l'allenatore emergente avevano fatto grandi cose nell'82 ai Mondiali di Spagna, lui vice di Bearzot e l'altro mattatore in campo. Ma soprattutto, in Nazionale Under 21, l'uno Ct e l'altro suo vice si erano voluti bene e avevano vinto il Campionato europeo di categoria dieci anni dopo, nel 1992. Ritrovarsi allenatori avversari in un derby era abbastanza crudele per entrambi. Cesarone quella sera era contento, ma gli spiaceva per Marco. Proprio Tardelli, due mesi prima, subito dopo l'esonero di Zaccheroni, era stato il primo a chiamare Maldini dopo la sua promozione ad allenatore del Milan in compagnia di Mauro Tassotti. Esultanza signorile, contenuta, quella di Cesare dopo ogni gol. Le reti di Comandini, Comandini, Giunti, Sheva, Sheva e Serginho erano state per lo storico personaggio rossonero una sorta di rivincita che con Tardelli non aveva nulla a che vedere. Cesarone c'era rimasto male, 27 anni prima. Lui era un giovane 42enne allenatore del Milan e perdere 1-5 in casa, a San Siro, il 24 marzo 1974, contro l'Inter di Mazzola e Boninsegna gli era bruciato non poco. Non pensava però Cesarone di potersi prendere una rivincita così clamorosa, addirittura con gli interessi.



GIANNI COMANDINI: "ANCORA OGGI MI FERMANO PER STRADA"
Nella storia del Milan, era rimasto Paolo Rossi. Ex-vicentino e due soli gol in maglia rossonera, proprio nel derby, il 1° novembre 1985 contro Walter Zenga in porta e contro Mario Corso in panchina. La stessa cosa è accaduta quella sera a Gianni Comandini, a sua volta ex giocatore del Vicenza. Il giovane attaccante aveva segnato nei preliminari di Champions League ad agosto contro la Dinamo Zagabria e poi era diventato un mistero. Qualche infortunio, tanta panchina. L'ultima partita da titolare, Comandini l'aveva disputata a febbraio. Al suo arrivo a Milanello, un mese dopo, Cesarone aveva preso a cuore quel ragazzo serio, taciturno, che parlava pochissimo. Gli fa giocare due scampoli di gara e poi il derby. Il racconto di Comandini:

"Ho saputo la sera prima che avrei giocato, forse il Mister non voleva agitarmi. Quei due gol in quel derby li ricordo benissimo, contro l'Inter, ci sono tifosi che ancora oggi mi riconoscono e mi fermano per strada per parlare di quella partita. Sono stato al Milan un anno, un anno particolare, ma posso tranquillamente dire che quella rossonera per me è stata un'esperienza davvero indimenticabile".



SERGINHO: "HO DETTO A PAOLO DI PARLARE CON SUO PAPÀ"
Il colibrì brasiliano è rimasto in campo per tutti i 90 minuti quella sera, mentre Sheva aveva dovuto lasciare posto a Leonardo a 8 minuti dalla fine. Andriy voleva rimanere in campo per la classifica dei cannonieri, ma con la sua bonomia, dalla panchina, Cesarone lo aveva convinto: "Dai, dai...".
Sergio era finito un po' nell'oblio negli ultimi mesi della gestione tecnica di Alberto Zaccheroni. Il grande Cesare invece, con la sua umanità, era affascinato dall'aria tutta particolare di Serginho:

"Prima della partita Cesarone mi aveva detto di pensare solo ad attaccare - ci racconta oggi lo stesso Sergio - ti voglio vedere solo nella metà campo avversaria, mi aveva detto. Poi, nel corso della partita, Paolo Maldini che era terzino sinistro dietro di me mi diceva di tornare indietro a coprire. Allora gli ho detto, devi parlare con tuo papà, lui a me ha detto di non farmi vedere nella nostra metà campo... È bello ricordare queste cose, anche perchè eravamo sotto pressione per quel derby. Era stato esonerato da poco Zaccheroni, le cose non andavano benissimo, poi si giocava di venerdì sera mentre la domenica il presidente Berlusconi aveva un appuntamento elettorale importante. Tutte queste cose, oltre al fascino del derby, ci davano tensione in allenamento. Poi, una volta in campo, è nata quella serata magica, impressionante, mai successo nella storia dei derby. Quando ho segnato il gol del 6-0, ero contento, noi siamo in campo per segnare, ma devo dire che lì per lì mi è spiaciuto. Il settanta per cento dello Stadio era popolato da tifosi interisti e vederli così tristi, qualcuno piangeva, non mi ha fatto piacere. Il calcio è divertimento, non tristezza. Poi però in spogliatoio ho festeggiato con i miei compagni e quella festa non la dimenticherò mai".



