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Scandalo a Roma , calcio italiano allo sbando , violenza e sangue , la fine dello sport.

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view post Posted on 3/5/2014, 23:29
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Milanista Eterno

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Vergogna: l'ultrà Genny a' carogna dà il permesso per giocare
Coppa Italia, finale 2013-2014, in campo e sugli spalti
03 maggio alle 23:38

Il Napoli vince la Coppa Italia 2013-2014, battendo la Fiorentina per 3-1 nella finale dell'Olimpico di Roma. Per la squadra di Benitez vanno a segno Insigne, che porta sul doppio vantaggio gli azzurri a inizio gara, e Mertens, che sigla il gol della sicurezza nel finale. Per gli uomini di Montella, che ha ritrovato Pepito Rossi, in campo negli ultimi 20', è andato a segno Vargas, che aveva siglato il momentaneo 1-2. Nel finale, prima del gol di Mertens, clamorosa occasione fallita da Ilicic. Fra i partenopei, espulso Inler per doppia ammonizione. Dopo il fischio finale, invasione di campo da parte di numerosi tifosi del Napoli, a completare il quadro di una serata da dimenticare per quanto riguarda i problemi di ordine pubblico.

IL PRESIDENTE DEL SENATO: 'VOLEVO ABBANDONARE LO STADIO' - Nell'intervallo della partita, ai microfoni Rai, parla il presidente del Senato, Pietro Grasso: "Sono stato più volte in procinto di abbandonare lo stadio, queste occasioni di sport non devono sfociare in una violenza senza senso. Dobbiamo però stabilire se i fatti accaduti sono collegati alla gara e alle tifoserie, dobbiamo riflettere e fare in modo di evitare che possano accadere nuovamente episodi simili in futuro. I fischi all'inno di Mameli? Non è stato un esempio di patriottismo e civiltà istituzionale, l'inno non doveva essere toccato. Il problema è che spesso il malessere sociale esplode senza senso in manifestazioni simili, è con rabbia e sdegno che accogliamo questi fatti. Bisogna reagire, ma non sarebbe stato giusto privare la gente arrivata fin qui della finale per colpa di pochi facinorosi".

GLI ULTRAS DANNO IL 'PERMESSO', LA FINALE SI GIOCA - La finale di Coppa Italia fra Fiorentina e Napoli si gioca: la decisione è stata presa pochi istanti fa. Dopo il comunicato della questura di Roma, che ha definito 'occasionali' e non legati a scontri fra tifosi i motivi che hanno portato al ferimento di quattro persone nel pre-partita, le frange più estreme delle due tifoserie (quella napoletana in particolare), in un primo tempo contrarie allo svolgimento della gara, si sono calmate. La gara inizia. Prima del via, è stato suonato a cantato (da Alessandra Amoroso) l'inno di Mameli, accolto da bordate di fischi da parte delle due curve.

HAMSIK PARLA CON GLI ULTRAS, UNO DEI QUALI HA UNA MAGLIETTA CHE INNEGGIA A CHI UCCISE L'ISPETTORE RACITI: SI CHIAMA GENNY 'A CAROGNA, FIGLIO DI UN CAMORRISTA - 21.20 In seguito a quanto accaduto oggi a Roma (LEGGI QUI), slitta l'inizio della finale di Coppa Italia fra Fiorentina e Napoli. Mentre si sta decidendo se giocare o meno, si assiste a una scena surreale: Marek Hamsik va a parlare sotto la curva dove sono assiepati i tifosi del Napoli, dalla quale piovono petardi (uno dei quali colpisce un vigile del fuoco) e fumogeni. Gli ultras del Napoli chiedevano di non giocare la partita, guidati da un capo con una maglietta che inneggiava ad Antonino Speziale, l’ultrà del Catania condannato per l’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti. Si tratta di Gennaro De Tommaso, capo dei Mastiffs, uno dei più noti gruppi ultrà del Napoli, figlio di un camorrista affiliato al clan Misso. È soprannominato Genny 'a carogna, e in passato è stato oggetto di Daspo, il divieto di assistere a manifestazioni sportive.



IN TRIBUNA, LE AUTORITA'... - In tribuna, il presidente del Senato, Pietro Grasso, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, e il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta.



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Scontri e colpi di pistola, dieci feriti, uno gravissimo. La questura: 'Motivi occasionali, non legati al tifo' VIDEO
Scontri ultras-polizia a Roma

03 maggio alle 23:00
E' ancora in sala operatoria all'ospedale Villa Santo Spirito di Roma, Ciro Esposito, 30enne di Secondigliano, tifoso del Napoli rimasto gravemente ferito prima della finale di Coppa Italia (in circostanze ancora non chiare) tra i partenopei e la Fiorentina. Il proiettile ha raggiunto la colonna vertebrale del giovane, che, come si legge su Repubblica.it, è stato rianimato, stabilizzato e drenato. E' stata chiesta una consulenza a un neurochirurgo per valutare eventuali problemi alla colonna vertebrale. I chirurghi stanno valutando come estrarre il proiettile. La situazione è definita dai medici "stabile, ma critica". Nello stesso nosocomio e' ricoverato anche Alfonso Esposito, ferito alla mano e nessuna parentela tra i due, mentre il terzo, Gennaro Fioretti, 32 anni, colpito alla mano e al braccio, è stato portato al Santo Spirito.

