CITAZIONE (l'Osservatore @ 31/12/2023, 15:13)
CITAZIONE (Montoleader @ 31/12/2023, 15:05)
A questo punto breve parentesi anche sugli incentivi all'imprenditoria straniera:
- sono soggetti difficilmente integrabili nelle aziende esistenti(sia per limiti del sistema che per limiti propri)
- peserebbero sul sistema tra sussidi e altro
- meno lavoratori dipendenti ci sono meno le casse dell'INPS si svuotano
- gli incentivi alla singola categoria sono incentivi alla guerra tra poveri perché poi l'astio de L'Osservatore di turno sarà concentrato verso il pizzaiolo egiziano e non verso l'assoluta mancanza di misure a supporto dello sviluppo organizzativo delle aziende e del tessuto imprenditoriale.
Non comprendo in che settore operi, perchè dietro un buon linguaggio tecnico, vedo un distacco netto dalla realtà produttiva, sei per caso nella burocrazia?
no perchè non me lo sono sognato io che a Milano i negozi, i bar e i ristoranti sono quasi totalmente in mano a gestioni straniere,
soprattutto cinesi, ci credo, non pagano tasse per tre anni e poi cedono a un prestanome.
Io sono nel settore degli autotrasporti,
mai sentito parlare di cabotaggio? l'Italia è l'unico paese europeo che lo permette spudoratamente,
ormai anche sempre più imprenditori italiani spostano la sede nell'est Europa, ma continuano a operare in Italia.
Siamo un paese che si sta (o si è già) suicidato.
Servizi, ho fatto per 10 anni abbondanti il consulente(responsabilità sociale d'impresa, molto limitatamente GDPR, start up e Industria 4.0 sono stati i miei cavalli di battaglia, per quanto riguarda la clientela mi sono interfacciato perlopiù con servizi, grande distribuzione, automotive, food&beverage e negli ultimi anni sanità), ora, da un anno scarso, sono un funzionario pubblico(quindi sì burocrazia, in un settore specifico ma burocrazia).
Sul tuo settore sinceramente sono poco informato, ho chiara la situazione degli spedizionieri anni '80/'90 perché ne avevo uno in famiglia che ha fatto il colpo della vita vendendo appena prima dell' apertura delle frontiere e delle cooperative su cui si appoggiano i grandi corrieri ma più per le condizioni di sfruttamento del personale che per altro.
Detto questo io non ho mai messo in dubbio che siano in mano a cinesi ma, onestamente, quanti ragazzi italiani hanno voglia di gestire il bar sfigato sotto casa che campa di caffè la mattina e bambini che escono da scuola il pomeriggio con turni massacranti? Un ragazzo italiano prova ad aprire il locale fighetto in Darsena che fa i cocktail ultimo grido al massimo.
Allo stesso modo le barberie, i fruttivendoli e i panettieri sono tutti arabi ultimamente ma sono anche attività che gli italiani non aprivano più neanche prima, vuoi per colpa della grande distribuzione vuoi per colpa della scarsa profittevolezza.
Quanti di questi troverebbero lavoro come dipendenti? Molto pochi, quanto costerebbe allo stato mantenerli? Molto più di quanto gli costa detassarli.
Detto ciò c'è anche la fila di imprenditori seriali italiani che vivono aprendo nuove società(rigorosamente srl o srls), campando sui bonus per startup(nonostante non siano realmente start up o, nel caso, non siano minimamente scalabili) e ricominciando da capo.
L'Italia dal 2010 circa ha avviato politiche a supporto dell'autoimprenditorialità, autoctona e non, perché il tessuto produttivo è incapace di assorbire la forza lavoro in eccesso e avere tanti liberi professionisti/microimprese è un costo sociale inferiore, ma il problema di fondo non è il cinese che apre il bar(se vuoi mettici anche l'origine dubbia dei finanziamenti o altro come carico) e approfitta di un incentivo, è che l'Italia ha vissuto per 40 anni di incentivi senza sviluppare vera cultura manageriale.
Sul fatto che sia un paese morto possiamo essere d'accordo ma non da oggi e se un po' di cose iniziassero a morire davvero invece di essere tenute in vita artificialmente avremmo solo da guadagnarci tutti.