IL TABELLINO

INTER-MILAN 0-6

INTER: Frey, Ferrari, Blanc, Simic, J. Zanetti, Farinos (34' Cauet), Di Biagio (1'st Seedorf), Dalmat, Gresko, Vieri, Recoba. All.: Tardelli.
MILAN: S. Rossi, Helveg, Costacurta, Roque Junior, P. Maldini, Gattuso, Giunti (26'st Guglielminpietro), Kaladze, Serginho, Comandini (12'st Josè Mari), Shevchenko (36'st Leonardo). All.: Tassotti. DT: C. Maldini.
Arbitro: Collina.
Gol: 3' Comandini (M), 19' Comandini (M), 8'st' Giunti (M), 22'st Shevchenko (M), 33'st Shevchenko (M), 36'st Serginho (M).

acmilan.com

Edited by Ibra10 - 11/5/2017, 11:05
 
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view post Posted on 11/5/2017, 10:17
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Rivera10
view post Posted on 11/5/2017, 10:24




Quel derby sarà sempre la vittoria del grande Cesare
 
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view post Posted on 11/5/2017, 18:48
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Quando spalletti incontra Pioli, spalletti è un uomo morto.

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sono già passati 16 anni cazzo, che tristezza
 
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view post Posted on 15/5/2017, 08:21
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Milan, cena organizzata dagli ex giocatori per il decennale dall’ultima Champions League
Il 23 maggio 2007 il Milan sconfisse ad Atene il Liverpool: bella iniziativa dei giocatori di quella squadra, che hanno fissato un appuntamento conviviale


Saranno anche passati dieci anni da quel successo, le loro vite (e carriere) avranno anche preso strade e direzioni diverse, ma lo spirito vincente che ha contraddistinto, neanche troppi anni fa, i giocatori di quel Milan vive e pulsa ancora dentro di loro. Al punto tale che, come sottolineato dall’edizione odierna del ‘Corriere della Sera’, il prossimo 23 maggio, in occasione dei dieci anni dall’ultimo successo rossonero in Champions League (2-1 al Liverpool nella finale di Atene), i calciatori di quel Milan hanno organizzato una cena in un hotel di Milano.
All’appuntamento conviviale sono stati invitati anche il tecnico di quella splendida cavalcata partita dai preliminari, ovvero Carlo Ancelotti, oggi al Bayern Monaco, ed Adriano Galliani, dirigente tra gli artefici di tanti successi. Inizialmente, ha evidenziato il ‘CorSera’, l’attuale dirigenza milanista aveva organizzato, per celebrare tale ricorrenza, un pranzo in sede con i vari rappresentanti delle 7 Coppe dei Campioni/Champions League vinte nella storia: il progetto, poi, per motivi imprecisati, è finito in stand-by e quindi gli ex calciatori rossoneri, specialmente quelli italiani, ancora in contatto tramite una chat su WhatsApp, si sono organizzati per rivedersi e ricordare quel successo sul Liverpool, ma anche la Supercoppa Europea contro il Siviglia ed il Mondiale per Club contro il Boca Juniors dello stesso anno.

Presenzierà sicuramente Filippo Inzaghi, che nella notte di Atene mise a segno le due reti rossonere, così come Gennaro Gattuso, Massimo Ambrosini, Massimo Oddo, Paolo Maldini e Clarence Seedorf. Sarà difficile, invece, che all’appuntamento a tavola con la leggenda si presentino Andrea Pirlo e Ricardo Kakà, dato che sono impegnati con i New York City e gli Orlando City nella Major League Soccer Statunitense, così come Alessandro Nesta, anch’egli negli States ma sulla panchina del Miami FC, nella NASL, la seconda divisione a stelle e strisce.

pianetamilan.it
 
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233 replies since 17/3/2017, 10:19   3852 views
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