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De Jong:"Lo spogliatoio è come il Vaticano. Vinciamo l'euroderby e poi...."

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view post Posted on 3/5/2014, 09:20
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l'ultimo samurai

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Il centrocampista rossonero, Nigel De Jong, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. L’olandese ha affrontato vari temi, partendo ovviamente dal derby di domani: "All’andata avremmo dovuto restare sempre concentrati sugli inserimenti dei centrocampisti, ma questa sarà una partita diversa. Per loro, per noi che abbiamo due giocatori nuovi e un altro allenatore. E i tifosi che amano così tanto il Milan potranno darci una mano". La contestazione organizzata del tifo milanista ha risparmiato proprio De Jong, che in questa stagione da dimenticare ha dato il massimo: "I tifosi ti apprezzano se vedono che dai sempre tutto. Credo di essere entrato nel loro cuore per questo. Quanto ai modi di avere rapporti con loro, a volte sono un po’ strani, come è successo dopo Milan-Parma. Ma finché c’è rispetto va tutto bene. Ci hanno chiesto un colloquio e sono stati rispettosi, quindi nessun problema. In Inghilterra, in Germania è diverso, i fan sono più distanti. Qui i tifosi sono molto emotivi e interagiscono con la squadra. E’ una cultura diversa e va compresa". Come detto, l’annata del Milan non è stata certo da incorniciare. E De Jong lo sa benissimo: "Cosa non ha funzionato? Non si può parlare di un solo motivo. Abbiamo qualità, ma a volte non abbiamo agito come squadra. Alla fine ognuno di noi dovrà mettersi davanti a uno specchio e chiedersi: 'Ho dato davvero il cento per cento per i miei compagni?'. Perché se non dai il cento per cento per il gruppo, tutto diventa difficile. Il Milan deve essere sempre nei primi tre, anzi due club d’Italia. Io ragiono così, e mi pare che stiamo ricreando piano piano la mentalità giusta". Si passa allo spogliatoio e alle presunte rotture interne: "Certa gente ama parlare, questo è vero. Per me lo spogliatoio è come un santuario, è uno stato inviolabile, come il Vaticano. Alla fine dobbiamo essere in grado di guardarci in faccia e fidarci l’uno dell’altro, e qualche volta quest’anno non è stato facile. Possiamo litigare, discutere: siamo uomini, non bambini. Ma chi parla all’esterno rompe le regole". Una considerazione anche su Clarence Seedorf: "Essere allenatore è diverso da essere giocatore, ma Seedorf è un vincente e vuole bene al club. A volte discute con i giocatori, ci ho discusso anch’io che sono suo amico, però è per il bene del club. Seedorf sta imparando tante cose ed è logico, fa l’allenatore da pochi mesi. Mi pare che stia facendo un buon lavoro. Non penso che ci si debba lamentare per il sistema di gioco. L’allenatore decide e i giocatori devono adattarsi. Se non gradiscono, alla fine della stagione se ne possono andare". Si chiude parlando ancora di derby, match fondamentale per i destini europei del Milan: "L’Europa League passa per il derby e noi vogliamo arrivare in Europa. Perciò questo derby vale di più: è un euroderby. Ci giochiamo tanto, ma sono queste le serate eccitanti. E noi abbiamo sensazioni positive".

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