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Giallo di Garlasco, tutto da rifare

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view post Posted on 29/9/2009, 09:56
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Milanista Eterno

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Giallo di Garlasco, la perizia medica
avvalora l'alibi di Alberto Stasi





MILANO - Un'aggressione avvenuta in due fasi diverse, ma in un'ora che non si può stabilire; macchie di sangue già in parte o totalmente secche quando Alberto Stasi calpesta il pavimento della villetta di via Pascoli con scarpe in grado di disperdere eventuali tracce ematiche. Ancora: non sangue, ma materiale sconosciuto sui pedali della bici dell'unico imputato e le sue impronte miste al Dna della vittima sul dispenser portasapone del bagno dimostrano che entrambi lo hanno toccato. Nulla di più: «Il dato è irrilevante al fine della costituzione di una prova scientifica». È un duro colpo all'accusa quello che si legge nelle conclusione della relazione consegnata dall'esperto medico-legale Lorenzo Varetto al giudice dell'udienza preliminare di Vigevano, Stefano Vitelli. Punto per punto i dubbi sollevati dal gup sembrano trovare soluzione e l'assoluzione per Alberto Stasi, accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, sembra sempre più vicina.

L'ORA DELLA MORTE - L'omicidio di Garlasco del 13 agosto 2007 rischia, alla luce delle nuove indagini, di rimanere un omicidio irrisolto. Secondo l'esperto, «non è valutabile con precisione l'epoca della morte se non affermando che essa avvenne nel corso della mattinata». Un punto che non può smontare l'alibi di Stasi contenuto nel computer portatile su cui stava lavorando, secondo la relazione degli esperti, dalle 9.36 alle 12.20 del giorno del delitto. Inoltre, si legge in un altro passaggio della perizia, i riscontri del medico del 118 intervenuto nella villetta di Garlasco «non crediamo possano essere considerati attendibili, seppur valutati e riferiti senz'altro in buona fede». Dato che la vittima indossava un indumento estivo da notte e nel suo stomaco è stato ritrovato del cibo della colazione fatta da poco, «questi dati fanno ritenere che la morte sia avvenuta probabilmente non molto tempo dopo il risveglio della ragazza». Inoltre i periti sostengono che non possono essere «di grande aiuto» gli altri parametri rilevati, come la rigidità cadaverica. I periti hanno rilevato che l'aggressione è avvenuta in due fasi: la ragazza, nella prima fase dell'aggressione, «molto probabilmente ha perduto conoscenza e altrettanto probabilmente non ha riportato grosse ferite».

LE DUE AGGRESSIONI - Secondo la ricostruzione dei periti è verosimile che Chiara «in prossimità della porta d'ingresso» di casa abbia subìto la prima aggressione senza però riportare «importanti ferite» e sia stata colpita «verosimilmente al viso». Invece «il primo significativo spargimento di sangue - si legge ancora nel documento - è stato probabilmente in prossimità della larga macchia di sangue situata alla base della scala che conduce al primo piano». Non molto lontano sono state ritrovate le sue pantofole perse e gocce di sangue nel soggiorno, «non facili da interpretare», accanto a «strisciate determinate dalle dita della vittima, che probabilmente fu trascinata afferrata per gli arti inferiori, fino nei pressi della porta che conduce alla scala del seminterrato». Inoltre nella perizia si ritiene che il corpo di Chiara sia rimasto per un certo tempo in una posizione diversa da quella terminale, con la testa situata al livello di uno dei gradini superiori. Gli esperti del gup scrivono inoltre di non sapere se poi il corpo della giovane «sia stato scaraventato giù dalle scale dopo aver subito tutte le lesioni» oppure se al pianterreno sia stata colpita in modo «relativamente meno grave» per poi essere stata gettata lungo la scala e «finita eventualmente dopo un tempo anche piuttosto lungo».

PUNTO PER PUNTO - Tre le conclusioni delle analisi che sono favorevoli a Stasi. La prima riguarda le tracce biologiche rinvenute sul pedale delle bicicletta di Alberto: per la perizia, non si può dire con sicurezza che si tratti di sangue. «Il materiale biologico di Chiara rinvenuto sui pedali potrebbe essere costituito da qualunque tipo di tessuto riccamente cellulato» scrive il professor Lorenzo Varetto. La seconda ruota intorno al dispenser portasapone, sul quale è stata ritrovata un'impronta digitale di Stasi mischiata al Dna di Chiara, fatto che secondo l'accusa - rappresentata dal pm di Vigevano Rosa Muscio - prova che il ragazzo si sarebbe lavato le mani dopo averla uccisa. Ma, per la perizia, «il fatto che i due abbiano entrambi toccato l'oggetto in tempi e per un numero di volte a noi del tutto sconosciuto, rende il rilievo del tutto irrilevante e non costituisce una prova scientifica».

TRACCE DI SANGUE - La terza conclusione riguarda il fatto che sulle scarpe di Alberto non sono mai state ritrovate tracce di sangue. L'accusa ha sempre sostenuto che fosse impossibile, e che il ragazzo avrebbe quindi cambiato calzature. Per la perizia, però, il sangue di Chiara sparso sul pavimento era «in buona parte secco» già 40 minuti dopo il delitto, e quindi Alberto potrebbe non essersi sporcato. Se anche si fosse sporcato - argomenta poi la perizia - le macchie avrebbero potuto disperdersi sull'erba nel tragitto dalla villetta alla caserma dei carabinieri. Già lo scorso agosto la perizia sul pc di Stasi rivelò che tra le 10.20 e le 12.20 - il lasso di tempo durante il quale secondo la difesa fu commesso il delitto - il ragazzo avrebbe lavorato alla sua tesi di laurea, particolare che avvalorerebbe il suo alibi confermando la versione sostenuta sin dall'inizio.

IL PROCESSO - Entro il 14 ottobre verranno depositate tutte le perizie e il processo riprenderà. Nei confronti di Stasi, i pm di Vigevano hanno chiesto 30 anni di carcere e che non gli vengano riconosciute le attenuanti generiche. La difesa dell'ex fidanzato di Chiara invece ha chiesto che venga assolto perché innocente. Il ragazzo viene giudicato con il rito abbreviato, che consente di evitare il dibattimento e di arrivare a sentenza nell'udienza preliminare. Alla pena viene applicata la riduzione di un terzo, e vi sono dei limiti alla possibilità di proporre appello. Stasi, che venne iscritto nel registro degli indagati pochi giorni dopo l'omicidio e si è sempre proclamato innocente, nel settembre 2007 fu fermato e restò in carcere per qualche giorno.

«ABBASTANZA CONTENTO» - È una felicità contenuta quella di Alberto Stasi nel giorno in cui la perizia medico-legale sembra scagionarlo dall'accusa di aver ucciso Chiara Poggi. «Sono abbastanza contento», ha detto alle persone che gli stanno vicino. «Per lui dire una frase del genere è già molto, prima non si era mai espresso così» dice chi gli era accanto. Il giovane ha letto la perizia nello studio dei suoi avvocati con l'attenzione che ha riservato a ogni passaggio del suo percorso giudiziario.

corriere.it
 
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milanista_10
view post Posted on 29/9/2009, 10:07




altro che ris!!!
 
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Alexandre_ Pato 7
view post Posted on 29/9/2009, 12:18




scemi metteteli tutti dentro
 
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2 replies since 29/9/2009, 09:56   58 views
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