21.15 In totale dieci feriti tra gli ultrà, di cui tre feriti con un'arma da fuoco, due dei quali in codice rosso. Un agente ferito dallo scoppio di un petardo e un passante aggredito. La questura di Roma: "La sparatoria per motivi occasionali, non legata a scontri tra tifoserie". Ma all'altezza di Tor di Quinto e del Ponte della Musica ci sono state tensioni tra tifoserie e forze dell'ordine. E' questo, secondo l'ultimo aggiornamento di Repubblica.it, l'ultimo aggiornamento su quanto è accaduto nel pomeriggio a Roma, prima della finale di Coppa Italia fra Fiorentina e Roma.

20.50 Gruppi di tifosi napoletani hanno aggredito la polizia a Tor di Quinto durante l’afflusso allo stadio Olimpico. Sono stati esplosi petardi e bomboni contro gli agenti che scortavano i pullman degli ultrà azzurri, ma sono stati sparati anche colpi di pistola. Ci sono quattro feriti, due più gravi, come si legge nel dettagliato resoconto di Corriere.it. Il primo è un tifoso napoletano di 31 anni che è stato colpito da proiettili al torace e a una spalla ed è ricoverato all’ospedale San Pietro sulla Cassia: in condizioni gravi, è stato sottoposto a un intervento chirurgico ed è in pericolo di vita. Un altro tifoso, raggiunto da un proiettile alla mano e a una spalla, è stato soccorso al Santo Spirito in codice rosso. Il terzo ferito, invece, è stato ferito in maniera più lieve a una mano da un colpo di pistola ed è ricoverato in codice giallo a Villa San Pietro.

Il quarto ferito, riporta sempre Corriere.it, sarebbe il custode di un vivaio su viale di Tor di Quinto che potrebbe aver sparato perché spaventato dalla presenza di un gruppo di persone fuori dal cancello. L’uomo è stato poi trovato a terra dalla polizia con ferite alla testa. Accanto a lui ci sarebbe stata la pistola e numerosi bossoli esplosi. Forse proprio da quel luogo sono partiti i colpi d’arma da fuoco che hanno ferito i tre tifosi napoletani.

Dopo la sparatoria, gruppi di teppisti armati di bastoni e a volto coperto hanno aggredito la polizia anche sotto al viadotto dell’Olimpica distruggendo due auto di servizio e un blindato. Le forze dell’ordine non escludono che ai violenti scontri possano aver partecipato anche ultrà della Roma infiltrati.

20.08 Si aggiorna il bilancio dei feriti in seguito agli scontri avvenuti oggi a Roma nei pressi dello stadio Olimpico, prima della finale di Coppa Italia fra Fiorentina e Napoli. Come si legge su Repubblica.it: in totale quattro feriti tra gli ultrà, due in codice rosso, uno tra gli agenti di polizia e un passante pestato a sangue. Il passante non era diretto allo stadio: l'uomo è stato pestato e attualmente è ricoverato all'ospedale Gemelli con fratture alle gambe e un trauma cranico. Secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno, la questura di Roma ha escluso che i tifosi della Fiorentina possano essere gli autori dell'esplosione dei proiettili che hanno ferito due tifosi ed un agente. Le due tifoserie non sono mai venute a contatto.

Su Twitter, il presidente del Senato, Pietro Grasso, scrive: "Sto andando all'Olimpico per premiare #FiorentinaNapoli. Scontri con feriti gravi. Questi non sono tifosi ma solo delinquenti!".

19.40 Gruppi di tifosi napoletani hanno aggredito la polizia a Tor di Quinto durante l’afflusso allo stadio Olimpico (foto Ansa-Corriere.it). Come si legge su Corriere.it, sono stati esplosi petardi e bomboni contro gli agenti che scortavano i pullman degli ultrà azzurri. Sparati anche colpi di pistola. Ci sono quattro feriti, due più gravi. Il primo è un tifoso napoletano: è stato colpito al torace ed è ricoverato all’ospedale San Pietro sulla Cassia. E' in condizioni gravi ma non in pericolo di vita. Un altro tifoso, raggiunto da un proiettile alla mano, è stato soccorso al Santo Spirito in codice giallo. Dopo la sparatoria, gruppi di teppisti armati di bastoni e a volto coperto hanno aggredito la polizia anche sotto al viadotto dell’Olimpica distruggendo due auto di servizio e un blindato. Come riferisce Repubblica.it, anche un agente di polizia è stato ferito ad una mano da un colpo si pistola.

19.15 Un tifoso è rimasto ferito da un colpo di pistola al petto, in circostanze ancora da chiarire, a Roma Tor di Quinto, dove si sono concentrati i supporter napoletani arrivati nella Capitale per seguire la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. Come riferisce Repubblica.it, il tifoso è in gravissime condizioni ed è ricoverato in ospedale. Secondo quanto riferisce Sky, il giovane non sarebbe comunque in pericolo di vita, sebbene in gravi condizioni. Nello stesso luogo in cui è rimasto gravemente ferito un tifoso, anche un agente di polizia è stato ferito ad una mano da un colpo si pistola. Il 118, come riferisce sempre Repubblica.it: forse bombe carta piene di chiodi.

