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Albertini: Serie A a 18 squadre, rose a 25 con 10 dai vivai., FIGC ingovernabile: basta veti". Gelo tra Agnelli e Lotito: nessun programma condiviso

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view post Posted on 26/7/2014, 11:01
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il piccolo Buddha

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Madre mia............ la prima uscita di Tavecchio. Dio come siamo messi male.
 
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view post Posted on 26/7/2014, 13:56
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Milanista Eterno

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troppo innovativo albertini...infatti è stato votato la mummia razzista
 
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ZiZiO_1911
view post Posted on 26/7/2014, 14:32




CITAZIONE (Valerio. @ 26/7/2014, 12:01) 
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Madre mia............ la prima uscita di Tavecchio. Dio come siamo messi male.

e dopo vengono a cagare il cazzo con il razzismo e la discriminazione terirtoriale! MA VAFFANCULO PORCO ***!!
 
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view post Posted on 28/7/2014, 09:03
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l'ultimo samurai

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CITAZIONE (Gerrkurt @ 26/7/2014, 14:56) 
troppo innovativo albertini...infatti è stato votato la mummia razzista

in perfetto stile italiota :sisi:
 
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ZiZiO_1911
view post Posted on 28/7/2014, 16:00




riporto due pensieri che circolano su Facebook: il primo è del commentatore televisivo Pierluigi Pardo (curioso il fatto che è stato commentatore per Sky per poi passare a Mediaset e che è stato commentatore di Pro Evolution Soccer per poi passare al concorrente FIFA scambiando il ruolo con Caressa), il secondo invece è di un altra persona, di cui però non so il nome, ma che con ogni probabilità ha (o ha avuto) a che fare con il mondo ultras

CITAZIONE
Dunque, se i razzisti sono i tifosi o gli ultrà scattano subito (sia ben chiaro, giustissimi) sdegno e squalifiche. Ci sono tessere e schedature. Se invece un candidato presidente dice frasi sfigate, prima ancora che razziste, se parla come un uomo dell'Ottocento, il Palazzo, salvo rare eccezioni, sta zitto e si chiude a riccio.
Fortunatamente esistono i Social Network che in queste ore rompono il silenzio e diventano piazza, luogo di discussione e confronto, stimolando giornali e tv. Riportando tutti alle proprie responsabilità, non solo i tifosi (quelli che quando sbagliano, pagano sempre).
Qualcuno dirà: "è soltanto una battuta sbagliata". Però, in America, Sterling, è stato squalificato a vita e ha dovuto vendere i Clippers per una frase razzista. Perché chi pensa questo non può avere un ruolo pubblico.
Soprattutto in un momento come questo.
Il calcio italiano è a pezzi. La priorità assoluta adesso è cercare con ogni forza una pace possibile dopo la morte di Ciro Esposito, seguendo l'esempio strepitoso e civilissimo che ci ha dato sua madre, Antonella Leardi.
Il secondo tema è tecnico: serve un CT carismatico (e invece Tavecchio vuole seconde linee federali) e una rivoluzione culturale fin dai settori giovanili. Oggi serve il cambiamento, non la continuità.
Il tema non è per forza generazionale. Conosco settantenni lucidi, coraggiosi e giovanissimi di spirito e idee. Ma nessuno di loro al momento è candidato alla presidenza della Federcalcio.


La Gaffe di Tavecchio e l’antirazzismo di facciata

Pubblicato lunedì 28 luglio 2014

La situazione in cui versa il nostro calcio è fortemente critica, tutto ciò è lapalissiano: vuoi a livello sportivo, il Mondiale appena concluso è una sintesi precisa di tutto ciò; a livello dirigenziale, il vero epicentro scatenante del dissesto della S.P.A. Calcio; infine a livello mediatico.

Proprio dalla fine riprendiamo, per raccontare di come il perbenismo creato da questa classe dirigente, in questi mesi, si sia scagliato contro la stessa, un effetto boomerang che ha alzato un altro polverone in un momento non esaltante.

Il focus si posa sulle dichiarazioni di Tavecchio, in particolar modo sulla discussa frase che ha scatenato l’ira e il tam-tam nel web: «L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che “Opti Pobà” è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così». In sé la frase per contenuti, forma e modi, mostra due aspetti ben lampanti: il primo, come lo stesso Tavecchio sia un tentativo goffo e vano di un nuovo corso, propiziato proprio da un personaggio che come lui, ha avuto un ruolo importante, Presidente della Lega Dilettanti, negli stessi vertici messi ora sotto accusa; infine, lo sgretolamento, un vero e proprio autogol di quello che possiamo definire l’antirazzismo di facciata inscenato nelle ultime stagioni calcistiche.

