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| "Il mercato si chiudeva il 31 agosto, e il 25 avremmo giocato un’amichevole proprio contro il Milan al Camp Nou. Eravamo seduti negli spogliatoi aspettando di entrare in campo. Era una sensazione strana. Fuori si sentiva il frastuono del pubblico, Guardiola ovviamente non mi guardava e io non potevo fare a meno di chiedermi: “Sarà questa la mia ultima partita con la squadra? E cosa succederà poi?”. Non ne avevo la più pallida idea. A un certo punto tutti trasalirono: Ronaldinho aveva infilato la testa nello spogliatoio. «Ibra» gridò, e sogghignò. «Sì?» risposi.«Hai fatto le valigie? Sono venuto per portarti con me a Milano!» continuò, e allora tutti scoppiarono a ridere; diavolo d’un Ronaldinho, infilarsi da noi a quel modo! Tutti guardarono me. Ovviamente avevano intuito cosa stava succedendo, ma nessuno l’aveva ancora sentito dire così apertamente. In partita avrei giocato titolare, ma il match in realtà non aveva nessuna importanza, e subito prima del calcio d’inizio io e Ronaldinho continuammo a scherzarci su: «Ma sei pazzo a venire a dire quella cosa?» tipo. Le immagini di noi due che ridiamo in campo fecero poi il giro del mondo. Ma il peggio successe nel tunnel dei giocatori, mentre uscivamo per il secondo tempo. Allora tutti i big del Milan, Pirlo, Gattuso, Nesta e Ambrosini, mi gridarono: «Devi venire, Ibra! Abbiamo bisogno di te!»
ZLATAN IBRAHIMOVIC racconta il suo approdo al Milan
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