19.00 Come si legge su Corriere.it: caos, traffico e scontri a Tor di Quinto. La finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina di questa sera comincia nel peggiore dei modi. Gruppi di tifosi napoletani hanno aggredito la polizia a Tor di Quinto durante l’afflusso allo stadio Olimpico. Sono stati esplosi petardi e bomboni contro gli agenti che scortavano i pullman degli ultrà azzurri. Qualcuno ha anche avvertito colpi di pistola. C’è un ferito a una mano, ma ce ne sarebbe anche un altro molto più grave.

Prosegue il sito del Corsera: gruppi di teppisti armati di bastoni hanno aggredito i contingenti della polizia anche sotto al viadotto dell’Olimpica. La situazione è molto tesa. Scontri sono stati segnalati anche nei pressi del Ponte della Musica, al Flaminio, e a Ponte Duca d’Aosta. Interi quadranti di Roma Nord sono bloccati, la circolazione è paralizzata anche sulla Salaria, sulla Flaminia, sulla Tangenziale e ai caselli autostradali Roma Nord e Roma Sud.

Inoltre, almeno tre tifosi napoletani che stavano per raggiungere la Capitale per la finale di Coppa Italia, sono rimasti feriti nel corso di alcuni tafferugli tra opposte tifoserie nell’area di servizio di Pongiano, in provincia di Rieti. Il pullman con i tifosi napoletani, secondo quanto accertato fino ad ora, sarebbe stato aggredito da tifosi della Fiorentina. Al temine dei tafferugli tre tifosi del Napoli sono stati medicati dal 118.
 
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ZiZiO_1911
view post Posted on 4/5/2014, 00:07




mai lette tante stronzate tutte insieme. ancora mi chiedo come sia possibile che certe persone scrivono un sacco di cose per sentito dire invece di raccontare la realtà dei fatti manipolando così l'opinione pubblica. gente del genere io la considero terrorista. se fossero giornalisti seri non avrebbero scritto "HAMSIK PARLA CON GLI ULTRAS, UNO DEI QUALI HA UNA MAGLIETTA CHE INNEGGIA A CHI UCCISE L'ISPETTORE RACITI" dato la persona in questione è stata ASSOLTA dall'accusa di omicidio dato che è indagato solo per resistenza a pubblico ufficiale e come se indossare una maglia con scritto "Speziale Libero" costituisca un reato. questo non è giornalismo, questa è spazzatura.
 
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view post Posted on 4/5/2014, 09:20
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l'ultimo samurai

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c'è un malessere sociale davvero forte in giro, questi sono i risultati
 
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view post Posted on 4/5/2014, 11:17
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Milanista Eterno

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Ma parliamo di rancking e poi facciamo ste figure di merda colossali...

Ma chiudiamo tutto e tutti
 
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view post Posted on 4/5/2014, 11:34

El Milan e poeu pù

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ma infatti non ci meritiamo niente. il calcio era una delle poche cose rimaste in cui potevamo evadere dalla dura realtà, fra qualche anno non ci sarà neanche più questo tanto saremo decaduti. meglio così: forse quando saremo ormai nel terzo mondo in tutti i campi ci sveglieremo e cominceremo a pensare al nostro futuro e agire di conseguenza.
 
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Tiz891
view post Posted on 4/5/2014, 11:46




CITAZIONE (ZiZiO_1911 @ 4/5/2014, 01:07) 
mai lette tante stronzate tutte insieme. ancora mi chiedo come sia possibile che certe persone scrivono un sacco di cose per sentito dire invece di raccontare la realtà dei fatti manipolando così l'opinione pubblica. gente del genere io la considero terrorista. se fossero giornalisti seri non avrebbero scritto "HAMSIK PARLA CON GLI ULTRAS, UNO DEI QUALI HA UNA MAGLIETTA CHE INNEGGIA A CHI UCCISE L'ISPETTORE RACITI" dato la persona in questione è stata ASSOLTA dall'accusa di omicidio dato che è indagato solo per resistenza a pubblico ufficiale e come se indossare una maglia con scritto "Speziale Libero" costituisca un reato. questo non è giornalismo, questa è spazzatura.

Te ne devi fregare il cazzo della maglietta, non è certo quella il problema. Io personalmente me ne sbatto il cazzo (sportivamente parlando) anche di quello che succede fuori dello stadio, perche quello non dovrebbe mai influenzare ciò che succede dentro. Tanto per capirci, solo da noi capita che si salta mezza giornata di campionato perchè un tizio muore in un autogrill sull'autostrada. Detto questo ci vorrebbe davvero poco per lasciare fuori dallo stadio certa gente. Quelli che ti si presentano davanti incappucciati, con na faccia che sembra debbano andare ad ammazzare qualcuno, se ne stiano fuori dai coglioni.

PS: I tifosi di Roma e di Napoli hanno poco da incazzarsi e fare gli offesi quando si dice che certe cose succedono solo quando ci sono di mezzo loro. Il 90 per cento delle volte è cosi purtroppo
 
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view post Posted on 4/5/2014, 11:54
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Milanista Eterno

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Ogni giornata scassano le palle... ma è tanto difficile tenere gli idioti fuori dagli stadi?
 