Dall’abbandono di Boateng nell’amichevole di Busto Arstizio, agli isterismi balotelliani, si è tacciato ogni stadio italiano per accusare l’intolleranza che, a detta di molti, trova nelle curve il proprio focolaio: questa stereotipizzazione bieca segna la diacronia tra la vita reale e quest’immaginario edulcorato. Sembra infatti che il razzismo nasca, cresca e si riproduca nelle curve come se la vita reale ci raccontasse altro; attenzione, lungi da me giustificare comportamenti razzisti, ma non è banale o addirittura pericoloso racchiudere questo male, o meglio la causante di questo male, in un unico settore dello stadio? La banalità di questa categorizzazione verrebbe contraddetta sin da subito, osservando quante curve professano e mettono in atto pratiche di integrazione e contrasto al razzismo, di numero e di forza uguale e contraria a chi si evidenzia invece per episodi deprecati da stampa e opinione pubblica.

Un esempio? Si potrebbe citare il trait d’union che ha visto nel 1997 la Uisp e Progetto Ultrà fondare la manifestazione “Mondiali Antirazzisti”. Partita con 8 squadre, 80 partecipanti, rappresentative di 4 Nazioni, per arrivare all’edizione del 2013 che ha visto: ben 190 squadre di calcio, più squadre di Basket, Pallavolo e Rugby con una rappresentativa di 50 nazioni. Infine a Castelfranco Emilia dal 2 al 7 luglio, quest’anno, dove sono stati protagonisti 8000 partecipanti, nel suo diciottesimo anno dalla nascita.

Oppure, dopo che alcune divergenze d’opinione hanno contribuito ad allontanare una grande fetta del movimento ultras nostrano dal più o meno omonimo “Progetto”, i tanti che sentono l’antirazzismo come parte integrante del proprio essere, hanno deciso di imbastire manifestazioni più o meno analoghe in chiave locale. Dai più politicizzati a quelli più apolitici ma mossi da pari urgenze solidaristiche, nemmeno si contano i tornei e le feste che oltre alla beneficenza (non necessariamente terzomondista) verso i più deboli, contribuiscono all’affermarsi in loco di una maggiore coesione e coscienza della forza sociale del gruppo.

L’articolo 14 delle Regole Disciplinari della Uefa fa riferimento a «chi insulta la dignità umana di una persona o di un gruppo di persone in qualsiasi modo, inclusi il colore della pelle, la razza, la religione o l’etnia». La Figc ha esteso questa norma, inserendo l’elemento territoriale nel Codice di Giustizia Sportiva comma 11 art. 1: «Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale e/o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori».

In breve si determina come il campanilismo, il sale dello sfottò, che può avere sfumature più taglienti e pesanti, viene concepito come un atto, una rappresentazione di razzismo: da qui le varie squalifiche che il giudice Tosel ha inflitto a Juve, Roma, Inter con le chiusure delle curve per i cori contro i napoletani. Ma dagli stessi, nel 6 ottobre del 2013, al San Paolo, arriva una risposta di auto-ironia che spiazza e mostra in definitiva i grotteschi aspetti della tanto acclamata discriminazione territoriale: due striscioni esposti, «Napoli colera» e «E adesso chiudeteci la curva», mandano in corto circuito la macchina repressiva che, anziché fare ammenda dei propri paradossi, non sa far altro che spallucce.

Tavecchio scivola su una buccia di banana gettata insieme agli altri dirigenti, scivola sull’ipocrisia di una lotta al razzismo costruita alla ricerca del capro espiatorio. Il tonfo mina ancor di più alla credibilità di una svolta vera.
 
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ZiZiO_1911
view post Posted on 10/8/2014, 14:22




e intanto, ad un giorno dalle elezioni, Tavecchio incassa l'appoggio da parte di Atalanta, Cesena e Verona
 
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view post Posted on 10/8/2014, 16:30
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il piccolo Buddha

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CITAZIONE (ZiZiO_1911 @ 10/8/2014, 15:22) 
e intanto, ad un giorno dalle elezioni, Tavecchio incassa l'appoggio da parte di Atalanta, Cesena e Verona

figurati per squadrette come quelle che veleggiano tra la A e B un Tavecchio che mantiene lo status quo è il meglio.
Se ci fosse il commissariamento con uno che può realmente cambiare le cose senza dover subire i giochi di potere e di politica.... rischierebbero l'orticello.
 
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21 replies since 24/7/2014, 08:56   134 views
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