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Ci manchi Pirata

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Pamic
view post Posted on 15/2/2012, 20:13 by: Pamic
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CON IL DIAVOLO IN CORPO

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Con un pò di ritardo la posto anche quà, dopo averlo fatto su Milan Passion.
Un pezzo che ho scritto in ricordo del pirata.

Il 14 febbraio è sempre stato il giorno degli innamorati, il giorno in cui l’amore di coppia viene rinnovato (serve una festa comandata per farlo?), giorno in cui ristoranti, negozi e fiorai festeggiano ancora di più delle coppie stesse. Addirittura quest’anno comincia anche il festival di Sanremo, che a nessuno piace ma che tutti alla fine guarderanno. Calendario fitto quindi.
Per quanto mi riguarda però non sarà niente di tutto questo. Da 8 anni a questa parte preferisco ricordare questa giornata come l’anniversario di uno dei più grandi sportivi italiani di sempre, Marco Pantani.

Sono passati tanti anni, e in tutto questo tempo se ne sono dette di tutti i colori sulla sua storia e sulla sua morte. Inutile dire che solo lui sapeva veramente cosa gli girava in testa, per questo voglio ricordarlo solo con tanto affetto e come un corridore che è riuscito da solo, a mettere da parte il mito del calcio in Italia.
Ero ancora piccolo purtroppo quando il pirata vinceva giro e tour, e non ho potuto godermi appieno le sue gesta, ma rivendendo immagini di quegli anni con tutti i tifosi che si accalcavano sulle strade solo per vederlo passare, mi hanno fatto capire tante cose, e a considerarlo, non come un semplice ciclista di successo, ma come un vero e proprio eroe nazionale.
Vederlo scattare era uno spettacolo. Di fronte alla tv non aspettavamo altro che si alzasse sui pedali, come fossimo idealmente tutti uniti sotto un unico grande abbraccio.
Univa più il Pirata che la nazionale di calcio.
Brividi lungo la schiena, brividi consapevoli che avrebbe fatto il vuoto dietro di sé. Quando la fatica diventava spettacolo magnifico.
Più che pedalare volava il Pirata, con quella bandana che stava quasi a dire che quelle strade erano suo territorio di conquista. Guai a chi provava a mettersi contro.
Quando per gli altri la strada diventava impossibile voleva dire che era giunto il suo momento, perché di salite che potessero metterlo in difficoltà non ne esistevano. Ogni scatto era mortifero per gli avversari, passava quasi la voglia anche solo di provarci a stargli dietro. Perché stare dietro ad uno dei più grandi scalatori di sempre era improponibile.
Sinceramente nella storia recente non un ricordo un italiano che è riuscito nell’impresa di essere amato da tutti a prescindere. Non esistevano tifosi. Esistevano amanti di uno sport che in quegli anni era rappresentato solo ed unicamente da Marco Pantani, che oltralpe andava a conquistare la maglia gialla e il titolo di vincitore del Tour de France. Chissà i francesi cosa pensavano in quel momento.
Chi dopo avere visto una tappa, presa in mano la bicicletta non si è immedesimato almeno per un secondo nel pirata? Penso nessuno.
Era bello vedere uno che con la fatica e il sudore poteva raggiungere qualsiasi risultato, anche il più impensabile. Il Pirata come una perfetta metafora di vita.

Ma come ogni grande campione che si rispetti non poteva non risultare scomodo, e nel momento del suo massimo splendore fu colpito alle spalle e per lui, emotivamente fragile, fu la fine di tutto.
Successe a Madonna di Campiglio il 5 giugno 1999.
Come detto, dopo quel giorno successe di tutto, ma non voglio stare qui a raccontare storie che tutti conosciamo (attacchi di giornali, opinione pubblica, teorie del complotto ,cocaina), perché nel giorno della sua morte penso sia giusto ricordarlo per quello che è riuscito a darci e per il grande corridore che è stato.

Ci manchi Pirata.
 
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