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Tiz891
view post Posted on 4/5/2014, 11:55




Ah ovviamente è d'obbligo la cancellazione di ogni gruppo ultrà. Sarò drastico ma è cosi, finita la Fossa possono tranquillamente sparire tutti gli altri
 
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view post Posted on 5/5/2014, 10:41
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Milanista Eterno

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Arrestato Ciro Esposito, il tifoso del Napoli in fin di vita
E' accusato di rissa: avrebbe aggredito De Santis

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5 Maggio 2014
Ciro Esposito, foto dal web
Svolta nelle indagini: Ciro Esposito è stato arrestato nella notte con l'accusa di rissa. Il tifoso del Napoli, che lotta ancora tra la vita e la morte dopo essere stato ferito da un colpo di pistola prima della finale di Coppa Italia, è piantonato dalla polizia al policlinico Gemelli di Roma. Secondo una prima ricostruzione della Questura di Roma, sarebbe stato Ciro ad aggredire Daniele De Santis che gli avrebbe sparato di conseguenza.

Distrutta la mamma di Ciro, Antonella Leardi, che come riporta Il Mattino è rimasta sconvolta: "Solo adesso ho saputo che mio figlio si trova in stato di arresto in ospedale. Mi fa orrore pensare che lo stanno trattando come un delinquente. Credevo che tutta quella polizia fosse lì per proteggerlo, invece no".

La situazione del 30enne tifoso resta grave: "I medici mi hanno detto che la sua situazione è ancora molto complicata. Prego affinché ce la faccia».

Infine la madre ha fatto un appello: "Se qualcuno ha un po' di cuore ci mandi un avvocato, noi non possiamo permettercelo e mio figlio ha bisogno di qualcuno che lo difenda". Immediata la risposta della camera penale di Napoli: a disposizione della famiglia la totale consulenza legale.

Sportmediaset

Hai capito..

Cmq il discorso è che lo stadio è una zona franca...sentivo in radio la proposta del DASPO a vita..

ahahha ma per favore...la galera ci vuole.

Se facessi le stesse cose a lavoro o per strada mi arresterebbero in 5 secondi.

Ieri al derby hanno passato 45 min a fare cori per i loro amici diffidati o a sfondo politico..è uno schifo
 
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Super Mario
view post Posted on 5/5/2014, 11:35




che cose....solo in italia possono succedere
 
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view post Posted on 5/5/2014, 12:30
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Milanista Eterno

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Coppa Italia, la ricostruzione degli scontri
I tifosi del Napoli travolgono il chiosco, l'ultrà della Roma perde la testa e si vendica

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4 Maggio 2014
Gli scontri fra tifosi, foto Ansa
E' un chiosco il motivo scatenante dello scontro fra tifosi che ha portato a sei colpi di pistola e tre feriti a poche ore dall'inizio della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina. Alcuni tifosi partenopei, radunati nei parcheggi di Tor di Quinto, travolgono un chioschetto della zona gestito da un noto ultrà della Roma, Daniele De Santis. Questo perde la testa e comincia a sparare, prima di essere pestato e messo in salvo da un amico.


I dettagli dell'accaduto sono riportati dal quotidiano 'La Repubblica', che ha raccolto la voce di alcuni testimoni oculari. Mancano parecchie ore alla partita, quando un gruppo di tifosi del Napoli (una ventina) radunati nel parcheggio di Tor di Quinto, vengono probabilmente a contatto con la Polizia. Nella colluttazione, travolgono un chiosco gestito da Daniele De Santis, ultrà giallorosso molto conosciuto in zona. L'uomo perde subito la testa: "Abbiamo visto questo ragazzo enorme, grassissimo e pelato - raccontano -. Era ubriaco, barcollava ma urlava come un pazzo "vi ammazzo tutti, vi ammazzo tutti". Era solo e si stava dirigendo contro una schiera di tifosi del Napoli". Con sé aveva bombe carta e fumogeni. Poi si sentono dei colpi di arma da fuoco, anche se i testimoni non giurano che a spararli sia stato lui: "Dopo pochi minuti però l'abbiamo visto tornare di corsa, terrorizzato. Un gruppo di napoletani lo ha raggiunto e l'ha riempito di botte. Sono andati via quando si sono accorti che non si muoveva più".

A terra sono stati ritrovati sei bossoli e solo esami approfonditi potranno stabilire se è stato effettivamente l'uomo a sparare (qualcuno dice che i colpi siano partiti da una guardia giurata). Tre uomini, intanto, rimangono feriti: uno gravemente, uno alla mano e uno al braccio. De Santis, però, non è ancora in salvo. Un amico - racconta ancora 'La Repubblica' - esce da un edificio vicino, quello della casa di produzione cinematografica 'Ciak', e prova a soccorrerlo. Ma nel frattempo cinquanta ultras rivali tornano alla carica per la seconda volta: "Hanno cercato di ammazzarlo in tutti modi, l'hanno preso a calci, pugni e bastonate. Uno ha preso in mano un carrello montacarichi giallo e l'ha colpito alla testa". Un altro uomo, affiancandosi all'amico che aveva prestato soccorso a De Santis, gli sussurra: "Se mio fratello muore, torno qui e ammazzo pure te". Dopo qualche minuto di terrore arrivano poliziotti e ambulanze. Il dramma si sposta in ospedale, dove De Santis arriva con le gambe spezzate e un trauma cranico. La partita inizia, ma quella è un'altra storia.

