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| I Detenuti di Taranto minacciano Misseri: «Devi morire, datelo a noi»
ROMA (8 ottobre) - Michele Misseri è controllato a vista giorno e notte nel carcere di Taranto. Da ieri è nell'infermeria dell'istituto di pena, sorvegliato da due o tre agenti per ogni turno che si occupano esclusivamente di lui, e non può incontrare gli altri detenuti. I provvedimenti, oltre che a evitare gesti suicidi, mirano a tutelare il detenuto da aggressioni e violenze da parte di altri reclusi.
L'omicida è stato infatti pesantemente insultato dagli altri detenuti del carcere. I detenuti lo hanno accolto battendo oggetti sulle sbarre e gridandogli: «bastardo», «devi morire», «ammazzatelo», «datelo a noi». Da quando è entrato in carcere Misseri non tocca cibo e a tratti piange e pronuncia frasi sconnesse; molto spesso ripete: «Mi ammazzo, ora la faccio finita».
Il contadino di Avetrana indossa gli abiti di quando è entrato nel penitenziario, con sè ha portato un cambio. Quando è arrivatoha trovato ad attenderlo il direttore della casa circondariale, Luciano Mellone. È stato sottoposto a tutte le formalità di rito, secondo l'ordinamento penitenziario, ed è stato perquisito; quindi è stato portato nel reparto infermeria del carcere dove è stato visitato dal medico di guardia e da uno psicologo.
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