| Il Milan e l'Europa League: tutti gli scenari, i pro e i contro dei rossoneri nella seconda coppa europea 03.03.2014 21:00 di Pietro Mazzara Twitter: @PietroMazzara © foto di Federico De Luca
Dopo la sconfitta con la Juventus, la classifica del Milan dice che i rossoneri sono nuovamente fermi a 35 punti, scavalcati dalla Lazio corsara a Firenze. Il sesto posto, l’ultimo disponibile per accedere al primo turno dei play-off di Europa League, dista 5 punti ed è occupato dalla vera sorpresa di questo campionato ovvero il Parma di Roberto Donadoni che deve recuperare la sfida con la Roma. Matematicamente, con altre 12 giornate ancora da giocare, l’obiettivo resta ancora possibile ma c’è da capire se, effettivamente, al club di via Aldo Rossi possa interessare una stagione con la seconda competizione europea nel proprio calendario, con tutte le complicazioni del caso.
LA COPPA CHE MANCA – Nella bacheca del Milan manca un solo trofeo a livello internazionale ed è proprio la ex Coppa UEFA, che negli anni 90 era stata terra di conquista di Inter, Juventus e Parma, a non essere presente sulle mensole pluridecorate del club. La così detta ombrelliera non è quasi mai stata disputata dai rossoneri, sempre concentrati sulla Champions e nelle rare volte, soprattutto negli ultimi 20 anni, sono solo tre le partecipazioni. Di certo, se si volesse puntare a completare la collezione di trofei internazionali, l’assalto al posto che porta in Europa League sarebbe da tenere in forte considerazione perché permetterebbe al Milan di tornare a lottare per il titolo di “Club più titolato al Mondo” che gli è stato tolto, nelle ultime settimane, dall’Al Ahly.
STAGIONE POST MONDIALE – Quella che arriverà alla fine di questo campionato sarà un’estate particolare perché ci sono i Mondiali e alcuni dei membri dell’attuale rosa parteciperanno con le loro nazionali alla spedizione brasiliana saltando così il primo periodo di ferie che i loro colleghi invece effettueranno. Un handicap non da poco se si considera che il Milan, se dovesse arrivare sesto, entrerebbe in scena nel terzo turno di qualificazione e si parla di fine luglio-primi di agosto. Un problema non da poco per la preparazione atletica per affrontare al meglio sia l’impegno sia il resto della stagione. In tal senso, il Milan deve cercare di arrivare quinto per entrare in scena direttamente al terzo turno preliminare.
INCASSI, RANKING E VISIBILITA’ – Oltre ai fattori tecnici, un’eventuale presenza del Milan in Europa League sarebbe da analizzare anche dal punto di vista degli introiti, del ranking UEFA e della visibilità internazionale del club. Partendo dalle finanze, l’UEFA sta pensando (e attuando) un piano di riduzione della forbice che c’è tra la Champions e l’Europa League, con quest’ultima che dovrebbe vedere in aumento i premi per chi fa più strada. Un anno nella seconda competizione continentale porterebbe sempre qualcosa, tra incassi da stadio, premi e market pool, nelle casse societarie rispetto a un anno senza. Un secondo aspetto da valutare è quello del ranking europeo per club. Stare un anno fuori dalle coppe comporterebbe un abbattimento del punteggio del Milan, con conseguente rischio di perdere altre posizioni. Infine la visibilità. Una delle basi delle strategie commerciali del Milan è quella di rafforzare il proprio brand all’estero. In un momento così difficile a livello di disponibilità economica, esportare il marchio rossonero anche in piazze che difficilmente lo rivedranno dal vivo potrebbe essere funzionale.
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