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gian77
view post Posted on 5/5/2014, 14:10




...ma poi tutta sta gente armata in giro, ma cos'è??? forse bisognerebbe provare a lasciare l'afflusso allo stadio libero dalla polizia, come una partita di basket, di rugby, di qualsiasi altro sport, che non richiedono l'utilizzo di eserciti di forze dell'ordine con conseguente dispendio di soldi pubblici che anziché essere spesi per creare una società "normale", vengono sperperati per tamponare i deliri di sti quattro stronzi..io lascerei che si scannino e si facciano fuori tra loro, così nel giro di poco tempo lo stadio sarà quello che deve essere, ma questa ovviamente è utopia....in merito alla divulgazione delle notizie da parte dei media, quoto ZiZiO, solita occasione per manipolarci (inteso come cittadini) un pochino...
 
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view post Posted on 5/5/2014, 16:37
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Milanista Eterno

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Parla l'ultras della Roma Daniele De Santis: "Ciro Esposito? Non ho sparato io"
Le prime dichiarazioni dell'ultrà romanista arrestato per tentato omicidio

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5 Maggio 2014
De Santis, ANSA
"Non sono stato io a sparare": questa la prima dichiarazione di Daniele De Santis, subito dopo essere stato fermato dalla Polizia con l'accusa di tentato omicidio del tifoso del Napoli Ciro Esposito. Gli investigatori non ci credono: pesano le testimonianze e le immagini raccolte dalla Scientifica. Per confermare la colpevolezza, si attende solo l'esito dell'esame del guanto di paraffina, che dovrebbe arrivare a giorni

sportmediaset
 
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ZiZiO_1911
view post Posted on 6/5/2014, 11:11




Fiorentina – Napoli: controanalisi, pensieri e tutto ciò che i media non dicono
Pubblicato lunedì 5 maggio 2014

Ci sono alcune giornate che, indipendentemente da ciò che è successo, da chi ha commesso questo o quell’altro fatto, capisci subito quanto siano nere per il movimento ultras. A tutti possono venire in mente le immagini pesantissime del Catania – Palermo del Febbraio 2007 dove morì l’Ispettore Raciti o dell’uccisione di Gabriele Sandri, qualche mese dopo, a Badia al Pino. Ma, pensandoci bene, di istantanee non salutari per il movimento ultras troppe ne abbiamo viste, e neanche vale la pena elencarle. Ogni qualvolta ci sono gli ultras di mezzo, i commenti moralistici piovono dappertutto, così come i mitomani che esaltano gesta altrui completamente condannabili. Quando c’è l’ultras di mezzo i giornalisti iniziano la loro caccia alle streghe con una pala armata di merda pronta a schizzare dappertutto pur di colpire l’immaginario collettivo, salvo poi dileguarsi quando, svanito il polverone mediatico, ci si ritrova a fare i conti con assoluzioni processuali (delle quali nessuno parla se non in qualche trafiletto di due righe) o quando le indagini giudiziarie non confermano tutto ciò che la stampa ha vomitato per giorni e giorni (che fine hanno fatto le famose minacce degli ultras di Salernitana-Nocerina?). Poi, certo, ci si trova di fronte a situazioni complesse, veramente difficili da analizzare, per le quali bisognerebbe solo chiedere il silenzio in attesa che la vicenda si chiarisca definitivamente. Pure a me, da scrittore di Sport People, mi verrebbe da aspettare che vada avanti l’indagine sui fatti di Napoli – Fiorentina di Coppa Italia e che emerga qualche verità in più; in questo ruolo ho anche capito quando gli ultras vanno difesi o quando hanno sbagliato ed è giusto che paghino. Perché, anche se c’è chi dice no, le regole esistono sempre, ovunque. E vanno rispettate. Scriverò per punti. Magari molte frasi non piaceranno a tutti, ma avere solo consensi è un’utopia che lascio a qualche politicante da strapazzo mai pago della propria autostima ed autopromozione.

I FATTI IN BREVE – In uno Stadio Olimpico che si annuncia gremito, sta per iniziare la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, gara ad altissimo rischio per la quale la questura ha predisposto un foltissimo schieramento di uomini e mezzi. Ciò nonostante, fuori dallo stadio, si registrano scontri tra Napoletani e qualche gruppo di Romanisti, colluttazioni che poi coinvolgono le forze dell’ordine arrivate sul posto. Si parla anche di contatti fra alcuni Napoletani e Fiorentini, ma le notizie sono vaghe e non c’è nessuna conferma che ci siano ultras coinvolti. Il fatto più grave però avviene nell’adiacente Tor di Quinto. Stando a ricostruzioni miste fra giornalismo e bollettini della questura, un notissimo ex esponente della Curva Sud della Roma e proprietario di un chiosco all’interno di un’area destinata a discoteca, ha sparato dei colpi di pistola, ferendo tre persone, tutti tifosi napoletani. Una di queste è molto grave: si tratta di un 31enne, colpito ad un polmone da un proiettile poi fermatosi nella colonna vertebrale. Già qui le ricostruzioni si fanno più confuse: c’è chi afferma che l’uomo che poi ha sparato è stato riconosciuto grazie ad alcuni tatuaggi e quindi circondato ed aggredito, prima di estrarre la pistola e difendersi, così come c’è chi dice che lo stesso abbia prima provocato il gruppo di Napoletani, visibilmente ubriaco e poi, vedendosi rincorso e circondato, ha estratto la sua arma e fatto fuoco. Fatto sta che Esposito viene portato in ospedale con codice rosso, prima di un miglioramento nella notte in seguito alle cure mediche. Ovviamente la notizia si diffonde e nella curva napoletana, dentro lo stadio Olimpico, le voci si rincorrono e il clima diventa sempre più teso, così anche la disputa del match inizia ad essere in bilico. Gli ultrà napoletani chiedono un colloquio con il capitano Hamsik per spiegargli la situazione e la loro posizione e, dopo un po’, il giocatore si reca sotto la Nord per parlamentare con una delegazione di tifosi. Nel mentre, inizia un lancio di torce e bomboni verso steward e fotografi in primis, ma un petardo stordisce, per fortuna senza conseguenze gravi, un vigile del fuoco. Finito il colloquio tra tifosi, Hamsik e alcuni dirigenti del Napoli e delle forze dell’ordine (le quali hanno rassicurato sullo stato di salute e sulle cure prestate al tifoso del Napoli), si aspetta di decidere se iniziare o meno la partita, mentre i Napoletani hanno già comunicato di astenersi dal tifo, seguiti, dopo un po’, dalla Curva Sud occupata dai tifosi viola. I dirigenti della Polizia tornano in un secondo momento sotto la Nord per avere conferma, da parte dei capi ultras, che la situazione è sotto controllo. Ricevuto l’ok la partita può cominciare. Non senza tanti fischi all’inno nazionale. Al 20° del primo tempo i gruppi organizzati del Napoli lasceranno definitivamente lo stadio per recarsi in ospedale. La partita finirà 3-1 per il Napoli, con invasione di campo di alcuni tifosi partenopei, assolutamente estranei ai gruppi delle curve A e B, i cui rappresentanti avevano lasciato lo stadio già da un pezzo.

GLI SCONTRI FUORI DALLO STADIO – Prima dell’episodio più grave, già diversi incidenti si erano registrati sia per strada in autogrill, sia nei dintorni dello stadio, dove, stando a fonti della questura, un gruppo di Romanisti avrebbe aggredito alcuni Napoletani. Nonostante l’iniziale enfasi data a questi scontri del prepartita, tutto si è svolto fuori dallo stadio, e nulla dimostra che siano coinvolti a pieno titolo sia ultras del Napoli che della Roma, o comunque componenti attivi delle curva. Ciò nonostante, stampa e tv si sono subito scatenati, parlando di violenza ultras. Stesso discorso per alcune colluttazioni tra Viola e Napoletani, assolutamente non confermate e in ogni caso potenzialmente riconducibili a semplici tifosi passati dallo sfottò alle maniere pesanti. Per gli ammiratori del modello inglese che avrebbe risolto il problema degli hooligans, gli scontri hanno avuto una dinamica molto simile a quelli che, alla maggiore, accadono tuttora in Inghilterra, dove il problema è debellato (neanche sempre, a dir la verità), solo all’interno dello stadio per trasferirsi nei dintorni. Di sicuro, per prevenire questo tipo di scontri, inutile invocare il “pugno duro” o le “tessere delle tessere del tifoso”. Ed è fuorviante associarli all’intero movimento ultras.

I COLPI DI PISTOLA –
Qua si entra in un campo, delicato, delicatissimo, dove preferirei non dire nulla al di fuori della mera cronaca e di quanto accertato, con prove veritiere e non con supposizioni, dalle indagini. La cosa che più mi amareggia è che ad essere coinvolto sia un ultras, anche se completamente estraneo a quella partita. Indipendentemente dalle sue colpe, egli ha creato un domino di associazioni mentali troppo appetibili per i pennivendoli di regime, che hanno trasformato, in un attimo, ogni ragazzo di curva con sciarpa e bandiera in un potenziale assassino. Capisco benissimo la situazione, capisco che l’uomo coinvolto non è la Curva Sud della Roma e capisco anche che tutto ciò poteva accadere altrove, ma i fatti restano. Ed è per questo che bisogna prendere atto della gravità di quanto successo, affinché ciò non diventi un punto di non ritorno. Chi si sente ultras come mi sento tuttora io, nonostante non segua da tanto tempo la mia squadra, stavolta ha il dovere di non starsi zitto e di condannare. Perché se accettiamo l’uso di una pistola fosse anche solo per difenderci, se accettiamo che quanto è stato va bene perché “erano napoletani” e se cominciamo ad osannare un eroe anziché una persona che ha sbagliato, allora è anche giusto che diciamo “basta” e ci arrendiamo tutti quanti. Se accettiamo tutto questo, quel tanto di buono che c’è nella vita di un ragazzo che frequenta lo stadio non ha più senso di esistere. Trasferte, cortei, riunioni, bevute collettive, coreografie, cori, risate, aggregazione, creatività. Niente ha più valore se non ci fermiamo un attimo e capiamo che, ogni tanto dobbiamo riflettere. Ha sparato una persona che ha sbagliato, che se ci ripensasse non lo farebbe mai e poi mai, ma alla fine era uno di noi, e in quanto tale ci obbliga ad una rivisitazione collettiva di ciò che siamo e di ciò che facciamo. Di ciò che siamo diventati. Mi dispiace condannare, mai l’ho fatto da quando scrivo, o comunque non in maniera così netta, ma stavolta non ci sto. Nel nostro movimento abbiamo accettato di tutto. Soprusi. Vigliaccherie. Gente che si vende per trenta denari. Criminali che creano succursali in curva per i loro affari. Capi ultrà che fanno i cori contro la Digos e poi ci fanno i patti sottobanco. Tutto abbiamo sopportato perché ci piace andare con la nostra sciarpetta al collo e tirare fuori la voce, in uno dei pochi momenti in cui riusciamo a riempire i nostri vuoti senza cuffie che sparano musica alle nostre orecchie o senza uno smartphone che ci annebbia il cervello. Comprenderò più in là, ma ora condanno. Perché la vita è il valore più alto che possa esistere, e se ci sbraniamo a vicenda, ultras o non ultras, meglio estinguerci. Sarebbe bello solamente ricordarsi perché l’ultras ha cominciato ad esistere, e sarebbe bello ritrovarsi, una volta per tutte, solo in quei valori.

LA TRATTATIVA FRA POLIZIA E QUESTURA –
Tuttavia, parlando di media di regime, la parte più nauseante è stata quella che ha indicato i capi ultras del Napoli (uno in particolare) come delle mele marce, i delinquenti ai quali si è chiesto il permesso per giocare, coloro che hanno in mano il mondo del pallone. Il capo ultrà sulla vetrata paragonato a Bogdanov. Esiste, invece, un’altra versione dei fatti, a mio avviso. Senza quegli ultras napoletani, probabilmente, ci sarebbe stato il finimondo. Si sapeva dello sparo, si sapeva di quanto il ragazzo fosse grave, qualcuno diceva che poteva già essere morto. Vi immaginate lo stato d’animo di chi sta in curva? La rabbia di chi ha già una vita difficile tutti i giorni ed è arrivato là per vedere, magari, la propria squadra alzare una coppa? C’erano i cancelli inspiegabilmente socchiusi, e i Partenopei potevano entrare in campo quando e come volevano. Non l’hanno fatto. E non grazie al fato, ma perché gli ultras hanno garantito controllo sociale. Hanno avuto la responsabilità, ma anche la calma di non farsi prendere la mano e di ragionare. C’era una vita umana in ballo, e un colpo di pistola sparato da un rivale di sempre. Dinamite pura. Invece i capi ultras hanno prima chiesto di parlamentare con Hamsik, per poi ritrovarsi i dirigenti della sicurezza a parlare con loro. Ci sono state delle rassicurazioni sulla salute del ragazzo ferito, e gli animi si sono placati. Mentre la Rai faceva il solito pistolotto sui bambini e riprendeva gli ultras in primo piano, loro ci mettevano la faccia, prendendosi una responsabilità enorme, senza neanche sapere se avrebbero potuto controllare la situazione al cento per cento. Gli ultras non hanno deciso un bel niente. Si sarebbe giocato comunque, era già stabilito. E la Polizia ha cercato, invece di usare il pugno duro in una situazione tesa, di parlare e di trovare dei referenti. Senza il controllo degli ultras, checché se ne dica, l’evoluzione dei fatti sarebbe stata veramente fuori controllo. Invece, ripetendo che i cancelli non erano chiusi, nessuno ha invaso. Nessuno ha fatto violenza. Si è capita la situazione, e, infine, si è giocato, dopo una seconda rassicurazione da parte dei capi ultras, che sicuramente hanno parlato con gli altri della curva. Altro che Bogdanov e le sue bravate. Gli ultras si sono presi la responsabilità di controllare migliaia di persone, interessandosi solo alla vita di uno dei loro, e non di certo a comandare su 22 marionette strapagate.

I BAMBINI ALLO STADIO –
E mentre le immagini allo Stadio Olimpico continuavano, i commentatori Rai, ripresi di seguito da tanti giornalisti, iniziavano la loro predica alla Savonarola sui tanti bambini allo stadio e di quanto essi fossero dispiaciuti perché un gruppo di teppisti stava rovinando loro la serata allo stadio. Bene cari giornalisti, sappiate una cosa. I bambini, col mondo reale, ci si scontrano tutti i giorni: quando mamma e papà litigano e alzano la voce (se dice bene), quando la maestra li punisce ingiustamente, quando vedono i notiziari o i film che sono ben al di fuori della loro comprensione, quando vengono isolati davanti ad un computer invece di giocare con gli altri e così via. Non sarà di certo una serata storta allo stadio a rovinare la difficile infanzia di chi è nato in questi ultimi anni. Un bravo padre, al limite, al bimbo poteva dire: “I tifosi sono arrabbiati perché là fuori uno dei loro si è fatto molto male e adesso tutti stanno cercando di rassicurarli. Non ti preoccupare, andrà tutto bene e la partita comincerà”. Cari giornalisti, volete veramente bene ai bambini? Allora alzate di più la voce quando viene rovinato il nostro presente e il loro futuro. Quando lo “Statuto dei lavoratori” viene smantellato e a loro, da grandi, non rimarrà che una vita da precari o da emigranti. Quando l’ennesima speculazione edilizia a favore dei palazzinari rovinerà ulteriormente un ambiente già degradato. Quando le banche ed Equitalia hanno poteri di usura sul cittadino privandolo persino del più normale diritto alla casa. Quando i politici incassano uno stipendio da 20.000 mensili più prebende di vario tipo, vitalizi e buonuscite persino se condannati, mentre c’è chi non avrà la pensione. Vogliate bene in questa maniera ai bambini, e non utilizzandoli per uno spot contro gli ultras.

LA MAGLIETTA SU SPEZIALE –
Altri titoloni sui giornali in merito all’ultras napoletano eletto, suo malgrado, a simbolo della “trattativa”, sono stati destinati alla maglietta “Speziale libero” da lui indossata. “Apologia di reato”, “esaltato l’omicidio di Raciti” e via dicendo. Possibile che nessun giornalista sappia la differenza tra appoggiare ed esaltare un reato e ritenere innocente una persona? Se io indossassi una maglietta con scritto “Amanda libera” magari non sto inneggiando all’uccisione di Meredith, ma ritengo Amanda estranea alla vicenda e lo voglio sostenere pubblicamente. O, per caso, non sono libero di farlo? E di tutti quei tromboni che hanno commentato con disgusto la maglietta, quanti di loro avranno non dico letto le carte, ma almeno seguito le fasi del processo a Speziale con tutte le sue ombre, tanto che il caso ancora non si può ritenere ancora chiuso e il dibattimento processuale, tra ricorsi e riaperture, è destinato ancora a proseguire a lungo? Io dico nessuno, altrimenti l’opinione pubblica sarebbe a favore dell’innocenza del ragazzo catanese, visto che in assenza di prove la prassi sarebbe l’assoluzione per insufficienza.

RENZI E I FISCHI ALL’INNO –
Un’altra polemica ha riguardato i tanti fischi piovuti sull’inno di Mameli. Inutile farci tanta retorica, tutti quelli che fischiano l’inno si sentono molto più italiani di chi acquista gli F35 dall’alleato americano e di chi va dalla Merkel per garantirgli sottomissione. Chi fischia non odia l’Italia, ma questa Italia. Non vi si sente rappresentato perché si sente abbandonato. Non è lo stadio, non sono gli ultras, è un sentimento comune che non può capire chi vive in una sfera di cristallo. I titoli hanno anche enfatizzato sulla presenza di Renzi allo stadio, come se i fischi fossero più gravi perché c’era lui. Ok, c’era il presidente del consiglio. E quindi? Che vuol dire? Che dove passa lui ci debbano essere solo consensi? Consensi per una persona non eletta da nessuno e che occupa ogni spazio possibile sui media? Io vedrei il problema dal punto di vita opposto. La presenza di Renzi ha amplificato i fischi, punto.

L’INVASIONE DI CAMPO – Secondo i più, anche l’invasione di campo dei Napoletani alla fine rientra nella serata perfetta di follia ultras. Peccato che i gruppi se n’erano già andati dallo stadio da più di un’ora. Diciamo che quanto è successo, per quanto non grave ma inadatto in quella serata (in altri casi avrei detto persino bello), è dovuto all’assenza del controllo degli ultras. Ma questo non si poteva dire.

CHIUDETE QUELLA FOGNA - Infine un invito a tutti i politicanti di mestiere e ai loro servi giornalisti: lasciate perdere Daspo a vita, modelli spagnoli, francesi, thailandesi o panamensi. Lo stadio non è un ambiente per voi, perché al suo interno vi si rappresenta la vita vera, quella di tutti i giorni. Non di certo quella di chi campa di privilegi e di soldi dei contribuenti per poi essere al soldo delle criminalità organizzate e difende gente condannata per evasione fiscale in maniera definitiva e in maniera non definitiva per prostituzione minorile. Gente che campa di auto blu, caviale e champagne salvo poi smobilitare lo stato sociale e conquiste fatte in decenni sul lavoro dai nostri nonni. Lasciate perdere veramente, non è cosa. Tutto ciò che toccate, poi, va allo sfascio più totale.

VICINANZA – Da parte mia, e della redazione di Sport People, solidarietà assoluta e vicinanza al ragazzo napoletano che ha rischiato veramente la vita. Non mollare perché ti rivogliamo al più presto nella tua vita di sempre.
 
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view post Posted on 6/5/2014, 21:30
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Milanista Eterno

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Il malessero sociale c'è però non esageriamo...mica tutti quanti facciamo cose del genere...l'Italia sarebbe a ferro e fuoco...qui è questione di ignoranza, di intelligenza, di dove crescono e con chi. punto
 
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